“Je suis né pour te connaître/ Pour te nommer/ Liberté.”¹
In questi giorni ricordiamo la fine della Seconda Guerra mondiale nel Pacifico nel 1945, la resa del Giappone, lo sgancio di “Little Boy” e “Fat Man”, le due bombe atomiche che annichilirono rispettivamente le floride città di Hiroshima e Nagasaki. La potenza dei due ordigni, il successivo fallout che ne seguì, presero istantaneamente la vita di centinaia di migliaia di civili, cambiando la Storia e segnando l’umanità.
Tuttavia in questo articolo ricorderemo un agosto dalla sorte più felice, che ci è stata raccontata da Paul Éluard: alla fine dell’agosto del ’44, infatti, la Francia era ormai libera dall’occupazione nazista, e Parigi poteva rialzare il capo verso un nuovo avvenire.
Un poeta clandestino
Paul Éluard è considerato² uno dei più irriducibili esponenti della poesia impegnata clandestina (spesso sotto gli pseudonimi di Jean du Haut e Maurice Hervent) durante l’occupazione nazista in Francia. Si tratta infatti di un periodo dalla rigidissima censura preventiva, e la poesia, attraverso l’adozione di un linguaggio volutamente oscuro o allegorico, si prestava con la sua finezza a sfuggire ai controlli dei censori lasciando passare messaggi in codice o inni di libertà. Personalità di grande coraggio, nel 1943 pubblica, per le clandestine “Éditions de Minuit”, l’antologia “L’Honneur des poètes”, raccogliendo i componimenti di autori engagés nella Resistenza. Successivamente, dovrà rifugiarsi in uno dei tanti sanatori che all’epoca offrivano discreto riparo ai vari intellettuali e pensatori perseguitati dal regime.
È del 1944 la raccolta “Au rendez-vous allemand” (“Appuntamento coi tedeschi) in cui appare l’emblematica poesia “En plein mois d’août” (“In pieno agosto”), espressione della gioia della librazione francese.
In pieno agosto
En plein mois d’août un lundi soir de couleur tendre
Un lundi soir pendu aux nues
Dans Paris clair comme un oeuf frais
En plein mois d’août notre pays aux barricades
Paris osant montrer ses yeux
Paris osant crier victoire
En plein mois d’août un lundi soir
Così comincia il componimento: in una Parigi immersa nei colori tenui della caligine estiva (“Paris clair comme on oeuf frais”), un lunedì sera di agosto la città, identificatasi nel partigiano, osa scrutare al di là delle barricate, e levare un grido di vittoria. La speranza riscalda gli animi, tuttavia volgendo subito dopo il pensiero a quanti hanno dato la propria vita per sfuggire alla repressione:
Nous allons imposer l’espoir
Nous allons imposer la vie
Aux esclaves qui désespèrent
Ed un semplice lampo di speranza e certezza è in grado di far dimenticare i torti subiti, gli orrori vissuti:
En plein mois d’août nous oublions l’hiver
Comme on oublie la politesse des vainqueurs
Leurs grands saluts à la misère et à la mort
Nous oublions l’hiver comme on oublie la honte
In questi attimi si potranno perdonare anche coloro che non hanno fatto nulla per opporsi, o addirittura hanno favorito il regime: si tratta dei collaborazionisti, vera piaga dell’Occupazione di quegli anni (ed è in opposizione ad essi, ad esempio, che si fa riferimento all’ ‘onore’ in “L’Honneur des poètes”).
La douceur d’être en vie la douleur de savoir
Que nos frères sont morts pour que nous vivions libres
Car vivre et faire vivre est au fond de nous tous
L’umanità è vivere e soprattutto far vivere: in queste parole è da ricercare il senso della resistenza all’invasore, della lotta partigiana a difesa della patria, quale strumento della conservazione della vita altrui, del ‘far vivere’ il fratello, il vicino, l’alleato, e difenderlo dall’oppressione.
Ed è infine la notte che sopraggiunge, coronando la sera; una notte che si svela a poco a poco, “specchio dei sogni”, una notte d’agosto che può giacere libera su Parigi grazie ai respiri di sollievo di quanti hanno combattuto affinché la vita tornasse a scorrere come prima, conservando in essi un nuovo bagaglio fatto di suggestive antitesi: “la dolcezza e il lutto”.
Voici la nuit voici le miroir de nos rêves
Voici minuit minuit point d’honneur de la nuit
La douceur et le deuil de savoir qu’aujourd’hui
Nous avons tous compromis la nuit.
Daniele Laino
Bibliografia:
Eluard P., En plein mois d’août, in Au rendez-vous allemand, 1944.
1. Eluard P., Liberté, in Poésie et vérité, 1942
2. Leuwers D., Poètes français des XIXe et XXe siècles, 1987.