A tutti è capitato di mangiare tanto ed essere soddisfatti dopo un’enorme “abbuffata”, ma ci sono casi in cui il cibo diventa una vera ossessione. Tra i disturbi alimentari più comuni ci sono l’anoressia nervosa (AN), la bulimia nervosa (BN), disturbo da alimentazione incontrollata e picacismo (continua ingestione di sostanze che non sono nutritive come carta, sabbia, legno e altro). Adesso vediamo in dettaglio la bulimia.
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Che cos’è la bulimia?
Il termine bulimia deriva dal greco e vuol dire fame da bue, infatti questo disturbo consiste nel mangiare grosse quantità di cibo, ma il soggetto bulimico non vuole metabolizzarlo per non ingrassare e mette in atto diverse strategie per restare sempre dello stesso peso (autoinduzione al vomito, lassativi, intenso esercizio fisico). La bulimia colpisce il 2% delle donne e insieme all’assunzione patologica di cibo si manifestano anche disturbi psicologici; i soggetti affetti presentano delle vere e proprie crisi durante le quali ingeriscono tutto ciò che hanno davanti senza badare alle quantità e in maniera compulsiva e ossessiva.
L’episodio bulimico è caratterizzato da tre fasi:
- pre-abbuffata: il soggetto si sente angosciato, teso, assalito da un senso di vuoto per cui comincia a cercare cibo e a mangiare tutto ciò che vede nel frigorifero o in dispensa;
- abbuffata: il soggetto si getta sui cibi senza nemmeno masticarli. In genere nel pieno della crisi ci si nasconde da altre persone,ad esempio chiudendosi in bagno.
- post-abbuffata: segue un forte senso di colpa con dolori addominali e vomito (autoindotto o spontaneo). Il soggetto prova un senso di sollievo, ma anche di vergogna e senso di colpa.
La frequenza delle crisi varia con la gravità del problema: se ne possono verificare tra le 10 e le 40 al giorno.
Bulimia: quali sono le cause?
In genere questo disturbo è generato da eventi di natura psicologica legati all’infanzia, infatti molte persone bulimiche non si piacciono e vedono ovunque difetti e imperfezioni nel loro corpo. Altre cause sono eventi traumatici (come uno stupro), forte stress, personalità lunatica, ma da non dimenticare è anche la predisposizione biologica a determinare la sua insorgenza.
Che cosa comporta la bulimia?
La bulimia induce a molte conseguenze come insorgenza del diabete, alto tasso di colesterolo, obesità, carie (dovute agli acidi del vomito che corrodono lo smalto dei denti), irregolarità del ciclo mestruale, lesioni esofagee (causate sempre dagli acidi gastrici), disidratazione per la scarsità di liquidi corporei, carenza di potassio, stanchezza cronica e crampi muscolari. Inoltre la bulimia è anche causa di depressione, pulsioni suicide, isolamento, problemi relazioni ed affettivi.
E’ possibile curare la bulimia?
Ebbene si esiste una cura per questo disturbo alimentare: si utilizzano gli SSRI, ovvero gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina. Questi farmaci sono gli stessi per curare la depressione, i disturbi di ansia e gli attacchi di panico. L’impiego di antidepressivi nella cura della bulimia è efficace per tre motivi:
- riduce le abbuffate nel giro di poche settimane ;
- riduce la frequenza del vomito, migliora l’umore, il senso di controllo sul cibo;
- l’effetto di questi farmaci si esplica in soggetti depressi e non.
Da non dimenticare è anche è il supporto psicoterapetico di uno psichiatra e di un nutrizionista: la terapia cognito-comportamentale risulta molto efficace risulta efficace anche dopo la cessazione dalla cura farmacologica.
La dipendenza dal cibo non permette una vita serena per questi soggetti , ma la peggiore ossessione è volere un’immagine perfetta come impone la società.
Roberta Miele
Bibliografia
M.R. Esposito – La bulimia: aspetti psicologici, fisiologici e sociologici di un disturbo del comportamento alimentare – Lettere Italiane;
R. Shankland, C. Tourte – Bulimia, uscire dal meccanismo – Armando Editore;
A. Speciani, L. Speciani – Anoressia e bulimia: fare pace con il cibo – Giunti Demetra.