Paolo Troilio, pittore contemporaneo di Taranto

Quello che spesso non si nota è ciò che il dettaglio racchiude, come ad esempio quando il corpo si accosta allo strumento che gli consente di creare, e assume quella spontanea estrema e struggente tensione propria solo della perfetta bellezza. Quando poi quello strumento è il corpo stesso il risultato ottenuto è una potenza emozionale da cui si è catturati e travolti.

Questo è ciò che sprigiona e racchiude l’opera di Paolo Troilo, pittore quarantenne originario di Taranto, che dal 2005 ha abbandonato la sua cariera di Direttore Creativo per dedicarsi esclusivamente alla pittura, e più precisamente alla lotta lacerante dei suoi urlanti corpi silenziosi.

Rannicchiato-cm.-120-x-120-580x573 1082117905paolo-troilo-7

 

 

 

 

 

 

 

Dipingo il mio corpo con il mio corpo. Dipingo me stesso con me stesso,

ha detto l’artista in riferimento alla sua pittura, una tecnica che riconosce come un’esperienza di consapevolezza ancora più forte rispetto alle tradizioni accademiche.

Paolo-Troilo-Handpainting-Same-01-580x386

Troilo all’estero viene definito “fingerspainter” proprio perché per dipingere non usa i classici strumenti della pittura ma le sue stesse dita che intinge in vasetti di acrilico nero e avorio per poi diffonderle lungo la superficie delle sue tele fino a riempirle interamente di tutta la sua dinamica emozionalità. L’opera complessiva parte da un particolare, quale il naso o la bocca, e poi la massa va ad espandersi e a delinearsi fino ad arrivare alle figure in continua lotta tipiche dell’artista.

Dopo aver dipinto meticolosamente i dettagli sempre con le dita, completa il suo lavoro con schizzi di vernice che lascia colare per creare un effetto dinamico aggiunto.

La sua tavolozza pittorica è volutamente bi-cromatica, non ci sono vie di fuga, i mezzi toni sono eliminati per consentire di dare forza e vigore a ogni suo tratto, l’intento è quello di raggiungere la stessa potenza comunicativa della luce.

 Unico soggetto rappresentato da Troilo nelle sue opere è se stesso, colui che più conosce e che quindi meglio può esprimere l’intima violenza dei sentimenti: il se stesso che ci presenta è urlante e lacerato, arrabbiato e disperato, travolto da una feroce irruenza che crea un tumulto oscillante tra libertà e inquietudine. Alcune fattezze del proprio volto sono rese deformi, contorte e sfibrate dalle proprie grida, intensificando cosi la foga delle sue pulsioni. Dopo che Troilo ha totalmente specchiato e riflesso il suo io sulle tele, queste diventano uno strumento che induce lo spettatore a immedesimarsi pienamente nella struggente visceralità emozionale rappresentata, facendola propria.

1082117782tumblr_kuskzd4mpd1qaqj1fo1_1280

I lavori di Paolo Troilo propongono una riflessione introspettiva sulla vita e sull’uomo, sulle gabbie che si crea o da cui è intrappolato e sulla necessità di evasione. Le sue opere quindi diventano la forma tangibile di quel silenzioso grido intimo e naturale che coinvolge indiscriminatamente tutti, come una richiesta materiale di una restituzione della propria emotività che si possa esprimere senza giudizi, pregiudizi e condizionamenti.

La sua carriera di pittore è iniziata quasi in sordina, per poi esplodere clamorosamente come le sue opere fino a portarlo ad essere uno degli artisti italiani più apprezzati e tra i protagonisti più ammirati alla Biennale di Venezia nel 2011. Da quel momento la sua ascesa non si è più fermata, portandolo ad esporre tra le gallerie più importanti tra cui Insanbul, Tel Aviv , Berlino, San Francisco, e tante altre.

Attualmente vive a Milano dove continua a dedicarsi completamente ed esclusivamente alla pittura.

Michela Sellitto