300 è il titolo di un fumetto del 1998, scritto da Frank Miller, da cui è stato tratto l’omonimo film otto anni dopo. L’opera cartacea, e il film di conseguenza, è stata accusata di esaltare l’ideologia fascista a causa dei temi trattati.
Per comprendere le critiche, e soprattutto per rendersi conto che sono infondate, bisogna prima di tutto dare uno sguardo al fumetto.
300 di Frank Miller: la trama del fumetto
La storia è ambientata nel 480 A.C., e racconta una versione romanzata della Battaglia delle Termopili. Leonida, Re di Sparta, si reca alle Termopili per far insorgere la Grecia intera contro l’avanzata persiana, conscio dell’impossibilità di poter distruggere l’esercito avversario: egli infatti, a causa della profezia degli Efori, non può muovere guerra contro Serse.
Il suo unico scopo è, quindi, provocare l’avversario, rallentarne la sua avanzata con un manipolo di uomini (sfruttando la geografia del territorio), e fare in modo che Serse venga sconfitto dagli altri greci, sacrificando la sua vita e quella dei suoi trecento soldati.
Arriverà persino a sperare in qualcosa in più della gloria, ma questa fugace speranza verrà distrutta dal traditore Efialte. La storia si conclude con la morte dell’esercito spartano, per poi passare ad un futuro prossimo, dove l’intera Grecia si prepara alla battaglia (che li vedrà poi vincitori nella realtà storica).
Principali critiche al fumetto “300”: è fascista?
Perché 300 è quindi visto come un fumetto “fascista”? Le critiche principali sono rivolte all’esaltazione del militarismo e del nazionalismo spartano. Altre critiche sono invece dovute a scelte stilistiche come, ad esempio, l’aver reso Efialte uno storpio. Benché non serva dirlo, qualcuno ha addirittura accusato l’opera di non essere del tutto fedele alla storia. Queste persone non hanno, evidentemente, compreso di star leggendo un fumetto tratto da un avvenimento storico, e non un libro di storia.
Alla luce di queste critiche, perché dire che sono infondate?
Un qualsiasi storico serio, o appassionato di storia, risponderebbe dicendo che tutto ciò è anacronistico. Nonostante le inevitabili inesattezze storiche, 300 ha comunque delle basi piuttosto solide: Sparta era realmente una polis prevalentemente guerriera, ed il loro esercito è passato alla storia (e alla leggenda). Loro avevano inoltre un “amor di patria” che è ben diverso da quello che noi, al giorno d’oggi, potremmo avere.
L’ideologia fascista è di 2400 anni posteriore alla storia di Sparta (prendendo in esame il regno di Leonida), e accostare le due cose è quantomeno ridicolo. Del resto, basti aprire un libro di storia: vedremmo come la quasi totalità dei popoli dell’epoca (se non tutti) erano piuttosto propensi alla guerra. Figurarsi un popolo che sosteneva la sua discendenza da Eracle (Hercules), e passato alla storia proprio per l’efficacia delle sue tattiche militari.
Perché l’amor di patria spartano è diverso da quello a cui siamo abituati? All’epoca non esisteva neanche il concetto di nazione. Gli spartani non difendevano tanto la loro città, quanto la loro identità di “abitanti di Sparta”: difendevano, insomma, il loro territorio e la loro autonomia, difendevano la loro casa.
In sintesi: è assurdo anche solo pensare di poter definire “fascista” un regno di 2500 anni antecedente all’ideologia stessa. Al più, si potrebbe pensare che Mussolini vedesse gli Spartani come un popolo da cui trarre insegnamento.
Efialte: il traditore storpio
Come anticipato, un’altra critica all’opera è data alla rappresentazione mostruosa di Efialte. I documenti storici non dicono nulla riguardo l’aspetto fisico del traditore, quindi in una rappresentazione visiva tutto sta all’autore.
Naturalmente Miller è stato accusato di esaltare la bellezza “fascista” degli Spartani in contrapposizione alla mostruosità dei nemici e di Efialte. Eppure, anche qui, non c’è di che stupirsi.
La kalokagathia, ovvero il principio di “bello e buono” (e quindi, per immediata opposizione, brutto e cattivo) è di millenni antecedente (parliamo di Platone, del resto) all’ideologia fascista, al fumetto di Miller e al film di Snyder.
Miller non è stato il primo ad accostare un brutto aspetto al cattivo, e sicuramente non sarà l’ultimo, e più che altro ci si dovrebbe chiedere perché venga accusato solo Miller di ciò. Del resto molti “cattivi” dei fumetti non rientrano nei normali canoni di bellezza: basti pensare a Due Facce (storico nemico di Batman). In lui la kalokagathia è ancor più evidente che nel personaggio di Efialte, in quanto la sua psiche è divisa tra il buono e il malvagio da quando la sua faccia è divisa tra “bella” e “brutta”.
In sintesi: anche qui è del tutto assurdo muovere critiche all’autore, in quanto non ha disegnato nulla di strano in 300. Anzi, a maggior ragione che Efialte non viene mai descritto fisicamente, Miller era ancor più “libero” di disegnarlo come volesse.
Del resto, però, quando si vuole criticare qualcosa per forza, ci si appiglia alle più piccole sciocchezze.
Marco Giusto