Il Grunge: lo davate per spacciato, vero? Forse in parte è così, ma a Napoli c’è un gruppo che continua a portarlo avanti con successo e dedizione, e non solo qui in terra partenopea, ma soprattutto nel resto d’Europa. Si chiamano i V-Device, e sono un gruppo che spacca, per sound e per idee. Sono formati da: Davide Verde alle voce e alla chitarra, Guy Costanzo al basso, Fabius Shiva alle tastiere e Luca Bravaccino alla batteria. L’intervista che segue è proprio al cantante e autore, Davide Verde. Io e Davide ci siamo fatti una birra e, ovviamente, una bella chiacchierata.
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Un progetto come V-Device, qui a Napoli, è praticamente un unicum. Da dove proviene l’approccio al Grunge?
L’approccio al Grunge proviene dal liceo, dai tempi delle camicie di flanella, che oggi come oggi indossano tutti i ragazzi. Ascoltavo i Pearl jam, i Nirvana. Ma non sono i V-Device a essere partiti dal grunge, molte persone del panorama musicale che tu conosci sono partiti da lì. Ha ispirato molti gruppi. Io, però, a differenza di molti di loro, l’ho mantenuto. Il problema è che in Italia l’epoca Grunge è tramontata, quindi magari all’estero ti trattano da star e a Napoli, invece, sei trattato uno schifo. Credo sia prettamente per un fatto di lingua. I nostri pezzi sono prevalentemente in inglese, e qui in pochi capiscono al volo ciò che vogliamo dire.
E come nascono i V-Device e il primo album, Calling Europe?
Il progetto V-Device ha radici negli anni ’90, poi, dopo aver suonato un po’ da solo, ho richiamato il mio vecchio bassista e abbiamo ricreato i V-Device. Siamo nati ufficialmente nel 2009, e il primo album è del 2011. Doveva essere un ep all’inizio, poi una ragazza, Valeria Mazza, si è interessata a noi, ci ha fatto fare tre video. Questo è stato il primo passo. Poi la nostra intenzione era vedere che tipo di riscontro potevamo avere all’estero. Abbiamo presentato Calling Europe a Berlino. Abbiamo addirittura un’agenzia booking in Germania. Tanto è vero che credevano fossimo famosissimi in Italia..
Il secondo album dei V-Device, Vidana, ha un sound leggermente diverso. Come si è arrivati a questa maturazione?
In realtà abbiamo registrato in uno studio diverso. Il sound è più ricercato, abbiamo inserito dei brani strumentali. In due parole, lo definisco un album Desert-Grunge. Ma in ogni caso i V-Device restano pop!
Ah, e cosa vuol dire?
In senso trasversale. Nel senso che noi abbiamo delle belle canzoni, in primis. Questo è il fatto! Non intendo solo da un punto di vista musicale, ma anche iconografico. Tra la ricerca del suono e il brano, prediligiamo decisamente il brano.
A quanto ho capito, quindi, il tuo interesse principale non è tanto quello di rifare il Grunge in senso stretto, ma di riprenderlo e suonarlo a modo tuo…
Da una parte è sicuramente così, dall’altra, invece, portare avanti il Grunge è anche da sempre una sfida per me. Il sound di alcuni gruppi mi ha profondamente cambiato, e non intendo solo come musicista, ma anche come uomo. Infatti, anche se sono assolutamente contro le tribute band, alle volte mi ritrovo a celebrare personaggi del panorama Grunge e non ti nego che è una cosa che mi piace.
Mi hai accennato più volte dei vostri tour all’estero. Che differenza c’è tra suonare a Napoli rispetto al resto d’Europa?
Noi qui a Napoli non riusciamo a fare più di tre, quattro serate all’anno. Nel momento in cui abbiamo capito che a Napoli non avremmo avuto le possibilità che cercavamo, allora abbiamo fatto il passo più importante: abbiamo deciso di arrivare in tutta l’Europa. Molti danno più peso alla conquista del pubblico della loro città, noi invece fortunatamente ci siamo liberati da questa forma mentis. Poi per noi è più facile, infatti nei paesi dell’est il Grunge è ancora apprezzatissimo. Abbiamo girato veramente tanto: Polonia, Germania, Serbia, Romania.. e in questi paesi il Grunge e i V-Device li apprezzano sul serio.
E a livello umano, quanto ti ha lasciato questa esperienza?
Tanti amici, tanti legami. Ci rispettano. Ci trattano veramente bene. Abbiamo fan da tutta Europa. C’è addirittura un ragazzo che da Glasgow si sposta spesso per venire a vedere in nostri tour. Incredibile! Non ce lo saremmo mai aspettato tutto questo successo.
Ultima domanda: progetti per il futuro?
Abbiamo in cantiere un nuovo album. Questo è poco ma sicuro. Mi piacerebbe tornare di nuovo a un suond grezzo. In ogni caso, sicuramente ci saranno delle sorprese.
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