Nato nel 1946 in Corea, Lee Il Ho si è laureato al Dipartimento di Scultura presso la Facoltà di Belle Arti e Design dell’Università Hongik. L’artista ha all’attivo una carriera artistica di circa 40 anni durante la quale si è dedicato prevalentemente all’arte della scultura.
Per Lee Il-Ho la scultura è un silenzioso racconto di ciò che non può essere trasmesso attraverso il silenzio stesso.
E questo silenzio non è visto come un ostacolo di passaggio che può essere superato, ma è il raggiungimento di una equilibrata stabilità insita nella scultura.
Nel 1970, quando il Minimalismo dominava la scena artistica come corrente principale, Lee Il Ho combinava nelle sue opere forme geometriche ed organiche. In seguito ha spostato la sua attenzione sull’elemento figurativo attraverso una tensione che enfatizza la relazione tra corpo ed emotività, trattati con uno studiato filtro surrealista.
Il corpo umano attraversa il confine tra bidimensionalità e tridimensionalità, viene posto come davanti a uno specchio immaginario in cui si può sbirciare nella parte della mente introspettiva e autoriflessiva. Le sculture di Il-Ho apparentemente sembrano essere le rappresentazioni fisiche e materialistiche dell’universo, e della connessione dell’uomo con le sue pulsioni che attraversano il materiale, l’inconscio e lo spazio.
Potrebbero, però, essere semplicemente considerate le trascrizioni delle sue proprie idee sull’universo. Lee Il Ho stesso, infatti, in una delle sue poche interviste a riguardo della sue sculture ha detto: “Le opere riflettono la mia curiosità nei confronti del mondo. In fondo, nonostante tutte le implicazioni teoriche presenti nell’estetica e nella storia dell’arte, si può dire che ogni opera d’arte comunichi l’immaginario del suo autore. Le mie sculture sono indicazioni della sensualità che è parte della vita di ogni individuo. Si posizionano fuori dal tempo, in un momento di eternità e di estraneità. E’ come bloccare la scena di un film in un fermo immagine. Come in Sodoma e Gomorra, dove i personaggi diventano staute di sabbia.”
Proprio per cristallizare le immagini delle proprie emozioni come in un film, una decina di anni fa Lee Il Ho ha comprato una piccola parte dell’Isola di Mo, costruendovi prima una casa dove abitaree in seguito ha iniziato a curare un piccolo giardino che termina sulla spiaggia dove ha installato alcune delle sue opere.
Il parco delle sculture, detto Baemigumi, è un luogo suggestivo che permette all’artista di stare in contatto costante con il suo altro grande amore, il mare. “L’oceano mi ha sempre colpito per la grande e malinconica bellezza racchiusa nella profondità delle sua acque. Ho sempre amato osservare il tramonto sul mare e mi piacerebbe stare vicino all’oceano fino alla fine dei miei giorni.”
Questo suggestivo parco, che ora rappresenta un’ambita meta turistica, ha affascinato anche il discusso regista sudcoreano Kim Ki-Duk, che nel 2006 rese questa spiaggia scenario di alcune riprese del suo tredicesimo lungometrggio “Time”.
Michela Sellitto