Ecco la recensione di Mainstream, ultimo lavoro di Calcutta, il cantautore di Latina: un CD che lascia un profondo segno nel 2015, tutto da scoprire.
Mainstream è una bomba atomica. Il fatto che l’abbia prodotto l’etichetta discografica Bomba Dischi non può essere certo un curioso caso. Non si può fare a meno di esordire così dinanzi a questo egregio lavoro realizzato dal buon Calcutta, un lavoro che non ha ancora visto la sua luce (per il momento è disponibile solo in pre-order, ma ben presto sarà disponibile) ma che merita tutti i complimenti che sta ricevendo dagli addetti ai lavori e dai fan. Scopriamo insieme questa perla.
Mainstream di Calcutta: l’ultimo dei Romantici
Il CD parte con “Gaetano“ e “Cosa mi manchi a fare“, i due primi estratti che hanno fatto gridare tutti al capolavoro. E non è un caso, perché sono delle bombe a mano che esplodono e costringono ad un loop instancabile qualsiasi ascoltatore pronto a dichiararsi decentemente romantico. All’ascolto di questi due brani, “Hello” di Adele sembrerà una sciocchezza che non sfiora minimamente il cuore.
“Ed ho fatto una svastica
in centro a Bologna
ma era solo per litigare.
Non volevo far festa
e mi serviva un pretesto…”
“E non mi importa se non mi ami più
e non mi importa se non mi vuoi bene
dovrò soltanto re-imparare a camminare
dovrò soltanto re-imparare a camminare
se non ci sei tu”
Dopo l’Intermezzo 2, “Milano“ ti catapulta in un film, con quella batteria classica di chi corre sotto la pioggia confondendo le lacrime con l’acqua che scende dalle nuvole. Il finale della canzone spiazza, con la follia che prevale sulla calma. “Limonata“ è così indie che Lo Stato Sociale può anche dichiarare il fallimento e mandare a casa il social media manager della loro pagina Facebook. “Frosinone“ ha la vena grunge che alza il livello di Mainstream ed eleva temporaneamente Calcutta allo status di poeta maledetto e dannato, maturo e complesso, l’unico sveglio in tutta la città che va avanti tra «un Papa Francesco in copertina ed il Frosinone in Serie A».
Ma ci pensa “Del Verde“ a riportarlo nella giusta dimensione: ed è meglio così, perché è in questa dimensione reale e concreta che possiamo identificarci col protagonista sfigato ed eterno sognatore dei suoi brani. “Dal Verme“ però ci catapulta in qualcosa di completamente diverso, una metamorfosi strutturale ed un sound che dimentica il precedente pop, e sembra quasi una traccia fantasma di DIE, l’ ultimo album di IOSONOUNCANE. Ulteriore sorpresa, alla fine di questo pezzo etereo non c’è la cara Stormi, ma “Le barche“, che ritorna al pop con la dolce chitarra e chiude il CD come un abbraccio che chiude una relazione. Una fine lenta, che sfinisce l’animo. L’ascolto di questo CD provoca un immediato senso di smarrimento, una sensazione probabilmente piacevole ma non facilmente decifrabile.
Calcutta racconta Amore e Ragione, il conflitto che aveva interessato i Romantici dell’Ottocento, e in alcune canzoni lascia vincere la ragione, in altre occasioni si abbandona al trionfo dell’amore, anche se non corrisposto. Tra Foscolo, Goethe e Rousseau ora abbiamo Calcutta, il Romantico contemporaneo, che parla con le braccia aperte a una generazione annoiata, una generazione che condisce insalate per dimagrire e passa il tempo sui siti pornografici, una generazione che ha bisogno di comprendere ancora molto della vita. Un Romantico che è ben conscio di avere il peso dei cantautori sulle spalle, ma capace di alleggerirli con una leggerezza da “…Squérez?”, primo ed unico CD dei LunaPop.
Siamo davanti al CD dell’anno in Italia, insieme a quello di IOSONOUNCANE già citato. L’ascolto non è consigliato, è obbligatorio.
Voto: 5/5
Traccia consigliata: “Frosinone”
Diego Sbriglia