Il cavallo è da sempre uno degli animali più studiati dagli zoologi e dai biologi di tutto il mondo. La sua importanza per l’uomo affonda le radici nella preistoria, poiché fondamentale è il ruolo che esso ha rivestito nello sviluppo sociale ed economico della nostra specie: i cavalli furono tra i primi animali ad essere addomesticati e essere sfruttati in diversi ambiti, dal trasporto all’agricoltura, grazie alla grande versatilità del loro piano strutturale.
La scoperta di un fossile che aiuti a tracciare la storia evolutiva di questo animale rappresenta senza dubbio un’evento importante. È quindi facilmente comprensibile l’interesse scaturito attorno al ritrovamento di Eurohippus messelensis, parente prossimo del cavallo.
Eurohippus messelensis, un antenato del cavallo
I laghi anossici sono dei luoghi dalle condizioni ottimali perché si verifichi il fenomeno della fossilizzazione. È proprio nel Messel Lake, in Germania che sono stati ritrovati, ottimamente conservati, i resti fossili di Eurohippus messelensis, ucciso probabilmente dalle emissioni gassose causate dall’attività vulcanica alla quale era soggetta la zona in quel periodo.
L’esamplare era sicuramente una femmina, infatti nel suo grembo è stato trovato un feto, del quale sono rimasti anche alcuni tessuti molli, e parte della placenta. Ciò ha permesso di studiare il sistema riproduttivo del cavallo, osservandone anche direttamente una fase dello sviluppo ontogenetico.
A parte le ossa del cranio, il grado di conservazione del resto dello scheletro è quasi sorprendente. Ciò ha permesso ai paleontologi guidati Jens Lorenz Franzen del Senckenberg Research Insitute di Francoforte (Germania) e del Naturhistorisches Museum di Basilea (Svizzera), di studiare ,in relativamente poco tempo, il cavallo, catalogare il grado di parentela con l’attuale Equus caballus, inserendolo in una linea filetica, e di descriverne l’aspetto in maniera soddisfacente.
Eurohippus messelensis era un piccolo cavallo, che non superava i 40-50 cm, ed aveva ancora le dita dei piedi: 4 dita nelle zampe anteriori, 3 in quelle posteriori.
Storia dell’evoluzione del cavallo
Il cavallo è spesso catalogato come ungulati, gruppo polifiletico che comprende, oltre a diverse linee estinte, due cladi di radiazioni e antenati diversi, evolutisi parallelamente e che presentano caratteristiche simili, la cui più importante è quella di aver sviluppato gli zoccoli a partire dalle unghia: i cetartiodattili ,che hanno un numero pari di dita delle zampe, e i perissodattili, dalle dita dispari.
Il cavallo è fu uno dei primi perissodattili. Inizialmente di dimensioni molto ridotte (non era più grande di un fox terrier), nella sua storia evolutiva mutò, in seguito a passaggi significativi, radicalmente il proprio aspetto.
A livello delle strutture si riscontrano cambiamenti notevoli nelle zampe e nei denti: Hyracotherium, il primo cavallo, avevo 4 dita anteriori e 3 posteriori (come Eurohippus messelensis), che passarono a 3 in Mesohippus, fino a ridursi ad una soltanto in Pliohippus, caratteristica perdurata fino all’attuale Equus. I denti laterali erano invece inizialmente piccoli molari, perfetti per la masticazione delle foglie, e nel corso dell’evoluzione mutarono in macine dalla profonde radici, atte alla triturazione dell’erba.
Questi mutamenti accompagnarono il progressivo aumento di stazza. Lo sviluppo delle nuove caratteristiche è interpretabile come dovuto al diffondersi delle praterie in Nord America. Questo obbligò il cavallo a cambiare alimentazione, e di conseguenza, dentizione.
Hyracoterium era un piccolo animale che sfuggiva ai predatori nascondendosi. Nelle prateria fu invece vantaggioso sviluppare zampe lunghe, che permettevano al cavallo di raggiungere una discreta velocità durante la locomozione.
Tutti questi cambiamenti hanno portato ad essere una delle specie di maggior successo evolutivo ed uno degli animali più studiati dall’uomo.
Lorenzo Di Meglio
Bibliografia
Micheal J. Benton – Paleontologia dei Vertebrati – Franco Lucisano Editore
Andrea Allasinaz – Paleontologia generale e sistematica degli invertebrati – ECIG
Stephen Jay Gould – Bravo Brontosauro. Riflessioni di storia naturale – Feltrinelli
Sitografia
http://www.iflscience.com/plants-and-animals/fossilized-mare-reveal-horse-evolution