A Napoli è stata inaugurata la nuova stazione di Piazza Municipio, un’ottima notizia per i Napoletani, dato che i cantieri della metropolitana nella città di Napoli sono sempre stati causa di disagio profondo nel vivere quotidiano, sia per gli automobilisti che per i pedoni.
Eppure questa ultima stazione non ha messo in difficoltà solo passanti ma anche un’opera d’arte: la Fontana del Nettuno. Nell’ultimo ventennio questa fontana è stata costretta ad essere spostata continuamente proprio a causa della Linea 1 della Metropolitana, ma, se si va a scavare profondamente nella sua storia, si scopre che questa opera è stata spostata molto più spesso di quanto si possa immaginare.
La nascita della fontana del Nettuno
Nell’ultimo decennio del Cinquecento il Regno di Spagna era al massimo splendore: Filippo III governava l’odierna Spagna, l’odierno Portogallo, cominciava a costruire empori nel Nuovo Mondo e vantava dei domini in Italia.
Su questi ultimi esercitava il potere diretto il viceré Enrique de Guzmàn, che regnò dal 1595 al 1599, per ben due mandati. Fu lui a volere la costruzione della Fontana, che però venne realizzata solo alla fine del suo ultimo mandato, sotto un altro viceré, il conte di Lemos. I lavori furono diretti dall’architetto Domenico Fontana.
In cima all’opera c’è la statua di Nettuno, opera di Michelangelo Naccherino, raffigurato in piedi e col tridente ben stretto nel palmo destro. I delfini e i tritoni sono opera di Pietro Bernini (padre del ben più famoso Gian Lorenzo). L’acqua viene raccolta nel recipiente che sostiene il Nettuno, per poi scendere nella vasca inferiore, dove si trovano i delfini cavalcati da tritoni che a loro volta raccolgono acqua per spruzzarla.
La fontana fu costruita presso l’arsenale di porto e lì è rimasta per i primi anni. Ben presto avrebbe avuto un volto nuovo e una nuova casa.
La fontana da giovane
Nel 1625 cominciò a scarseggiare l’acqua dolce presso l’Arsenale di Porto; la fontana fu dunque spostata al Largo di Palazzo (oggi Piazza del Plebiscito). I viceré dal loro palazzo potevano ben godere sua bellezza, ma la situazione era destinata a cambiare di nuovo, perché la plebe non la amava molto.
Dato che la fontana era d’intralcio alle feste di piazza, nel 1634 fu spostata nella vicina via Santa Lucia, dove fu ampliata magistralmente dal grande Cosimo Fanzago. Costui aggiunse la balaustra e gli stemmi della città e delle casate dei regnanti. Per spostarla a Santa Lucia e fornirle l’acqua, inoltre, fu necessario fare dei lavori per migliorare l’impianto idrico, che furono compiuti sotto la direzione di Cesare Carmignano (che fu anche ideatore dell’omonimo acquedotto cittadino).
Nel 1639 il viceré Ramiro Felipe Núñez de Guzmán, duca di Medina di las Torres, ordinò che la fontana fosse spostata al largo delle Corregge. Qui venne ulteriormente ampliata dal Fanzago e dai suoi collaboratori, che aggiunsero le sculture dei leoni. Questa fu una delle tante opere di abbellimento della città da parte di questo viceré, che così poté dare il suo nome alla via nella quale fu spostata la fontana del Nettuno. Così anche la fontana del Nettuno prendeva il nome di “Fontana Medina”.
Durante la rivolta di Masaniello (1647-1648) l’opera fu mutilata. Ristabilito l’ordine in città, subì un restauro e l’ennesimo leggero spostamento, all’imbocco di via Medina.
La vecchiaia: dal 1898 ad oggi
Ci furono altri spostamenti di minore importanza e nel 1898 fu trasferita a piazza Borsa (l’attuale piazza Bovio), nella quale rimase fino al 2000, quando venne riportata a via Medina per facilitare i lavori della metropolitana.
Ed ecco che all’inizio del 2015 la fontana viene posta davanti al Municipio. Il 23 maggio 2015 tutte le telecamere sono state puntate verso la nuova stazione e la fontana resta quasi umilmente in disparte, forse con l’umiltà e la pazienza di chi si è abituato ad essere spostato, malvoluto, mutilato, curato, ma non si è mai abituato ad avere pace.
Luigi De Maria