Convegno “Il Silenzio e la parola”.
Il Dipartimento di Studi Umanistici della Federico II di Napoli ha portato a conclusione un interessantissimo progetto, un laboratorio costituito da un lungo percorso di seminari ed incontri settimanali. Il progetto denominato “Scritture in transito tra letteratura e cinema” è stato ideato e organizzato dal responsabile scientifico del corso di seminari, la professoressa Silvia Acocella, docente di Letteratura italiana contemporanea, con l’aiuto e il sostegno fondamentali di Ludovico Brancaccio, che si è occupato del montaggio di video e filmati, e Water Montagna, film-maker.
Tematica centrale del lungo laboratorio è stato il suono, interpretato come percezione inascoltata dal collettivo e che per il singolo diventa nucleo e dettaglio fondamentale del proprio io. Attraverso la musica e il silenzio, l’arte dell’immagine e dell’ inascoltato la parola ha preso vita e ha animato di speranze e di idee le menti degli appassionati, rendendo talvolta indispensabile il confronto tra il rumore della vita quotidiana a cui l’animo umano è abituato e il suono silenzioso del battito di un cuore, sede di sentimenti e sensazioni individuali.
L’ultimo incontro si è tenuto lo scorso 29 maggio nell’Aula Magna Piovani del Dipartimento di Studi Umanistici, momento di incontro che ha visto numerosi gli studenti partecipi in modo attivo al convegno “Il silenzio e la parola”. Tra gli ospiti di eccellenza, che hanno contribuito a rendere esemplare il meeting di chiusura del progetto, si ricordano lo scrittore napoletano Erri De Luca, l’attrice napoletana Isa Danieli e il marito Gigi Esposito.
Tra lo stupore generale i due coniugi, coppia sia nella vita che nell’arte, si sono esibiti in un indimenticabile duetto, “Silenzio cantatore”, unendo insieme musica, canto, arte e parole. Attraverso la musica di Gigi Esposito e la grande voce dell’attrice Danieli il silenzio ha preso vita attraverso la parola cantata.
Poi Erri De Luca ha preso la parola e ha difeso ancora una volta a spada tratta la libertà di pensiero e di espressione, quel diritto a cui ogni singolo uomo si lega e fa ricorso per sentirsi non soltanto uno tra i tanti ma un individuo pensante che difende la propria libertà di parola.
Gli artisti hanno poi assistito ad alcuni lavori (cortometraggi, filmati, letture di racconti sul tema dell’inascoltato che assume valore per il singolo) attraverso una rappresentazione strumentale e filmica degli elaborati degli studenti del seminario “Scritture in transito tra letteratura e cinema”.
Il silenzio, la parola e l’inascoltato
Il convegno “Il silenzio e la parola” ha offerto l’opportunità di riflettere su questo connubio silenzio-parola, su quanto i due concetti siano collegati e intimamente si completano. La parola “silenzio” contiene un qualcosa di sovversivo: parlare del silenzio è paradossale ma inevitabile, senza la parola il silenzio non avrebbe essenza e concretezza. Rappresenta quel momento di eccezione nel flusso continuo della comunicazione quotidiana, nel fluire senza sosta dei “rumori”, perché, si sa, l’uomo è produttore di rumore e mai di silenzio.
Non si comprende spesso la necessità e l’angoscia del vuoto del silenzio ma talvolta diventa indispensabile cercare la dimensione del suono silenzioso per riportare alla forma assoluta la comunicazione tra gli individui. L’uomo ha bisogno del silenzio come quella pausa non percepita tra le parole espresse. Necessaria è, quindi, la dimensione dell’ascolto, realtà altra in cui prende forma l’equilibrio insondabile tra la parola e il silenzio. Il silenzio, dunque, è possibile soltanto attraverso la parola, quel sussurro e quel sospiro come suono impercettibile che richiama alla memoria suoni sottili. L’inascoltato diventa così luogo del silenzio imperfetto che si trasforma in suono e parola, e prende vita nella mente sublime e nel cuore di chi sa ascoltare un suono silenzioso.
L’INFINITO
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.
Valentina Labattaglia
Per visualizzare i racconti e gli elaborati degli studenti del seminario “Scritture in transito tra letteratura e cinema” consultare il sito.