L’avventura: il caos dei sentimenti

Il regista come poeta

L’avventura prima ancora di essere un’esperienza cinematografica e visiva, è un’esperienza di autonomia intellettuale, di rivoluzione del linguaggio cinematografico e della figura del regista. Assistiamo oramai all’affermazione della personalità d’autore del regista, svincolato da logiche commerciali e di necessità di compiacere il pubblico. Ormai il regista, in tal caso Michelangelo Antonioni, è al pari di un poeta o di un pittore, e la macchina da presa diventa la sua penna o il suo pennello, strumenti essenziali per l’espressione dell’arte. A quei tempi lo stesso accadeva in Francia con l’esplosione della nouvelle vague e mentre a Cannes La dolce vita, che ha altrettanto rivoluzionato il cinema, vinceva la Palma d’oro, L’avventura si “guadagnava” la malevolenza del pubblico e la benevolenza della critica e di intellettuali, vincendo il Premio della giuria

L'avventura

Nella realizzazione della sceneggiatura de L’avventura oltre ad Antonioni, troviamo due grandi sceneggiatori come Tonino Guerra ed Elio Bartolini, a comporre le musiche invece è Giovanni Fusco, che ha firmato alcune delle migliori opere di Antonioni. Nel cast giganteggia la figura di Monica Vitti, per la quale parla la sua importanza nella filmografia e nella vita di Antonioni, troviamo poi nomi come: Gabriele Ferzetti, Lea Massari e Lelio Luttazzi.

L’avventura, la trama

Claudia (Monica Vitti) e Anna (Lea Massari), sono due amiche. Anna proviene da una ricca famiglia ed è legata a Sandro (Gabriele Ferzetti), il quale però le dedica poco tempo perché sempre impegnato nel suo lavoro da ingegnere civile. Questi tre decidono di partire insieme ad altri amici su un piccolo yatch, in direzione isole Lipari. Durante il viaggio decidono di fermarsi in una piccola isoletta rocciosa, qui Sandro chiede ad Anna di sposarlo, ma la donna rifiuta e il rifiuto sarà l’ultima cosa che vedremo di Anna, che scompare per il resto del film. Intanto Sandro e Claudia si mettono alla ricerca di Anna, tra i paesaggi e i piccoli paesini della sicilia.

L'avventura
L’avventura

Un film espressione dei sentimenti di una società

L’avventura, come a molti può apparire, è un film ingombrante, prolisso, confuso. Sembra ingombrante perché Antonioni si sofferma su inquadrature apparentemente senza senso, prolisso perché succedono tante cose ma non succede nulla di realmente concreto se non la scomparsa di Anna ed c’è una confusione dettata dai comportamenti ambigue dei personaggi, che si muovo nell’incertezza dei sentimenti e dei loro ruoli. Ma non dobbiamo dimenticare che questa apparente confusione e prolissità è una caratteristiche del cinema di Antonioni, chi non ha provato confusione di fronte all’atmosfera meccanica de Il deserto rosso?

«Guardando gli uomini e le donne intorno a me, ho constatato l’instabilità e la fragilità dei loro rapporti(…). I personaggi del film sono uomini e donne che, senza essere normali, tentano di condurre la loro vita e i loro amori normalmente. Ma incontrano tali difficoltà che non possono evitare la catastrofe (…).Il mio film non è una denuncia o una predica, è un racconto per immagini, dove io mi auguro sia possibile cogliere il modo in cui oggi si sbagliano i sentimenti. L’erotismo oggi imperante è un sintomo della malattia dei sentimenti. Non si sarebbe erotici, cioè ammalati di Eros, se Eros fosse sano, cioè giusto, adeguato alla natura e alla condizione dell’uomo. La catastrofe de “L’avventura” è una spinta erotica di questo genere: infelice, meschina, inutile. Non è l’anarchia sentimentale la conclusione cui giungono i miei personaggi: se mai giungono a una forma di pietà reciproca: Che altro ci resta da fare se non riusciamo ad essere altro?»

L’avventura ci mette subito di fronte ai personaggi, senza nemmeno che li si conosca. Subito li vediamo agire nel presente, senza se e senza ma e lo stesso, in salse diverse, rivedremo negli altri due film che compongono la trilogia: assistiamo grazie ad Antonioni, ad una perfetta rappresentazione di una società che si trova di una fase di messa in dubbio dei valori tradizionali, donne e uomini viventi in un universo senza rotta, alienati nel proprio ambiente naturale, tutti fattori che hanno tra le tante conseguenze la trasformazione dei rapporti sociali.

L'avventura

Non ci importa se alla gente comune non è piaciuto, se non ha colpito il grande pubblico per la sua ermeticità o se su Antonioni Bruno Cortona ci ha fatto una bella pennichella, ciò che conta è che L’Avventura è stato uno dei migliori film italiani nel descrivere la società italiana in un modo così reale e profondo e allo stesso tempo in maniera distaccata e innovativa.

Roberto Carli