Nota: si è preferita la versione italiana “Capitan America” per garantire al lettore una migliore fluidità dell’articolo
Capitan America: il tempo e la patria
Il supereroe a stelle e strisce tornerà sul grande schermo nel Maggio del 2016 con il terzo cinecomic dedicatogli, questa volta dandosi battaglia con l’eterno amico-rivale Tony Stark, alias Iron Man.
La Civil War a cui assisteremo nel lungometraggio, avrà di sicuro poco in comune rispetto al celebre maxievento di Millar, tuttavia è certo che lo scontro tra Rogers e Stark non sarà soltanto fisico, ma soprattutto concettuale: da un lato, l’ambizioso e futurista magnate della tecnologia, dall’altro il “vecchio” soldato, forgiato dalla guerra e dal dovere.
Parallelamente, l’ethos, la sostanza degli archi narrativi dei due supereroi, prosegue in maniera nettamente diversa: il Cap si troverà ad affrontare vecchi nemici e fantasmi del passato, mentre Stark farà i conti con le responsabilità delle aziende e il continuo progredire della sua armatura.
In Italia tuttavia, Capitan America è sempre stato un personaggio poco compreso dai lettori, soprattutto per i pochi avvezzi al mondo dei Comics o per il pubblico più giovane che non ha vissuto l’era d’oro della Sentinella, a partire dal leggendario ritrovamento di Rogers tra i ghiacciai dell’Oceano Atlantico (contenuto nel numero 4 dei Vendicatori, datato Marzo 1964)
Il personaggio nasce però venti anni prima nel 1940 (alcune controversie riconducono invece le prime effettive apparizioni nel ’41), e si impone come un dilettevole strumento di propaganda, incarnando lo spirito di un’America combattiva e sprezzante.
Celebre è sicuramente la cover del primo numero del 1940, in cui viene mostrato Rogers tirare un pugno allo stesso Adolf Hitler e proteggersi dai proiettili dei nazisti con il mitico scudo.
Insomma, una versione tutta muscoli e azione dello Zio Sam (“Uncle Sam“).
Eventalmente, il personaggio del Cap sarebbe stato successivamente riutilizzato anche “contro” la minaccia comunista: “Captain America The Commie Smasher!“.
Ma gli ideali di bellicosità a stelle e strisce sembravano non interessare più il pubblico di lettori.
Un processo di svecchiamento?
Il Capitan America in veste di vero e proprio Supereroe Marvel come lo conosciamo ora, comincia a fare capolino in altre testate a partire dalla metà degli anni 60; gli Stati Uniti si trovano a fronteggiare il conflitto del Vietnam da un lato e la rivoluzione culturale del ’68 dall’altro. Che il personaggio del Capitano a stelle e strisce cozzasse già all’epoca con gli ideali pacifisti e antibelligeranti dei giovani hippies? Ipotesi plausibile.
Tuttavia, Rogers continuerà a rappresentare l’icona della libertà, della democrazia e del valore militare. Un’icona che è sostanzialmente figlia di due epoche: quella della seconda guerra mondiale e quella del primo avvento dei superpoteri e degli eroi; un’icona inossidabile che persiste fino ai nostri giorni, in cui Rogers continua ad incarnare l’eroe senza macchia, retto e fermo nelle responsabilità, nonchè importante membro dei Vendicatori, di cui spesso rappresenta la mente strategica.
Altra ipotesi a cui ricondurre la timida popolarità del Cap, è quella secondo la quale di certo non è un personaggio “spettacolare“.
Nello sconfinato universo di supereroi con capacità sovrannaturali, tecnologie fantascientifiche ed identità segrete, Rogers è semplicemente un supersoldato con straordinarie qualità strategiche ed un eccellente combattente nel corpo a corpo.
Per il resto, un costume a stelle e strisce ed il suo fidato scudo.
Col passare del tempo, si è ovviamente cercato di rendere attuale sia l’estetica che le trame di Capitan America. Degni di nota sono sicuramente i restyling del costume, tra cui quello visto nel secondo lungometraggio “Il Soldato d’Inverno” , e quello inchiostrato dal filippino Jerome Opeña sulla testata Avengers del progetto Marvel Now!
O il caso più eclatante: l’ “All New Captain America”, in cui Sam Wilson (Falcon) si trova a vestire il costume e a brandire lo scudo della Sentinella della Libertà. Senza rinunciare alle sue ali!
Steve Rogers diventa sempre più “Capitan” e meno “America”: è il cuore pulsante del superteam Avengers in contrapposizione alla mente brillante di Stark; assume la guida dello S.H.I.E.L.D. quando lo scudo passa alla sua fidata spalla Bucky Barnes (ex- Soldato d’Inverno) ed in genere viene riconosciuta la sua posizione autoritaria grazie alle sue doti da stratega e veterano di guerra.
Date tali premesse, Capitan America è un personaggio anacronistico? La risposta esatta è che Rogers è un personaggio fuori dal tempo.
Il Cap è un simbolo, che trascende anche le stelle e le strisce. Un simbolo che veicola coraggio e forza d’animo.
Il siero del supersoldato è probabilmente l’allegoria dello spirito di rivalsa insito nell’uomo che affronta le paure pur di raggiungere l’obiettivo di mettersi al servizio dei più deboli, e proteggerli ad ogni costo con lo scudo del sacrificio e del valore. E come il ciclo di Ed Brubaker ci ha insegnato (“La Morte di Capitan America” e “Capitan America: Rinato“), si può uccidere un uomo, ma non si può uccidere un simbolo.
Gioacchino D’Antò