I Supergruppi si dividono sempre tra interessanti progetti teorici e fallimenti pratici: i Minor Victories che strada prenderanno?
Unite il Dream Pop degli Slowdive, il Post-Rock dei Mogwai e l’Alternative Rock degli Editors. Apparentemente impossibile, ma l’impossibile diventerà realta quando scoprirete che alcuni membri di questi tre gruppi si sono uniti per dare vita ad un nuovo supergruppo, i Minor Victories. Un progetto ambizioso ma che promette di fare scintille, visto che ruba componenti importanti a tre band altrettanto importanti: i Mogwai festeggiano quest’anno i vent’anni di attività, gli Slowdive sono tornati dopo vent’anni di inattività, mentre gli Editors ad ottobre cominceranno il tour europeo (con una tappa a Bologna).
I membri del nuovo supergruppo sono Justin Lockey, chitarrista degli Editors, la cantante folk inglese Rachel Goswell, voce storica degli Slowdive e Stuart Braithwaite, voce e chitarra dei Mogwai.
Questa formazione, davvero particolare, dovrà essere all’altezza del nome “supergruppo” che viene accollato subito a progetti che spesso si rivelano pura sperimentazione e non tentativo di sfondare ulteriormente nel mondo della musica.
Non ci sono infatti supergruppi nella storia che abbiano realmente inciso in profondità, riuscendo solo a scalfire la superficie e ad accontentare non tutto il grande pubblico, anche se non si può parlare di fallimento.
Supergruppi: ecco i precedenti
I Superheavy nella storia recente sono un esempio di come un supergruppo possa ottenere un ottimo riscontro grazie ad una hit da presentare alle radio: molti ricorderanno questo gruppo non per il progetto in sé, che vedeva la partecipazione di gente come Joss Stone, David Stewart degli Eurythmics, Damian Marley, il figlio più giovane di Bob Marley, e soprattutto Mick Jagger, leader dei Rolling Stones, ma per la canzone Miracle Worker, tormentone del 2011 grazie al sound tra il reggae ed il funky. Aldilà di questo, però, dei Superheavy non si sa nulla più e Mick Jagger ha preferito tornare in tour con i suoi Rolling Stones, come ben sanno i fortunati del Circo massimo dell’anno scorso.
http://https://www.youtube.com/watch?v=MTF7T1Nw5OU
Gli Atoms for Peace sono invece un bell’esempio di sperimentazione in seno ai supergruppi: nati dal leader dei Radiohead, Thom Yorke, la band contava come membri Flea, lo storico bassista dei Red Hot Chilli Peppers, Nigel Godrich, il “sesto membro” dei Radiohead, Joey Waronker, batterista dei REM, e Mauro Refosco, percussionista famoso per collaborazioni importanti con Brian Eno. Da membri di band come REM, Radiohead e Red Hot Chilli Peppers molti si aspettavano qualcosa di rock, ed invece gli Atoms for Peace hanno spiazzato tutti con un CD, AMOK, completamente elettronico, con molte tendenze afrobeat e incessanti percussioni. Il supergruppo ha avuto un ottimo successo nel tour (probabilmente per i nomi importanti) ma sarà difficile vederli in un futuro prossimo, soprattutto perché Thom Yorke si sta concentrando esclusivamente sul nuovo album dei Radiohead.
http://https://www.youtube.com/watch?v=DpVfF4U75B8
Risale a pochi mesi fa invece il rilascio dell’album del supergruppo formato dai Franz Ferdinand e gli Sparks, i FFS, che però ha riscontrato numerose critiche, probabilmente per la difficoltà ad unire due stili molto diversi.
Ma non tutti i supergruppi sono destinati al fallimento, e ci sono anche progetti talmente ben riusciti che si sono attuati con successo. I Foo Fighters, esempio più lampante, nascono infatti come progetto collaterale ai Nirvana, attuato, solo dopo la morte di Kurt Cobain, dal leader, Dave Grohl, e dal chitarrista Pat Smear, insieme a due membri dei The Fire Theft e il batterista di Alanis Morissette.
Altri “supergruppi” si sono formati One night only, e tra tutti è giusto proporvi questo video storico:
http://https://www.youtube.com/watch?v=Ya5WFvb-3A0
Non esiste ovviamente una tendenza assoluta che sancisca il destino dei Supergruppi, ma il più delle volte rimangono solo belle idee, progetti teorici interessanti e nulla più. Il successo dei Foo Fighters è quasi sicuramente dovuto alla scomparsa dei Nirvana, mentre gli altri esempi citati come abbiamo visto hanno in comune personalità diverse che cercano probabilmente di “staccare” dalla monotonia della loro prima strada percorsa e fare qualcosa di diverso, ma non certamente di importante. Una distrazione, nulla più. Ma magari i Minor Victories sono destinati a smentire questa tendenza dei supergruppi. Lo scopriremo presto.
Diego Sbriglia