Finché, un giorno d’inverno, non soffiò un irrequieto vento del Nord… e proprio in questo freddo giorno d’inverno, il piccolo villaggio francese in cui la Tranquillité regnava sovrana, avrebbe conosciuto per la prima volta ciò che avrebbe scombussolato il tran tran quotidiano e le pudiche vite dei suoi abitanti. L’artefice di tutto questo? Il cioccolato! chocolat
Lasse Hallstrom dirige Chocolat, una dolce commedia che appare nelle sale cinematografiche nel 2000 riscuotendo un degno successo aggiudicandosi ben cinque nomination agli Oscar del 2001, un bel risultato, calcolando che seguiva il trionfo del suo precedente lavoro, Le regole della casa del sidro, vincitore di due statuette d’oro.
Una favola al cioccolato
Protagonista è Vianne (Juliette Binoche) una donna in perenne viaggio accompagnata dalla sua figlioletta Anouk (Victorie Thivisol), entrambe in cerca di nuovi luoghi da scoprire e persone da aiutare attraverso il cioccolato dei Maya. Questa volta però il loro soggiorno non si prospetta molto semplice in quanto il villaggio di Lansquenet è sotto il vigile controllo del Conte De Reynaud (Alfred Molina), fervente cattolico ma soprattutto rigido e rigoroso moralista.
Vianne e Anouk, arrivate al villaggio coperte da due mantelli rossi, si ritrovano proprio nella tana del lupo, il quale fin da subito è deciso a scagliare la cittadina contro le nuove arrivate la cui colpa è quella di voler aprire una chocolaterie durante il periodo quaresimale. In una città che sembra quasi essere esposta ad una rigida dittatura del Conte, il quale più che leggi si “limita” ad usare armi ben più subdole, quasi tutta la popolazione si ritrova schierata contro l’immoralità del cioccolato.
Nonostante tutti i tentativi del Conte, c’è comunque qualcuno che si rifiuta di partecipare a questa folle crociata e che resiste ai suoi sermoni moralisti, anzi bigotti, e alle campagne di boicottaggio contro il peccaminoso negozio di cioccolatini e la sua padrona. Infatti dalla loro parte si schiera la padrona del negozio, una vecchia e burbera settantenne, interpretata da un’eccellente Judy Dench, che viene addolcita dal piacere del cioccolato. Inoltre quel vizioso piacere serve anche a modificare radicalmente la vita di Josephine, che trova finalmente la forza di lasciare il marito violento e alcolista, trovando riparo proprio tra i dolci aromi e sapori del negozio di Vianne.
Ma la missione del Conte non si limita solo contro il cioccolato, sia ben chiaro. Infatti sembra proprio non esserci un attimo di pace per il paesino di Lansquenet che diventa ora approdo di un gruppo di nomadi capeggiati da Roux, un “topo di mare” come si definisce lui stesso, interpretato da Johnny Depp, il quale fa soltanto un primo e fugace incontro con la parte del pirata che interpreterà poi alla perfezione nella trilogia dei Pirati dei Caraibi.
In un film progettato non solo come una commedia leggera da vedere per rilassarsi dopo il lavoro, vengono invece affrontati importanti temi come quello della violenza sulle donne e sulla diffidenza e il rifiuto per il diverso, propri della fine degli anni ’50, periodo dell’ambientazione della storia, ma che ad oggi non sono certo del tutto spariti.
Sulle note di Minor Swing siamo trasportati in un universo di sapori ed odori, in un paesino che appare così chiuso al mondo esterno da sembrare quasi addormentato. Ma come in una favola il principe arriva in sella al suo destriero a liberare l’addormentata combattendo con la sua spada, qui è una coraggiosa eroina che arriva con un’arma ancor più dolce, il cioccolato. Sarà quindi Vianne a liberare il paesino dalla bolla in cui si era rifugiato.
Un film, tratto dall’originale romanzo di Joanne Harris, diretto con maestria da Hallstrom, che se da un lato ci lascia con l’acquolina in bocca alla vista di tutto quel cioccolato, dall’altra lascia invece sazia la nostra fame cinematografica.
Celia Manzi