Montague Summers, autore di un trattato sulla figura del lupo mannaro così commentava questo essere leggendario: As old as time and wide as the world . Antica come il tempo e vasta come il mondo, questa figura compare in letteratura fin dalla classicità ma a ben guardare il riferimento più remoto lo troviamo nell’ Epopea di Gilgamesh, nello specifico in un racconto in cui la dea Inanna – Ishtar tentando di sedurre l’eroe viene rifiutata a causa delle sue numerose tresche, in particolare le viene rinfacciato di aver amato un pastore e di averlo tramutato successivamente in un lupo. In quest’episodio possiamo riconoscere il primo licantropo della storia letteraria ma i casi di trasformazioni umane in esseri lupini sono numerosi ed è probabile che credenze di questo tipo fossero molto più remote.
Indice dell'articolo
Il lupo mannaro fra storia e mitologia
Il cosiddetto uomo di Hohlenstein-Stadel , una scultura databile a più di 30.000 anni fà, ci mostra le fattezze di quello che nell’immaginario comune diverrà il lupo mannaro, un individuo con la testa di una belva feroce.
Va precisato che non sempre i lupi mannari compaiono sotto forma di canidi aggressivi. In questa figura si intrecciano diversi piani di indagini: patologia, immaginario collettivo e memoria storica. L’immagine del lupo mannaro si evoluta nel tempo ed ha alle spalle una lunghissima documentazione. Orientarsi in questo groviglio di testi non soltanto di natura letteraria non è affatto facile ma seguendo la schematizzazione operata da Carlo Donà nei suoi studi su queste affascinanti creature è possibile venirne a capo. Semplificando all’estremo potremmo distinguere:
Licantropi mitici
La creatura appartenente a questa categoria non è un lupo mannaro qualsiasi, non ha molto a che vedere con l’immagine cinematografica di derivazione moderna, poiché appartiene alla mitologia, è un essere sacro di natura divina o quasi, non propriamente umana, anche se può presentare degli attributi antropomorfi. Nella maggioranza dei casi è un dio oppure un mitico fondatore di stirpe illustre, come nel caso della semi divinità norrena Fenrir, un gigantesco e ferocissimo lupo, temuto dallo stesso Odino, figlio di Loki e della gigantessa Angrboða e di Licaone, personaggio della classicità, che in base a quanto viene riportato nelle Metamorfosi di Ovidio viene tramutato da Zeus in un lupo per la propria arroganza .
Licantropi letterari
Creature di fantasia, mannari legati al’universo del racconto fantastico. Un celebre lupo mannaro della letteratura medievale è quello creato dalla penna dell’autrice Maria di Francia nella sua raccolta di lais, un nobile cavaliere che periodicamente si trasforma in bisclavret, che in anglonormanno significa “lupo parlante”. Differentemente da ciò che ci si potrebbe aspettare questo lupo mannaro non ha la parvenza di feroce assassino, confermato dal fatto che viene scambiato dal corteo di caccia reale per un comunissimo lupo. Sulla scia di questo racconto se ne innestano altri dalla struttura simile quali Melion o Artù e Gorlagone.
Licantropi demoniaci
La rappresentazione più comune e diffusa del lupo mannaro è ovviamente quella di un essere umano reale, soggetto ad un aberrante mutazione animalesca, che lo costringe a cibarsi di carni umana per via di un sortilegio o ad opera del demonio stesso. Questo ritratto fosco ha dato origine a moltissime pellicole horror come ad esempio “The Wolfman“.L’immagine del mannaro è stata declinata in chiave diabolico- demoniaca sopratutto dal folclore popolare, come ci testimonia Giraldo Cambrenese nella sua Topographia Hibernica, in cui riporta il caso di due abitanti dell’Ossory divenuti uomini lupo in seguito ad un maleficio.
Guerrieri lupi
Documenti storici ci attestano l’esistenza di feroci “guerrieri lupo“, come gli ulfedhnar norreni, o i saka haumavarga persiani, che erano soliti combattere indossando la pelliccia del proprio animale totemico. Il cristianesimo provvederà abbondantemente a demonizzare l’immagine di questi combattenti, assimilandoli ai licantropi demoniaci.
Licantropi estatici
L’arcivescovo di Uppsala ci testimonia delle modalità di trasformazioni dei sedicenti uomini lupo della Livonia, che divengono tali dopo aver assunto una bevanda misteriosa a base di birra ed in preda ad uno stato estatico sono soliti combattere le streghe. Questa rappresentazione del lupo mannaro non diverge particolarmente da quello del guerriero lupo.
Licantropi patologici
Senza dubbio i documenti più interessanti sulla figura del lupo mannaro sono quelli riguardanti il dibattito fra quanti vedevano la sua metamorfosi come un cambiamento fisico e proclamavano l’esistenza autentica di questa creatura, e chi vi vedeva molto più plausibilmente una semplice patologia allucinatoria. Questo dibattito si svolse non soltanto attorno all’esistenza effettiva del lupo mannaro, ma anche in merito alla sorte di quanti effettivamente soffrivano di licantropia, sulla possibilità di fornire loro assistenza medica o meno.
Il medico tedesco Job Fincel riporta l’agghiacciate storia di un contadino che credendosi lupo, ferì alcune persone, ed una volta catturato dichiarò di essere un autentico lupo ma col pelo sottopelle, sicché i suoi aguzzini per accertarsi della cosa gli procurano alcune ferite che lo portarono alla morte. Il dibattito si concluderà nel Settecento con l’accettazione della licantropia fra le malattie mentali.
Chiara Cianniello
Fonti: Leslie A. Sconduto, Metamorphoses of the Werewolf: A Literary Study from Antiquity through the reinassance, Jefferson, N.C, Mcfarland & Co inc Pub, 2008
Carlo Donà, La malinconia del mannaro, Quaderni di studi indo-mediterranei III (2010)