Alla fine del XIX secolo l’Europa era considerata la culla della fotografia. Difatti, era proprio lì che nascevano dibattiti sul ruolo che avrebbe dovuto avere nella società.
Nel 1900 la Kodak introdusse la fotocamera Brownie al prezzo di un dollaro.
“Si preme il pulsante, noi facciamo il resto”
era lo slogan per questo apparecchio che poteva essere alla portata di tutti, sia economicamente che tecnicamente.
Il pittorialismo fu la reazione di diversi gruppi di fotoamatori alla diffusione della fotografia realizzata senza alcuna conoscenza tecnica, la quale era stata un elemento indispensabile fino a quel momento. Gli effetti pittorici che si ottenevano durante e successivamente alla stampa, le tecniche complesse e la tecnica della gomma bicromatica, considerata il simbolo del pittorialismo, hanno incarnato gli ideali di autenticià e artisticità.
Questo movimento si sviluppò nei club che in seguito nacquero rapidamente: “Photo Club” a Parigi, “Camera Club” a Vienna, “Amateurphotographen-Verein” di Amburgo, “Association belge des photographie” in Belgio e “Linked Ring Brotherhood” a Londra. Questi gruppi furono in costante contatto tra loro e crearono un vero e proprio movimento artistico attorno al pittorialismo. Infatti, questi ultimi organizzarono mostre ispirate ai Salons pittorici. A contribuire alla diffusione delle idee dei gruppi furono le riviste nate appositamente in questo periodo: “Camera notes”, “Die Kunst in der Photographie”, “L’Art Photographique”, “Photographische Rundschau”.
I fotografi pittorialisti si ispiravano al simbolismo escludendo tutti gli aspetti della quotidianità. Ad esempio, Guido Rey travestiva i soggetti delle sue foto per distaccarli dalla contemporaneità riportandoli all’armonia tra uomo e natura ormai perduta da tempo.
Il primo decennio del Novecento arrivò in fretta e con esso portò la fine del pittorialismo, il quale aveva ormai esaurito le sue innovazioni diventando un altro dei molti movimenti ormai superati.
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Alfred Stiegliz, il mentore del pittorialismo
Alfred Stieglitz nacque in New Jersey il 1 gennaio 1864. Fu considerato il mentore del pittorialismo. Infatti, fondò la rivista “Camera Work” ed aprì la galleria “291” per promuovere i fotografi del movimento. In seguito divenne un sostenitore della “fotografia diretta”. La sua personalità forte lo portò ad imporre il suo pensiero artistico negli Stati Uniti, raggiungendo risultati inimmaginabili all’intenro di un Paese ancora alla ricerca della sua identità. Circondandosi di fidati consiglieri, egli veniva aggiornato su tutte le novità del momento. Stieglitz conosceva il ruolo secondario della fotografia statunitense di quel periodo e, grazie alla “291”, ribaltò la situazione. Dunque, Stieglitz ha permesso che la fotografia si affermasse all’interno del sistema e del mercato dell’arte.
“Camera Work”
Fondata da Alfred Stieglitz, la rivista “Camera Work” nacque nel 1903 e si distinse dalle altre per l’ottima qualità delle immagini riprodotte. Inoltre, accanto ad esse vi era la descrizione della tecnica originale e quella adottata per la riproduzione. Tutto ciò portò “Camera Work” ad una notorietà non indifferente, ponendola come la rivista più importante di inizio secolo che mostrava rispetto agli artisti del movimento affermando ancora di più il concetto di pittorialismo. Inizialmente gli abbonati alla rivista furono 650, nel 1912 scesero a 304 fino ad arrivare all’ultimo numero, destinato a divenire uno dei più celebri, dedicato a Paul Strand che fu inviato a sole 36 persone ancora fedeli alla rivista.
La galleria d’arte “291”
Nel 1905, al numero 291 di Fifth Avenue, Alfer Stieglitz aprì una galleria d’arte dedicata esclusivamente alla fotografia pittorialista. Quest’ultima ebbe un grande successo: i visitatori furono più di 15.000. Nonostante la notorietà, Stieglitz decise di voltare pagina e dare una nuova immagine alla “291”. Dal 1907 al 1913, egli aprì le porte della sua galleria anche ad altri artisti. Difatti, il 1908 vide le mostre di Rodin e Matisse e nel 1909 di Toulouse-Lautrec. Cosa portò il mentore del pittorialismo a discattarsi da quest’ultimo? Egli voleva distaccarsi dal legame troppo forte con quel movimento che appoggiò con fermezza negli anni precedenti perché sosteneva che l’affermazione di tale movimento dovesse avvenire attraverso il pubblico e non il privato. A spingerlo all’allontanamento furono anche i suoi consiglieri che gli presentarono Rodin, Matisse ed in seguito Picasso.
Ilaria Cozzolino
Fonti
Bibliografia: Una storia della fotografia del XX e del XXI secolo a cura di Walter Guadagnini.
Immagini: Google