Agrifoglio: leggende sul simbolo rosso del Natale

L’ agrifoglio è una delle piante emblematiche del Natale, i cui rametti sono usati nelle decorazioni. È un arbusto sempreverde che racchiude i tipici colori di questo periodo: il verde brillante delle foglie ed il colore rosso delle bacche. Intorno ad esso ruotano antiche usanze e credenze che affondano le radici più antiche nell’Europa del nord.

L’agrifoglio

Agrifoglio
rametto di pungitopo

“Agrifoglio” deriva dal latino “acrifolium”, ovvero “acer”, acuto e “folium” in riferimento alle foglie pungenti; detto anche “Ilex aquifolium”, appartiene alla famiglia delle Aquifoliacee. Ce ne sono di tipi diversi ed è conosciuto anche come “pungitopo” (“ruscus aculeatus”) perché nel passato  rami di agrifoglio venivano messi sulle corde, dove si conservava la carne salata per difenderla dai topi; da qui: “pungi … topo”.  Questa pianta cresce su terreni sabbiosi ed acidi, per lo più nei boschi; può raggiungere un’altezza di 10-12 metri ed arrivare a trecento anni. Ha un legno resistente, duro e pesante; presenta foglie lucidissime di colore verde sfumato;  la fioritura primaverile è piccola, bianco-rosata e leggermente profumata.

Agrifoglio
Fiori di agrifoglio

Durante l’autunno fuoriescono le bacche, di cui si cibano uccelli come il pettirosso ed il tordo. Ha una percentuale minima di tossicità concentrata nei frutti; con le foglie, invece, si fanno  decotti, infusi, tisane, vini medicinali, sciroppi e, addirittura, è possibile trovare l’asparago di pungitopo che è commestibile e dal sapore un po’ amaro.

Anticamente era impiegato nella costruzione di armi come lance e scudi; era utilizzato nel mondo della magia e dell’alchimia per allontanare gli spiriti maligni e, in medicina, le bacche erano considerate lassative; inoltre, con le foglie si curavano  febbre, tosse, reumatismi, bronchiti. Agrifoglio è anche una lettera dell’ alfabeto aghamico, cioè della lingua degli incantesimi druidi: rappresenta la paternità e l’amore fraternosimbolo di vita ed eternità. In Irlanda veniva usato dalle famiglie più povere per decorare le case a Natale.

   …nella Storia

La Storia dell’agrifoglio ha inizio con le tradizioni dei Druidi ma, quando il Cristianesimo approdò in Irlanda, l’usanza di decorare le abitazioni con corone di pungitopo perdurò, fino a caricarsi di un significato tutto cristiano che, allegoricamente, riconosceva nei piccoli frutti rossi il sangue di Cristo, nelle foglie acuminate la corona di spine e nei fiori bianchi la purezza della Madonna.

L’agrifoglio è considerato un rimedio contro il male, dona fertilità ed era protagonista nelle feste invernali del passato, dai Saturnali al Natale cristiano. Presso gli Etruschi era una pianta potente e pericolosa, linea di demarcazione tra bosco e città, non veniva coltivato nei giardini domestici per la sua dose di veleno; ritenuto albero simbolo del solstizio d’inverno, augurio di buona sorte e inno alla rinascita del Sole.

Nei giorni che precedevano il solstizio, si era soliti regalare rametti di agrifoglio alle persone care per augurare loro la speranza e l’immortalità dell’anima. I Celti sostenevano che il pungitopo allontanasse i sortilegi e le calamità naturali e che fosse simbolo di protezione divina; con esso si onoravano gli spiriti della foresta, tenendo così lontani i folletti dispettosi.

Agrifoglio
agrifoglio e folletti

Per i Druidi, l’agrifoglio aveva anche la capacità di quietare gli animali feroci ed era l’anno vecchio che lasciava posto al nuovo. Si usava anche spruzzare i neonati con acqua di foglie della pianta come sinonimo di protezione.

Nel Medioevo era associato al diavolo, ma in ogni altro periodo storico è sempre stato concepito come sacro. In Italia la tradizione di usare agrifoglio fu ereditata dai Romani che, dopo aver conquistato la Bretagna, entrarono in contatto con usi e costumi di quei popoli. Da allora, Roma cominciò ad utilizzare il pungitopo che veniva donato a coppie di sposi, indossato come talismano e  dedicato al dio Saturno.

Secoli dopo, con il Cristianesimo che il 25 dicembre celebra la nascita di Cristo, la pianta mantenne il suo valore religioso. In Inghilterra, oggi, si crede che mettere dei rametti sul letto di una fanciulla la notte del 24 allontani le forze del male. In Germania si pensa che un pezzo di pungitopo usato in chiesa possa proteggere da lampi e tuoni e metterlo sulla testata del letto procurerebbe sogni sereni.

Racconti e leggende

Esistono varie storie e racconti sull’ agrifoglio, tra cui quella di matrice cristiana che narra di un orfanello a cui un angelo apparve per portare la lieta novella. In onore del Bambin Gesù, il ragazzino avrebbe fatto una ghirlanda di alloro da donare ma, arrivato al cospetto della Sacra Famiglia, quel regalo gli apparve così misero  che scoppiò a piangere. Allora, il Bambinello, toccando la corona, ne fece rifulgere il verde delle foglie e tramutò le lacrime in bacche. Una versione diversa parla di un uccellino del bosco che aveva nidificato in un cespuglio di pungitopo. Stremato dal freddo e dall’ inverno nevoso, chiese a Gesù  di dire al vento di non distruggere l’agrifoglio per poter restare al caldo ad aspettare la bella stagione. Da allora la pianta resterebbe verde tutto l’anno.

Connessa strettamente alla Fortuna, ritroviamo la magica pianta anche nella leggenda irlandese del “Ciclo di Finn”, dove si racconta che tre sorelle avevano tre fusi di legno di pungitopo su cui, con un filo fatato, tessevano le sorti di Finn. Esse erano le filatrici del destino degli uomini, che rievocano l’immagine mitologica delle Parche romane.

Un’altra leggenda dei paesi nordici racconta di un bimbo che abitava in una casa nel bosco e tutti i giorni andava a prendere legna per il focolare. Una volta rimase impigliato in un arbusto spinoso e si ferì una mano; mentre sanguinava cominciò a pregare il dio dei boschi e, all’ improvviso, gli apparve davanti un elfo che lo medicò riaccompagnandolo a casa.

Agrifoglio
Elfo

Il bimbo tornò in quel luogo e scorse che tra i rami della pianta erano nate delle bacche vermiglie; ad un tratto comparve il re della foresta, dicendo di essere stato lui ad avergli mandato l’elfo in soccorso e che,  per premiarlo della fiducia riposta nello spirito divino, aveva trasformato il suo sangue in rosseggianti bacche benefiche. Il Re Agrifoglio, nella tradizione nordica, è raffigurato con barba bianca e sorriso radioso che porta doni a chi ha saputo preservare nel tempo lo Spirito del Natale: il bambino che ha dentro! A seconda dei contesti assume nomi differenti, ma altro non è che la dolce, ingenua immagine di Babbo Natale raffigurato con un rametto di agrifoglio sul suo rosso cappello.

Agrifoglio
Re agrifoglio – Babbo Natale

Pasqualina Giusto

 

Sitografia:

http://www.realizzazionegiardini.org/i-consigli-del-giardiniere-dettaglio.php?consiglioId=32

http://blublogpreziosa.blogspot.it/2011/12/leggende-sullagrifoglio.html

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