Fin dall’antichità la figura del guerriero è sempre stata associata a un qualcosa di magico e di sacrale. La sua forza e la sua potenza in battaglia sono sempre state oggetto di lodi e celebrazioni da parte di sovrani, poeti e gente comune. Ma esistono anche figure di guerrieri che rappresentano l’espressione della furia distruttrice della battaglia. Questi guerrieri hanno origini nordico/germaniche e sono conosciuti con il nome di berserker.
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L’origine dei “berserker“
Una prima testimonianza di questi guerieri ci viene offerta dallo storico romano Tacito nel De origine et situ germanorum (98 d.c.) . Oltre a mostrarci costumi e tradizioni delle tribù germaniche, lo storico coglie l’occasione per parlare anche dei suoi guerrieri e delle loro caratteristiche.
Hanno scudi neri, corpi tinti. Per combattere scelgono le notti oscure; e il solo orrore e l’ombra di questi fantasmi seminano lo spavento, poiché non vi è nemico che sostenga il loro aspetto straordinario e quasi infernale (…) i più valorosi portano (…) un anello di ferro (il che è tra quella gente segno di vergogna) come vincolo finché non acquistano il diritto di liberarsene uccidendo un nemico(…) Da loro dipende sempre l’inizio delle battaglie: la loro è sempre la prima schiera, con il loro sconvolgente aspetto; e neppure in pace si presentano con volto rasserenato. (…)
Bastano queste poche righe per capire che ci troviamo davanti a qualcosa che è molto di più di comuni guerrieri. I berserker rappresentavano una vera e propria setta di guerrieri devoti al dio principale del pantheon nordico, Odino. La loro devozione è tale che affrontano le battaglie abbigliati di sole pelli di lupo o di orso, proprio gli animali con cui la divinità era spesso associata. Da questa loro peculiare caratteristica deriverebbe anche il nome di “berserker”, unione di due parole in lingua norenna: “berr” (“pelle d’orso) e “sarkr” (vestito). Si tratta quindi di uomini vestiti come animali e quindi dei veri e propri “guerrieri-belva”.
L’ “ira berserker”
Quella di Tacito non è l’unica fonte storica che possediamo riguardo ai berserker. Importante è anche il contributo dato da vari storici danesi, quali Saxo Grammaticus, che descrivono la caratteristica più importante ed impressionante di questi guerrieri. Il berserkrgangr (detta anche “ira berserker“).
I guerrieri entravano in un vero e proprio stato confusionale, in cui subivano dei cambiamenti fisici e psichici. Ma soprattutto iniziavano ad essere animati dal desiderio di fare a pezzi il nemico. Per questo si buttavano con ferocia sui nemici, scatenando una violenza così immani che sembravano davvero degli orsi e dei lupi feroci. Gli storici non escludono neanche il fatto che i berserker entrassero in questo stato grazie all’uso di sostanze allucinogene , come alcune specie di funghi. Si pensa che i berserker bevessero anche, prima della battaglia, sangue di lupo e l’assunzione di tale sostanza avrebbe avuto effetti devastanti sulla loro psiche, portandoli in quello stato mentale di ira cieca e rabbiosa.
Il berserker nella letteratura. Il Beowulf
I berserker e le loro gesta sono stati oggetto della maggior parte delle saghe nordiche scritte in età antica e medievale. Alcune presentano una celebrazione del guerriero belva mentre altre, grazie anche all’influenza del cristianesimo, lo condannano come un’anima in perenne dannazione. Tuttavia è interessante notare come la figura del berserker sia presene anche in quello che viene considerato il più antico testo della letteratura inglese, il Beowulf.
Scritto attorno all’anno 1000 il poema narra delle gesta del futuro sovrano dei Geati Beowulf, il quale libera il loro regno dal mostro Grendel e da sua madre. Ma il berserker in questo poema che ruolo ha? La risposta si trova proprio nello scontro tra il nostro eroe e il ripugnante Grendel.
Potente e astuto,
il parente di Hygelac (Beowulf) stava osservando attentamente
la prima mossa che il mostro avrebbe fatto.(…)
Avvicinandosi di più,
il suo artiglio era alzato per attaccare Beowulf
che giaceva sul letto, lui stava avanzando
con artigli aperti quando la reazione e la
stretta dell’eroe che era sveglio lo immobilizzarono completamente.
Il capitano del male si trovò
in una stretta più forte di qualsiasi cosa
che avesse mai incontrato in nessun uomo
sulla faccia della terra. Ogni osso del suo corpo
si indebolì e si ritrasse, ma lui non poteva scappare(…)
Le dita stavano scoppiando,
il mostro stava arretrando, l’uomo stava avendo la meglio.
Il terrore del luogo cercava disperatamente di scappare,
di prendere una via secondaria e fuggire
nella sua tana, nella brughiera
Per respingere il mostro, Beowulf si trasforma lui stesso in un mostro. Diventa quindi un berserker, concentra nel suo animo tutta la furia e la rabbia necessarie per annientare il proprio nemico (in questo caso gli stritola letteralmente un braccio, fino a spezzarglielo).
La fine (?) del berserker
Si è già accennato al fatto che la diffusione del cristianesimo nelle terre scandinave, avvenuto tra il IX e l’X secolo, abbia provocato un ridimensionamento del ruolo del berserker. Non più la macchina da guerra capace di sbaragliare un intero esercito, ma una figura condannata per il fatto che faccia della violenza e della follia lo scopo della propria esistenza.
In realtà il berserker non ha mai cessato di esistere. Lo stesso medioevo aveva recuperato la sua figura, ma in una veste completamente nuova. Questo guerriero non indossa più pelli di lupo e neanche beve più sangue per entrare in estasi: ora indossa una pesante armatura d’acciaio ed è imbevuto del ruolo di difensore della cristianità e dei ceti più deboli, un guerriero elegante e sprezzante del pericolo che mostra le proprie doti guerriere nei tornei e che desidera possedere un pezzo di terra e l’amore di una fanciulla. Il guerriero-belva è stato addomesticato e si è trasformato in un cavaliere.
Ciro Gianluigi Barbato