Difficile quanto ingiusto è riuscire a trovare un elenco cospicuo di nomi di artiste donne, una tra le poco più conosciute e ricordate oggi è Johan Mitchell. Esponente della corrente Espressionista statunitense, donna di alto spessore intellettuale ed introspettiva artista, Johan Mitchell muore nel 1992.
Un viaggio, tenuto per mano, tra la pittura e la poesia, questo è quello che si intraprende indagando la figura dell’eclettica artista americana. La pittura di Johan Mitchell si caratterizza per il suo anticonformismo inteso nella maniera più lata possibile del termine, nel senso che esula da qualsiasi forma convenzionale del genere artistico, per risultare poi unitariamente comprensibile anche se costituita da una mescolanza di tratti e linee sovrapposti l’un l’altro.
La tela per Johan Mitchel non è un semplice strumento espressivo ma un oggetto sul quale sfogarsi, uno spazio sul quale intraprendere un percorso visivo e sensoriale strettamente legato con gli ambienti naturali che la circondano. Una pittura spesso ostile alla metropoli newyorkese che raggiunge l’apice della sua espressività nel momento in cui la pittrice riesce a trasferirsi in Francia dove entrerà in contatto diretto con spazi verdeggianti, aperti e fonti di ispirazione e razionalizzazione per la sua creatività.
L’aspetto della tradizione letteraria avrà una grande influenza nella produzione della Mitchell, dato che la passione per la poesia è un germe che sosta nell’animo della pittrice da sempre e per sempre, in concomitanza con la passione della pittura, ed entrambe combaciando tra di esse generando vigore espressivo e concettualismo vivido.
La forza fisica di una donna, seppur falsamente ritenuta inferiore rispetto a quella di un uomo, ha un ruolo da protagonista nelle forti pennellate che Johan Mitchell traccia sulla tela, pennellate ragionate aventi un chiaro punto d’inizio che conduce direttamente all’incrocio con altri colori senza generare dispersione ma dando una visione unitaria e lineare all’osservatore.
L’intenzione di rispecchiare un legame con la natura ad un certo punto cede il passo all’espressività di sentimenti più interiori, più personali, diario di sofferenze trascorse e non sempre superate. La cromia che diventa protagonista dei dipinti di Johan Mitchell è caratterizzata da colori spesso di tonalità scure, intervallate improvvisamente da pugni di colori forti e digradanti dall’arancione al giallo che ben si innestano nell’opera generale.
L’interpretazione di un dipinto della Mitchell non è cosa semplice e giustificati sono coloro che ritengono improbabile la riuscita di questa impresa, ma inconsapevolmente il significato di una di queste tele è spesso davanti a noi celato forse da starti di colore giustapposti. Oggi è la Germania a rendere onore a questa rappresentante della pittura contemporanea femminile, con una retrospettiva presso il Museum Ludwig di Colonia.
Vincenzo Morrone
Fonti: www.artribune.com
www.arttattler.com