Quando la viralità produce arte. Questo si potrebbe dire dell’esperienza artistica di Antonio Mora, anche conosciuto in rete come Mylovt, designer spagnolo, che dopo 15 anni di carriera come Art Director ha abbandonato tutto per dedicarsi alla sua unica passione: l’arte.
Le sue opere sono un evidente sfogo di tutta la creatività che la sua mente contiene, una fantasia che è fonte inesauribile e desiderosa di espressività.
Le immagini che gli si ripropongono davanti agli occhi sono surreali, parlano di un mondo profondo che può essere spiato solo in quegli spiragli che la mente concede nel momento che passa tra il sonno e la coscienza.
Il suo lavoro evocativo riesce a scatenare sentimenti intensi, che nascono dall’idea che l’arte è fatta per turbare la coscienza. Mora definisce la sua improvvisa ispirazione creativa come una scintilla che si accende inaspettata sovrapponendo sogno e realtà, producendogli delle illusioni visive mentre semplicemente sfoglia immagini che trova attraverso qualunque tipo di rivista, blog o social network. E proprio questi ultimi sono stati l’involontario strumento del suo successo. Dopo aver caricato alcune delle sue immagini su Pinterest, queste hanno subito invaso l’intero mondo virtuale subentrando rapidamente sui siti più visitati, e rendendo così impossibile la capacità di sottrarsi alla visione di qualche sua opera.
“Quante volte associamo un volto ad un luogo, una luce, un’emozione. Nella memoria sono archiviati miscugli di immagini spezzate di sconosciuti ai quali abbiamo rivolto solo uno sguardo veloce.”
Quelle di Mora sono delle fusioni, una costante ricerca di combinazioni che ostacolano o risvegliano l’inconscio. Scova immagini racchiuse nei sogni, dove volti di donne si prolungano lasciando scorgere nuvole di vento o acqua, paesaggi si stagliano nei profili opachi di figure umane distinte ma allo stesso tempo irriconoscibili, dove ognuno può ritrovare la figura ibrida di qualcosa di familiare se non di se stesso.
Quelle che si vengono a creare sono maestose fotografie astratte e misteriose, che lasciano sempre un senso di incompleto e disturbano il senso estetico comune. L’abilità di Mora consiste nel ricavare le sue immagini da una sovrapposizione di ritratti e paesaggi, grazie al suo occhio acuto che gli permette di trovare somiglianze improbabili. Dopo aver applicato la tecnica del collage digitale, utilizza vari strumenti come filtri, tonalità, saturazione e gradienti di opacità, in un processo creativo giocato sulla composizione che da come risultato la mescolanza unificata di due o più fotografie. Da queste fusioni visive nascono immagini che vedono i rami di un albero come un prolungamento di un volto o un maremoto invadere il capo di una donna.
Sul proprio sito Mora interagisce con il proprio pubblico dando anche la possibilità di poter avere un proprio ritratto trasformato in un’opera d’arte: il suo invito consiste nel mandargli un ritratto accompagnato da una descrizione della persona e in pochi giorni rielabora e personalizza l’immagine.
Michela Sellitto