Papa Giovanni Paolo II spiegò che San Pietro e Paolo, ancor prima di conoscersi, avevano due cose che li accomunava; ad entrambi Gesù aveva cambiato nome (“a Simone ha dato quello di Cefa, cioè roccia, da cui Pietro, a Saulo il nome di Paolo, che significa piccolo” ) e ad entrambi era stato riconosciuto un primato: Pietro costituirà la prima comunità di cristiani a Gerusalemme, Paolo invece sarà il primo ad annunciare la parola e a testimoniare il Vangelo anche ai “Gentili” cioè ai pagani che non erano di origine ebraica.
Indice dell'articolo
Il primo incontro tra San Pietro e Paolo
Le loro vite si incrociano poco tempo dopo la conversione sulla via di Damasco di Saulo avvenuta intorno al 36 d.C. Saulo, prima di allora, era un persecutore dei cristiani ed aveva anche assistito alla lapidazione del primo martire Stefano e il viaggio a Damasco serviva proprio per imprigionare i cristiani nella città e “portali in catene a Gerusalemme” (Atti 9:1-31). Questo lo rendeva temuto da tutte le prime comunità cristiane. Possedeva la cittadinanza romana ed era colto, forse perché nato a Tarso, città ellenica capitale della provincia romana di Cilicia.
La conversione improvvisa cambiò la sua vita, ma i giudeo-cristiani non ne erano a conoscenza e nessuno di loro si avvicinò a lui una volta giunto in città. L’unico che lo raggiunse, un cristiano di Damasco di nome Anania, lo face solo dopo aver avuto la rassicurazione del Signore attraverso un evento miracoloso. Lo stesso accade quando Paolo raggiunse Gerusalemme: fu Barnaba a presentarlo agli Apostoli ancora poco inclini a fidarsi di lui. Fu in quella occasione che Paolo conobbe Pietro.
Controversie tra Pietro e Paolo: “il Concilio di Gerusalemme”
Fino ad allora Pietro e tutti gli apostoli avevano fondato le prime comunità cristiane convertendo solo i giudei, a causa del legame ancora profondo degli Apostoli con le Leggi del Vecchio Testamento. Il rapporto con Dio per gli Ebrei non era solo una questione di fede, ma anche di appartenenza ad una delle dodici tribù d’Israele. La Circoncisione, il rispetto del Sabato e tutte le Leggi del Vecchio Testamento venivano ancora seguite alla lettera dai giudeo-cristiani, e questo non consentiva ai pagani di far parte della comunità.
Paolo invece fu il primo a convertire i “Gentili”, cioè i pagani che fino ad allora veneravano le divinità del pantheon greco-romano e che soprattutto non erano ebrei. Infatti la prima comunità da lui fondata fu quella di Antiochia, la prima i cui componenti furono chiamati cristiani.
Le notizie da Antiochia crearono delle dispute a Gerusalemme e gli stessi San Pietro e Paolo furono protagonisti di accese discussioni sul banchettare o no con i pagani convertiti.
Per Paolo il Cristianesimo era un principio universale, ciò che legava gli uomini dovevano essere Gesù Cristo e la sola Fede, e non più l’appartenenza per sangue e tradizione alle tribù d’Israele. La controversia fu risolta con il Concilio di Gerusalemme tra il 49 e il 50 d.C. , dove fu stabilito che la salvezza non dipendeva da una perfetta osservanza della Legge ma dalla purezza del cuore, dall’amore e dalle fede in Gesù. Poche furono le regole che veniva chiesto di rispettare, come non mangiare o toccare animali sacrificati o avere relazioni incestuose. Il ruolo di Pietro nelle decisioni finali e l’influenza esercitata da Paolo su di lui fu determinante per giungere a questa conclusione.
San Pietro e Paolo martiri a Roma
Ma è Roma la città che unirà definitivamente il principe degli Apostoli e l’Apostolo dei Gentili. Pietro giunse a Roma quando Paolo aveva già dato vita ad una numerosa comunità di cristiani, però nessuno dei testi, come Atti o Lettere, parla apertamente di San Pietro e di Paolo che predicano insieme a Roma. Lo si deduce invece dalla Prima Lettera di Pietro, dove, salutando, dice che si trova in Babilonia, nome dato però a Roma nel libro dell’Apocalisse, e dalle tanti tradizioni orali scritte a partire dal II sec. d.C
Se Pietro era giunto lì, fu grazie all’apertura di Paolo verso i pagani, e Roma era la Capitale dove si sarebbe compiuto la promessa di Gesù di rendere Pietro “la roccia” della sua Chiesa.
Si festeggiano insieme perché i due apostoli morirono entrambi durante la prima persecuzione dei cristiani voluta da Nerone nel 64 d.C.. Una la leggenda vuole che siano morti nello stesso giorno, ma in modo diverso, il 29 giugno a Roma. In realtà non sappiamo il giorno esatto, ma molti ritengono che la scelta di festeggiarli il 29 giugno nasca dal fatto che in quel giorno si celebravano Romolo e Remo.
San Paolo fu decapitato e sepolto nei luoghi presso cui oggi c’è la Chiesa di San Paolo fuori le Mura, mentre Pietro morì crocifisso su una croce capovolta perché non si ritenne degno di morire come il Signore, per poi essere sepolto dove oggi c’è la Basilica di San Pietro.
Questa festività ricorda e sottolinea, nel credo cristiano, quanto entrambi furono importanti l’uno per l’altro nel compiere il disegno di Gesù di una salvezza promessa a tutti.
Claudia Cepollaro
Fonti
Giacomo Perego, ” ABC per la lettura della Bibbia” , San Paolo Editore
Angela Cerinotti, “Atlante della Storia della Chiesa” , Demetra ed.
Giacomo Perego, “Atlante Biblico interdisciplinare”, San Paolo Editore