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“L’arte è nel cuore di Napoli”: che tipo di mostra è?
Passeggiando per via Duomo, a Napoli, spesso capita di passare vicino al complesso di San Severo al Pendino senza nemmeno affacciarsi al portone spalancato. Invece varrebbe la pena di entrarvi, perché questo luogo spesso ospita mostre d’arte, e dal 30 maggio al 17 giugno ospita la mostra “L’arte è nel cuore di Napoli”. Quattro artisti, diversissimi nelle tecniche e nello stile ma accomunati dall’essere napoletani, espongono le loro opere in questo luogo. Il risultato è davvero suggestivo, e le opere esposte meritano di esser viste, gustate e analizzate.
Barbara Melcarne e la sua moderna imitatio
Artista che mostra di avere una forte influenza da due stili: Liberty e Art Déco. Le quattro opere in mostra ne “L’arte è nel cuore di Napoli” lo mostrano perfettamente, perché al titolo è affiancato l’autore di riferimento: Tamara De Lempicka e Alphonse Maria Mucha. La Melcarne prende i temi delle opere dei suoi miti, le adatta al suo stile, ci gioca, mescola tra loro gli stili che più la ispirano e produce dei veri e propri gioielli di bellezza. Quel che riesce a fare una sorta di imitatio alla maniera degli antichi che riporta alla luce i vecchi temi e riesce a dare loro un respiro personale e nuovo che lascia a bocca aperta i meno esperti e strizza l’occhio ai più appassionati d’arte.
Giovanni Migliaccio: eclettismo, ritratti e metafore
Anche l’artista Giovanni Migliaccio mette in mostra quattro opere, opere che esprimono una certa “napoletanità” e uno stile profondamente eclettico, che spazia dall’arte sacra fino a
una sorta di espressionismo astratto. Infatti alla mostra L’arte è nel cuore di Napoli ha affidato una bellissima Madonna col bambino. Riguardo all’”espressionismo astratto” che ho prima citato, c’è una sua opera interessante, che si intitola Terra e magma del Vesuvio, nella quale fra i colori predomina un giallo sulfureo. Il dipinto più enigmatico però si intitola Camorra e mostra una donna dai tratti mediterranei (o forse gitani) vestita di rosso, con un’espressione sicura, quasi di sfida. Una sorta di metafora? Sta all’osservatore capirlo.
Luigi Portiello, luce e interiorità
Luigi Portiello è il più meditativo dei quattro artisti. Una sua opera, per l’appunto, si intitola Meditazioni creative 2 e mostra una figura umana stilizzata. Altre figure umane sono quelle de Il
nucleo, che nell’abbraccio della propria compagna incinta da parte di un uomo mostra tre figure umane: il principio femminile, il principio maschile e il prodotto della loro unione, ovvero il feto. Altro dipinto interessante è Il percorso, che forse simboleggia l’incertezza del futuro, ma anche l’ascesa futura a una condizione migliore. L’opera più meditativa che Luigi Portiello ha dato alla mostra L’arte è nel cuore di Napoli è L’albero dei sogni. In essa una figura umana distesa sta dormendo sotto un albero che copre parzialmente il cielo stellato. Un buio che sembra simboleggiare raccoglimento vuol forse farci capire che c’è corrispondenza fra la situazione che viene dipinta e la nostra interiorità quando sogniamo.
Rosario Viano e le sue sculture di carta
Il più interessante dei quattro artisti dal punto di vista compositivo. “Scultura di carta su tela e acrilico” è quel che si legge sulle sue opere: infatti ponendo come base la tela, compone sopra delle sculture fatte con pagine di riviste. Queste sculture “escono fuori” dalla normale bidimensionalità del dipinto e creano un effetto suggestivo su chi le osserva. Chiavi di lettura di queste sculture diventano i titoli, così noi riusciamo a vedere la Scissione di un atomo o un’Esplosione grazie ai titoli. Lo sfondo dipinto sulla tela completa il significato delle sculture. Oltre a questi concetti di scissione ed esplosione ci sono anche opere che portano nomi di stelle: Azmidiske (piccolo scudo) e Sheratan, ad esempio.
Insomma, la mostra L’arte è nel cuore di Napoli è da visitare e rivisitare, per godere appieno della bravura degli artisti nostrani. La varietà delle loro tecniche riesce a non annoiare l’osservatore, e i concetti espressi in esse riescono a farlo riflettere.
La mostra sarà aperta dalle 9:00 alle 19:00 fino al 17 giugno al Complesso di San Severo al Pendino e l’ingresso è gratuito.
Luigi De Maria