Il principe pagliaccio del crimine torna con una raccolta di storie datata 1970 e appartenente ad un serie incentrata sul Joker di Dennis O’Neil.
È stato l’omicidio, è stato la follia, è stato il re dello scherzo e per qualcuno è stato Joker, il principe pagliaccio del crimine. Nato dal genio creativo di Jerry Robinson con la collaborazione di Bill Finger e Bob Kane, Joker è comparso sulla scena fumettistica per la prima volta nel 1940 nel primo numero di Batman pubblicato dalla DC comics.
Molte sono state le caratterizzazioni di questo personaggio, il cui destino era, inizialmente, quello di sparire dalla schiera numerosa dei nemici di Batman, ma grazie a Whitney Ellsworth, l’editor dell’epoca, e alle sue originali caratteristiche la sua vita fu risparmiata.
Il Joker di Dennis O’Neil principe pagliaccio del crimine?
Si è detto che il personaggio di Joker è stato diversamente caratterizzato dai vari autori che se ne sono occupati (Frank Miller ed Alan Moore per esempio) e così ha assunto diversi visi ed il suo sorriso si è colorato di diverse tinte: più accentuata la follia, meno la trattazione della sua storia personale (trattata nel dettaglio solo in “The Killing Joke“ a cura di Alan Moore), più accentuata la sua furia omicida e così via.
Il Joker dipinto e caratterizzato da Dennis O’ Neil è, invece, il re dello scherzo, il principe pagliaccio del crimine.
A cura della DC Comics, è nata una raccolta in due volumi della serie degli anni ’70 interamente dedicata a The Joker, delineando un profilo veramente singolare e comico del noto pluriomicida molto più vicino ad una macchietta che ad uno spietato assassino.
Il primo volume
Nel primo volume sono raccolti cinque episodi (tre dei quali sceneggiati da Dennis O’ Neil) ed in ognuno di essi il folle Joker cerca di combattere o di burlare i suoi nemici, da due facce a freccia verde a Creeper ed altri. In ogni episodio emerge una personalità stravagante e burlona, legata a piani d’azione cervellotici e ad una spiccata intelligenza che però non sempre garantirà il suo successo.
Quasi in ogni episodio si mostra come Joker sia legato più al principio che agli oggetti in sé: testimone è il fatto che spesso egli stesso compie azioni impegnative solo per dimostrare la propria superiorità disfacendosi, spesso, del bottino. Un esempio risiede nella storia del primo episodio, nel quale Joker organizza una singolarissima fuga dall’ospedale psichiatrico Arkham e mette in piedi un articolato piano di strategia solo per dimostrare a due facce la sua abilità e la sua superiorità assoluta su quest’ultimo. Alla fine sarà catturato e riportato all’ospedale.
Il suo profilo è sempre versatile e dinamico, sempre pronto ad improvvisare ed a giocare il suo asso nella manica, in grado di cadere sempre a quattro zampe o di rinsavire dalle acque profonde (come si vedrà in uno dei cinque episodi).
Un personaggio che appare legato al mondo del gioco e dello scherzo e caratterizzato da una sottile sagacia che conferisce fascino al suo profilo che però può ambire a qualcosa di più.
Il Joker di Dennis O’Neil è certamente dotato delle caratteristiche sopraccitate, ma si può considerare un periodo di rilancio del personaggio ed abbastanza lontano da quello che poi Joker diventerà con autori successivi come Alan Moore, il quale tenderà a delineare un profilo più realistico del personaggio che in questi panni sorride e sghignazza con gli occhi pieni di una divertente follia.
Le sceneggiature sono spesso composte da frasi satiriche che, in determinate circostanze, rendono l’atmosfera carica di ironia e divertimento, anche nei momenti di suspense o di inquietudine. Le didascalie sembrano spesso essere uno sfottò bonario nei confronti della storia e della situazione stessa proprio per il loro carattere fortemente solenne ed a tratti “epico”.
I disegni che portano il nome di José Luis García-López o Irv Novick ed altri ancora sono in pieno stile DC comics, molto colorati e con tratti di matita ben definiti. Il fumetto stampato, in questo caso, su carta semi lucida permette di apprezzare ancor di più le coloratissime tavole.
Una raccolta di storie certamente interessante in quanto la versatilità della personalità di Joker è sempre meritevole di attenzione proprio per le sue mille sfaccettature, ma il principe pagliaccio del crimine sembra in realtà destinato, con gli autori successivi, ad un altro futuro, più truce e sanguinario, più folle e distruttore, così folle da sembrare giusto, folle solo perché portatore di idee giuste, senza cortesi filtri di circostanza come è giusto che sia.
Corinne Cocca