Arriva anche qualche critica (costruttiva) per Expo Milano 2015 nella seconda parte del nostro reportage (qui per la prima parte).
Il cibo
Tra le domande che più mi sono state rivolte, figurano: “ma a Expo Milano 2015 si mangia? Ed è vero che è i prezzi sono molto alti?” La risposta ad entrambe è “no”. Ad Expo Milano 2015 non vi aspettate assaggini e degustazioni gratuite, perché sono rari e per lo più nati da un’iniziativa autonoma dei diversi Paesi, che di tanto in tanto o in occasione di una festa nazionale (come il 9 maggio in Russia, festa della vittoria sul nazifascismo) offrono ai visitatori la possibilità di provare piatti o bevande tipiche; quindi andrebbe “colto l’attimo” di giorno in giorno. Tra i più attivi nell’offerta sicuramente Paesi Bassi e Slovenia, ma anche recandosi in Turchia, Svizzera, Cile e Kazakistan spesso si torna con lo stomaco un po’ più pieno. D’altronde è un’Esposizione e in quanto tale… si espone. In compenso è possibile mangiare sia in praticamente ogni padiglione la cucina etnica di ciascun Paese, sia in catene di ristorazione più a buon mercato. E perfino da McDonald. Al contrario di quanto filtrato, i prezzi sono allineati agli standard milanesi: con 15/30 euro è possibile cenare bene in un ristorante etnico (segnalo l’Argentina per l’ottimo rapporto qualità/prezzo). Poi certo, in Kazakistan un piatto a base di caviale costa 145 euro, quindi se volete mostrare di essere ricchi, qualche opportunità l’avete.
…e l’Italia?
L’Italia fino ad ora non ha sfruttato bene l’occasione. Palazzo Italia è architettonicamente straordinario; ma all’interno, oltre ad un paio di sale nelle quali è mostrato il patrimonio artistico del nostro Paese, non convince. La parte gastronomica è stata lasciata ai vari stand delle regioni, situati lungo l’altra via di Expo Milano 2015, quella breve (si fa per dire: 350 metri), il cardo. Ma le varie realtà regionali non espongono le bontà culinarie che possono vantare, troppo impegnate a districarsi tra tecnologie poco significative (il robot sottomarino in Toscana), spunti non inerenti al tema (perché il cinema, Basilicata?) o reperti d’arte buttati allo sbaraglio (Sicilia, la quale però espone e coinvolge i visitatori nel cluster Bio Mediterraneo), e infine la Lombardia che, sbeffeggiata sui social per la povertà dell’installazione, ha vietato, unica nel sito, le fotografie. Insomma, con quello che avremmo da mostrare e offrire, una delusione.
I flop di Expo Milano 2015
Questa categoria va presa con le pinze, perché alcuni dei flop di Expo Milano 2015 potrebbero essere dovuti a una difficoltà organizzativa iniziale. Ma è impossibile non notare la triste desolazione dei “cluster“: ideati per questa Expo Milano 2015 con lo scopo di dare anche alle nazioni più piccole o povere la possibilità di rappresentarsi, sono ubicati o lontano dai luoghi clou (cluster Bio Mediterraneo) o risultano troppo vuoti e con veramente poco da offrire; alcuni Paesi devono ancora aprire il proprio spazio, che in ogni caso non è più grande, spesso, di una stanza. Il “Children Park” ha ricevuto poche visite dai piccoli ospiti a causa della lontananza dai padiglioni e la scarsità di indicazioni date all’interno: un punto debole, questo, cui va posto rimedio. Infine lo spettacolo di luci e acqua dell’Albero della Vita: di notte prende la sufficienza, ma di giorno…
Nel complesso Expo Milano 2015 sembra un evento enorme, molto seguito a livello mondiale, ma che non riusciamo a sfruttare a dovere. Forse una visita tra qualche mese potrebbe cambiare questo mio giudizio… o almeno spero.
Claudio Urciuolo
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