Passeggiando per le strade di Napoli, sotto lo sguardo vigile del Vesuvio, si nota un susseguirsi di epoche storiche e di dominazioni che hanno segnato il corpo della città. Il fascino di un passato remoto, che affonda le sue radici nell’epoca greca della fondazione di Neapolis, testimonia l’impronta mistica ed enigmatica di una città ideale custode di arcani simbolismi e corrispondenze, di cui si fa portavoce lo stesso impianto urbano originario. Forcella è protagonista di questa perfezione ideale, in una sintesi di leggende e armonie…matematiche.
Forcella della prima Neapolis
La zona di Forcella si colloca tra i quartieri Pendino e San Lorenzo, e tra le arterie di Corso Umberto I e la famosa Spaccanapoli. La cronaca degli ultimi anni ha trasformato lo scenario di Ieri, oggi, domani in un teatro di camorra gestito dal clan Giuliano. Una delinquenza che “s’arricorda ’o cippo a Furcella”, dunque nulla di nuovo dal fronte della Napoli difficile.
Forcella, insieme ai Sedili di Capuana, di Montagna e del Nido, costituisce una delle regioni principali della prima Neapolis. I resti dell’antica cinta muraria si trovano proprio in questa zona: il cosiddetto cippo è un gruppo di pietre appartenente probabilmente alla più antica porta della città, visibile tutt’ora a piazza Vincenzo Calenda. Da qui l’espressione “s’arricorda ’o cippo a Furcella” per definire qualcosa di molto vecchio.
Per l’etimologia del toponimo Forcella si leggono diverse ipotesi, spesso mescolate a leggende. Forcella potrebbe semplicemente riferirsi alla forma della strada che termina assumendo l’aspetto di una forcella. Pietro Giannone nella Istoria del regno di Napoli ipotizza la derivazione dalle forche di giustizia distribuite nei pressi della piazza Forcella. Inoltre, questo luogo era noto per l’esposizione delle teste recise dei giustiziati. Alcuni studiosi ritengono più probabile far risalire la denominazione della zona alla presenza della sede della scuola pitagorica, il cui emblema era la lettera sacra Y. Lo stemma del Seggio di Forcella è proprio una forca a ipsilon.
Le arcane corrispondenze che si aggrovigliano vorticosamente nell’antico tracciato urbanistico di Neapolis dimostrano che la città è stata costruita secondo un ordine scientifico e sacro, con l’obiettivo di realizzare una città ideale. Scrive Palmieri, analizzando un frammento degli scritti di Dicearco da Messina sulla fondazione della città:
La fondazione di Neapolis risulta precisamente iscritta, con un crisma religioso e scientifico insieme, in una singolarità naturale della sua localizzazione geografica, una caratteristica che è facile verificare, se al mattino di un 22 dicembre si guarda il sorgere del sole dalla certosa di San Martino. Il primo raggio che poco dopo le 7 e 1/2 tracima dai monti Lattari forma un angolo di 36 gradi con l’est astronomico. […]Chi osserva quel fenomeno, si trova ad ammirare la chiave unica del progetto urbanistico della antica Neapolis.
Nella biforcazione di Forcella rimane permeato il sigillo della sacra lettera Y, come un simbolo magico che marchia l’antico suolo creato dall’Architetto dell’Universo.
Il marchio simbolico nel cuore della città
Ventesima dell’alfabeto greco arcaico, l’alfabeto latino acquistò la Y dall’alfabeto calcidese delle colonie greche della Magna Grecia. Al tempo di Cicerone fu aggiunta dopo la X come ventiduesima lettera dell’alfabeto latino. Pare che la sua origine sia nella wau dei Fenici.
La lettera Y possiede un forte significato esoterico: Y è un livello di iniziazione; è il dualismo che l’uomo deve superare nell’atto di elevazione verso l’alto, attraverso il mezzo della conoscenza; una documentazione antica riferisce la Y come simbolo esoterico della vita, precedente all’uso dei pitagorici come lettera sacra. I primitivi adoravano la Y come Albero della Vita, attribuendole il significato della vita eterna, una esistenza cosmica anteriore a quella della Terra. Nel misticismo Cabalistico Ebraico, rappresenta il membro maschile fallico, e anche il numero dieci, il numero perfetto. Simbolicamente, è rappresentata da una mano con il dito indice piegato. Nei tarocchi la lettera Y corrisponde alla carta dell’Innamorato o Gli Amanti, che ha significato della scelta fra due strade dell’esistenza.
La lettera Y è metafora della vita: il tronco è la fase embrionale dell’esistenza, il momento sconosciuto ai vizi e alle virtù; la biforcazione simboleggia il passaggio dall’adolescenza alla fase adulta, quando l’individuo è di fronte al bivio, alla scelta tra la strada della virtù e quella dei vizi.
La furca pythagorica rappresenta la sintesi della perfezione: la Y è composta da un’asse centrale che si dirama in due braccia. La somma di questi elementi è il numero tre e, aggiungendo il numero di intersezione si compone la formula magica della tetraktys: 1+2+3+4=10, il numero perfetto che, non a caso, è alla base della scacchiera urbanistica di Neapolis, ideata dall’architetto pitagorico Ippodamo da Mileto. Scrive ancora Palmieri:
Via Forcella, che con quello stesso angolo diverge dalla “plateia” di fondazione, proprio là dove questa è tagliata dal cerchio inscritto nel perimetro della città, si rivela, dunque, come l’atto di consacrazione pitagorica di Napoli alla divinità che presiede all’ordine matematico dell’Universo.
Forcella rappresenta il sigillo di una città consacrata all’ordine divino del Cosmo, nel quale scienza e religione costituiscono l’equilibrio dentro il caos.
Alcuni ritengono che Pitagora abbia prelevato il significato della lettera Y dal sapere egizio. In effetti, le prime tracce di contatto tra Napoli e l’Egitto risalgono proprio al periodo della sua fondazione: il culto misterico di Iside ha lasciato tracce tangibili, anche nel passaggio dal paganesimo alla religione cristiana. Non solo nei culti odierni, la cultura egizia sopravvive anche nella toponomastica: Piazzetta Nilo, ubicata nel centro storico di Napoli, Via Egiziaca a Forcella, il Seggio del Nilo.
Proprio a Forcella è presente la Chiesa di Santa Maria Egiziaca, dedicata ad una monaca egiziana venerata come santa dalla chiesa cattolica. Secondo alcuni studiosi, a Napoli si verificò una fusione tra i misteri egizi e il sapere pitagorico, tramandato da sette e circoli esoterici nel corso dei secoli.
Dunque, Forcella rientra in questo panorama misterico di magiche corrispondenze, che contribuiscono a delineare il profilo di una città tanto di luce quanto di ombre.
Giovannina Molaro
Bibliografia:
L’atto di fondazione di Partenope – Neapolis in una rêverie neoclassica di Renato Palmieri
Sitografia: