Se sente sul… addore ‘e evera, addore ‘e evera, tu famme fa’ ‘nu tiro ué..
Ieri sera siamo stati al concerto dei TheRivati al Lanificio 25, locale storico di Napoli. Quando siamo tornati a casa abbiamo pensato di aver assistito a uno show con le palle e quindi abbiamo deciso di scriverne un articolo.
Prima di tutto la location: il Lanificio 25 è uno spazio culturale che ricorda un palazzo o una fabbrica abbandonata. Sembra uscito da una canzone di John Lee Hooker. Il palco è bello grande e la gente che ci va si vuole divertire senza rompere le scatole a nessuno. E poi c’è anche il biliardino, che può sembrare poco ma non lo è. Difatti ha uno spazio esterno molto grande e accogliente dove rilassarsi prima e dopo il concerto di turno.
Il concerto
Intorno alle 23:30 salgono i TheRivati sul palco e cominciano a spruzzare energia partenopea. La sala del Lanificio pian piano si riempie di gente che muove la testa a ritmo del Funky partenopeo, di ragazzi che bevono un cocktail ballicchiando, di omaccioni che si abbracciano e cantano, di ragazze carine che si arrendono al carisma della musica coinvolgente dei TheRivati che, pian piano, cominciano a suonare tutti i loro pezzi più conosciuti, ma anche alcuni che andranno a riempire il nuovo album come: Addore, che è già diventata una delle canzoni più famose dei TheRivati. Un pezzo che ricorda un po’ una rivisitazione funky ed energica del concetto chiave di una Storia Disonesta di Stefano Rosso. L’addore di cui parla il testo di Paolo Maccaro, voce e testi dei TheRivati, è odore di marijuana, ma non è solo questo Addore: è anche voler fuggire dalla provincia di Napoli, una provincia che, a chi predispone di un nucleo artistico, regala tanta ispirazione, ma toglie anche un’infinità di possibilità e di scenari.
Il concerto continua e si continua a bere, a divertirsi, fino a rilassarsi con un’altra loro hit: Ma che ‘mport ‘e te. Una ballata da spiaggia contenuta nel loro secondo lavoro: #Black. Una cosa che fa impazzire di questo gruppo è la scelta di mettere il sax tenore al centro del sound di quasi tutti i brani. Una scelta assolutamente anticonvenzionale. Il sassofonista, Saverio Giugliano, è davvero fenomenale con il suo strumento e dona grande personalità e particolarità al colore dei TheRivati. Il concerto finisce tra un bis e un altro e con un po’ di gente esaltata che continua a canticchiare i pezzi dei TheRivati.
Ma chi sono i TheRivati?
TheRivati è l’idea di fondere il blues e tutti i suoi derivati, con la musica italiana, sotto l’influsso di quella tradizionale napoletana. Il progetto nasce dall’intuizione degli artisti partenopei Marco Cassese, chitarrista classe ’82, e Paolo Maccaro, come detto prima, voce e autore dei testi, classe ’85. Oltre ai due fondatori, attualmente i TheRivati sono formati da: Stefano Conigliaro alla batteria, Antonio Di Costanzo al basso e il succitato Saverio Giugliano al sax tenore. Il primo album è stato rilasciato nel 2011: Chiù Black rà Midnight, album che contiene pezzi famosi come Funkynapoletano in featuring con il rapper Clementino. #Black invece, viene rilasciato nel 2013 e contiene pezzi come Peccerè e la già citata Ma che ‘mport ‘e te. In programma c’è un nuovo lavoro discografico e continuare a far divertire la gente a tempo di Funky Made In Naples.
Vi consigliamo di andare ad ascoltare questa band dal vivo, in quanto sono veri e propri animali da palco. Il loro leader, Paolo Maccaro, sembra in preda a una possessione per quanto si muove. Vi faranno divertire, ballare, cantare, bere un po’ e scatenarvi.
Viva il sound partenopeo quindi, ultimamente più vivo che mai.
Raffaele Cars