Il 27 luglio del 1214 in una piccola città della Fiandra, attualmente in Francia, chiamata Bouvines si scontrarono gli eserciti francese, tedesco e inglese. L’esito della battaglia di Bouvines cambiò per sempre la storia del mondo: scopriamo perché.
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Il bel Medioevo
Il primo ventennio del XIII secolo rappresenta uno snodo cruciale per la storia europea e, di conseguenza, mondiale. Si tratta di un periodo denso di avvenimenti sia per l’Occidente sia per l’Oriente, probabilmente il periodo più florido del Medioevo. Non a caso gli anni che intercorrono tra il 1150 e il 1250 sono stati definiti da Jacques Le Goff “bel Medioevo“, a dimostrazione che l’età medievale non è stata un periodo oscuro, ma un’epoca di progresso e piuttosto florida dal punto di vista culturale.
Gli antefatti: Papato, Impero, Inghilterra e Francia
Dal 1198 sul soglio pontificio era salito Innocenzo III. Con quest’ultimo il papato aveva raggiunto il culmine del suo potere, influenzando lo scacchiere politico dell’intera area cristiana, la cosiddetta “Christianitas“. Ciò fu permesso da un periodo di crisi dell’Impero germanico: a causa della minorità del figlio di Enrico VI di Svevia, imperatore morto nel 1197, si scatenò una battaglia fra le varie fazioni tedesche per ottenere il trono imperiale. Nello stesso anno fu eletto dai principi Ottone IV di Brunswick, ma la sua incoronazione avvenne solamente nel 1209, ossia quando Innocenzo III decise di schierarsi apertamente per Ottone.
Nel 1199, in Inghilterra, Giovanni Plantageneto, detto Giovanni Senzaterra successe a Riccardo Cuor di Leone. Con Riccardo ancora in vita, già Giovanni tentò di sottrargli il trono, a causa della lontananza di Riccardo: questi era infatti impegnato nella terza crociata, detta “crociata dei Re” per il contemporaneo coinvolgimento di Riccardo, Federico Barbarossa e Filippo II di Francia.
L’iconografia tradizionale raffigura Giovanni come un re senza scrupoli, idea rafforzata nell’immaginario popolare dal film Disney di Robin Hood, in cui Giovanni diventa il “re fasullo d’Inghilterra“. Giovanni entrò in conflitto con Innocenzo III a causa del desiderio del re di imporre la sua influenza sulla Chiesa: come conseguenza l’Inghilterra subì l’interdetto, vale a dire la sospensione dei servizi ecclesiastici, decisione che appariva piuttosto sconvolgente ad un popolo la cui mentalità era completamente intrisa di fede cristiana.
In Francia a regnare vi era, come detto sopra, Filippo II. La dinastia capetingia, di cui Filippo II era esponente, stava cercando sin dal secolo precedente di rafforzare il suo potere. I re francesi, in quegli anni, esercitavano un’influenza diretta solamente nei territori dell’Île-de-France, vale a dire la regione parigina. I re francesi erano solamente de jure sovrani dell’attuale Francia: in realtà il potere era diviso con molti feudatari, tra cui gli stessi re d’Inghilterra, che governavano su una porzione del territorio francese addirittura superiore all’area d’influenza diretta dei re di Francia.
Bouvines: il perchè di una battaglia
Il favore concesso da Innocenzo III ad Ottone IV fu però temporaneo: l’imperatore si attirò le ire di Innocenzo III per le sue mire espansionistiche, e solamente nel 1210 Ottone ottenne la scomunica. Ottone si alienò progressivamente i favori della nobiltà tedesca, fino a quando Innocenzo III, forte della sua notevole influenza, decise il suo successore: Federico II di Hohenstaufen, incoronato re di Germania nel 1212.
A sostenere Federico II fu proprio il re di Francia, Filippo II, che già nell’elezione precedente aveva appoggiato il candidato rivale di Ottone di Brunswick. Quest’ultimo, bisognoso di appoggio, lo cercò e lo trovò in Giovanni d’Inghilterra, che si era già scontrato sul campo di battaglia con Filippo II. Il re francese voleva infatti ridurre il potere inglese sul continente.
Questo intreccio di alleanze portò alla battaglia di Bouvines: la coalizione anglo-tedesca capeggiata da Ottone di Brunswick e Giovanni d’Inghilterra, sbarcato in Francia per sorprendere Filippo II, si scontrò con le truppe francesi di domenica, giorno sacro e quindi, in teoria, scenario impossibile per una battaglia. Ma il pragmatismo prevalse e lo scontro si tenne.
Il trionfo di Filippo “Augusto” e le conseguenze di Bouvines
La vittoria per l’esercito francese a Bouvines fu netta e densa di conseguenze per tutti i coinvolti nella battaglia, e non solo. Filippo II fu soprannominato “Augusto“, gli storici del periodo affermarono che il suo trionfo fu dovuto alla rottura della “tregua di Dio” di Ottone, che aveva osato combattere di domenica. Parlando delle conseguenze concrete, c’è chi ha affermato che in quel giorno “nacque la Francia”. La vittoria consentì a Filippo II di strappare a Giovanni d’Inghilterra importanti regioni come la Normandia e l’Angiò, iniziando la lenta conquista dei territori plantageneti.
La nobiltà inglese, che già non era in buoni rapporti con Giovanni, forte della sua sconfitta riuscì a strappargli un documento con cui quest’ultimo faceva notevoli concessioni ai suoi Lord: si tratta della “Magna Charta Libertatum“, considerata la prima base della tradizione parlamentare inglese. Innocenzo III ebbe la sua rivalsa imponendo un tributo annuale al re inglese, che divenne formalmente vassallo del Papa.
Le conseguenze peggiori della battaglia di Bouvines le ebbe Ottone di Brunswick: la sconfitta gli costò l’Impero. L’ascesa di Federico II portò alla sua incoronazione nell’anno successivo ad Aquisgrana, la “capitale” dell’Impero carolingio.
La nascita della Francia, la tradizione parlamentare inglese, l’ascesa di Federico II, il rafforzarsi del papato: tutte queste conseguenze derivarono dall’esito di Bouvines, senza il quale la storia mondiale sarebbe stata completamente diversa.
Davide Esposito
Bibliografia
- Duby, G., La domenica di Bouvines. 27 luglio 1214, Einaudi, Torino 2010
- Le Goff, J., Un lungo medioevo, Edizioni Dedalo, Bari 2006