Quando Charles Darwin osò affermare l’uomo discende direttamente dai primati, fu preso per pazzo da molti: una tale dichiarazione, pur sopportata da evidenze e prove scientifiche forti e coerenti, sembra colpire l’uomo del diciannovesimo secolo dritto nel suo orgoglio di creatura superiore. Per la società ottocentesca, ancora attaccata all’antropocentrica convinzione che l’homo sapiens fosse il fulcro dell’universo, non riusciva ad ammettere che noi non siamo altro che scimmie che hanno preso una strada evolutiva molto diversa da quella degli altri primati.
Oggi quest’idea è invece comunemente diffusa ed accettata e nemmeno più messa in discussione. Ciò che invece oggi ci interessa è ricostruirne con massima precisione la storia filogenetica ed evolutiva, perché essa è parte della nostra, e la nostra è parte di essa.
Pliobaters cataluniae: tra gli ominidi e le scimmie
Nel 2011 furono rivenuti, in Catalogna, nella serie stratigrafica di Abocador de Can Mata, i resti fossili di un interessante scheletro di primate, grazie ai quali fu possibile descrivere una nuova specie, appartenente ad un genere sconosciuto di scimmie.
Il compito di descrivere quest’animale è toccato ai ricercatori dell’Institut Català de Paleontologia Miquel Crusafont: queste scimmie assomigliavano a piccoli gibboni di 4-5 kg, e vissero 11,6 milioni di anni fa. Nonostante ciò questo primate mostrava caratteristiche simili sia a quelle delle grandi scimmie, sia a quelle degli esseri umani.
Da un punto di vista anatomico l’animale hai i tratti tipici delle scimmie arboricole, con un ossatura che permetteva l’arrampicata lenta e la sospensione dai rami. Il braccio però appare simile a quello degli ominidi, soprattutto per l’articolazione omero-radiale e per il polso. Lo studio della dentizione ha invece evidenziato come Pliobates si attenesse ad una dieta frugivora.
Una accurata analisi filogenetica, sulla base di circa 30o tratti, ha chiarito che questa specie fosse assai prossima a quella che ha segnato la divergenza tra il clade delle grandi scimmie e gli ominidi e quello delle piccole scimmie del Vecchio Mondo.
Un nuovo tassello nella filogenesi delle scimmie
Lo studio di Pliobates cataloniae ha un’importanza fondamentale per la paleontologia zoologica, in quanto con il suo inserimento nella linea evolutiva dei primati è stata ridisegnata la stessa filogenesi del clade.
Questa specie ha portato a riconsiderare la storia del momento della separazione tra le Grandi scimmie e le scimmie del Vecchio Mondo, ovvero gli ilobatidi e i gibboni. Queste due famiglie sono strettamente imparentate presentano caratteristiche craniali e posturali (entrambe possono assumere postura eretta) simili, così come entrambe sono sprovviste di coda.
Le grosse differenze con le grandi scimmie hanno però sempre portato i paleontologi a ritenere che l’ultimo antenato comune fosse più simile a queste rispetto a quanto non lo fosse rispetto ai gibboni attualmente viventi.
Pliobates mette in discussione questa ipotesi, ponendosi come sister group degli ilobatidi, ma come strettamente imparentato e sicuro antenato di ominidi e grandi scimmie: oltre alla dimensioni e ad altre caratteristiche che saltano subito all’occhio, Pliobates condivide col gibbone alcune caratteristiche craniali; tuttavia diverse caratteristiche anatomiche, soprattutto articolari, riconducono questo genere agli ominidi.
Il team di ricerca, capitanato dal direttore Salvador Moyà-Solà, spera di trovare nel ricco giacimento fossilifero di Can Mata altri indizi che possano chiarire i dubbi rimasti circa la storia evolutiva e la filogenesi delle scimmie.
Lorenzo Di Meglio
Bibliografia
Micheal J. Benton – Paleontologia dei Vertebrati – Franco Lucisano Editore
Sitografia
http://www.sciencedaily.com/releases/2015/10/151029150247.htm
http://www.sciencemag.org/content/350/6260/aab2625