Sex Pistols: la grande truffa del Rock ‘n’ Roll

I Sex Pistols sono fra i simboli del Punk, probabilmente la band più famosa di questo genere. Per alcuni critici vale l’equazione “Sex Pistols = Punk”. Loro sarebbero stati i maggiori rappresentanti dello spirito della controcultura di fine anni ’70. Eppure hanno inciso un solo album e si sono sciolti rapidamente. Come sono riusciti ad entrare nella storia del Rock come uno dei gruppi più importanti di sempre? E qual è stato il loro reale contributo all’evoluzione della musica novecentesca?

Malcolm McLaren e il negozio “Sex”

New York Dolls Sex Pistols

La nascita dei Sex Pistols è dovuta a Malcolm McLaren, gestore di un negozio d’abbigliamento a Londra, il “Let It Rock“. Nell’agosto 1973 McLaren viaggia a New York dove spera di vendere i vestiti del suo negozio, fallendo totalmente l’impresa, ma il viaggio risulterà molto utile grazie alla conoscenza che egli fa dei New York Dolls, tra i gruppi più rappresentativi della scena underground degli anni ’70.

Sex Malcolm McLaren Sex Pistols

Ciò che colpisce McLaren è il loro stile, la filosofia dietro il loro modo di fare musica. La sfrontatezza e la trasgressione dei New York Dolls spingono McLaren a trasformare il Let It Rock in un negozio pieno di oggetti in cuoio e gomma e t-shirt stravaganti.

Il “Sex“! Così viene rinominato il negozio, attira, tra i vari clienti, Steve Jones, Paul Cook e Glen Matlock, tre giovani ragazzi che avevano fondato una rock band. Il progetto interessa molto a McLaren, che vuole lanciare il gruppo cercando la quadra del cerchio con l’inserimento nella band di Richard Hell, membro dei Voidoids.

Hell rifiuta, McLaren cerca allora di ripiegare su Sylvain dei New York Dolls, ma riceve un altro diniego. Trova poi, proprio tra i clienti del Sex, il quarto uomo per completare il gruppo: si tratta di John Lydon.

La nascita dei Sex Pistols

Johnny Rotten Sex Pistols

Lydon ha 19 anni, la sua capigliatura è Punk in tutto e per tutto, tinta di verde, e si mostra con una t-shirt che recava la dicitura “Io odio i Pink Floyd“: lo spirito Punk anti-Prog è qui decisamente manifesto.

McLaren offre a Lydon il posto di cantante nel gruppo che, in quel momento, non aveva ancora un nome. Lydon non è gradito agli altri membri della band, ma McLaren ne è affascinato e decide di reclutarlo. Sarà, in effetti, uno dei personaggi più carismatici della scena Punk, ma sin dall’inizio dilanierà l’equilibrio del gruppo.

Lydon cambia nome in Johnny Rotten, e a questo punto c’è da decidere solamente il nome del gruppo: anche in questo caso è McLaren a decidere, tirando fuori dal cilindro il nome “Sex Pistols“, un chiaro rimando al suo negozio.

In effetti sin dall’inizio i Sex Pistols si mostrano come un’indubbia operazione commerciale di McLaren, che spera di aumentare le vendite delle sue t-shirt grazie alla band.

Anarchy in the UK

I Sex Pistols costruiscono la loro fama, più che grazie alla loro musica, per lo scalpore suscitato dalle loro esibizioni, spesso concluse anzi tempo. Le risse fioccano e i Sex Pistols vengono progressivamente bannati da diversi locali, ma ciò giova soltanto al loro nome, che rimbomba sempre di più.

Il loro nome arriva alle orecchie dei discografici della EMI, che mettono sotto contratto i Sex Pistols per 40000 sterline. Il gruppo ha così l’occasione di incidere il loro primo singolo: si tratta di Anarchy in the UK, la canzone simbolo del Punk.

“I am an antichrist
I am an anarchist
Don’t know what I want
But I know how to get it”

Si tratta della sintesi dell’ideologia Punk, del testo che più di tutti riesce ad esprimere il significato della rivoluzione ad opera di Sex Pistols, Ramones, Clash e co. La rivoluzione viene registrata, però, con l’ausilio di Chris Thomas, che in precedenza aveva mixato un capolavoro del prog come The Dark Side of the Moon.

Sex Pistols No Future

Al singolo storico segue la storica apparizione su Thames Television il 1 dicembre 1976, dove il gruppo insultò pesantemente il giornalista Bill Grundy reo di aver molestato verbalmente Siouxsie Sioux: è uno scossone. La maggior parte dei concerti dell’Anarchy Tour, in programma con i Clash e gli Heartbreakers, viene cancellata. L’EMI scaricherà i Sex Pistols, che gli dedicheranno prontamente una canzone.

I Sex Pistols fanno, così, letteralmente il botto, rappresentando al meglio la versione inglese dell’universo Punk: mentre negli States si trattava di una controcultura con radici “intellettuali”, nata dal filone underground di Velvet Underground e Andy Warhol, la versione inglese era più violenta e nichilistica. Il pubblico dei Sex Pistols era il pubblico del “no future“, della mancanza totale di prospettive.

Ma per i Sex Pistols è solamente l’inizio.

L’ingresso di Sid Vicious

Il 1977 si apre, per i Sex Pistols, con l’abbandono di Glen Matlock, il bassista, l’elemento del gruppo che sapeva suonare meglio. McLaren ne approfitta per sostituirlo con un personaggio decisamente più carismatico: Sid Vicious, che a malapena conosce l’ABC dello strumento. Ciò che per McLaren contava, infatti, era l’immagine, e Sid Vicious era perfetto per sconvolgere il mondo con la sua attitudine punk.

McLaren procura un nuovo contratto discografico, questa volta con la A&M, per cui il gruppo sforna un nuovo singolo, God Save The Queen, pubblicato quando la regina Elisabetta II stessa festeggiava i suoi 25 anni di regno: altra grande trovata del marketing by McLaren.

La band non smette di comportarsi sopra le righe e la A&M li licenzia: è la Virgin, questa volta, ad accogliere i Sex Pistols. Il gruppo trova un modo originale per promuovere God Save The Queen: suona il pezzo navigando sul Tamigi il 7 giugno, facendosi arrestare. Risultato: il singolo arriva al 2 posto in classifica.

Never Mind The Bollocks Here’s The Sex Pistols

Sex Pistols Never Mind The Bollocks Here's The Sex Pistols

Ottobre 1977: viene pubblicato Never Mind The Bollocks Here’s The Sex Pistols, il primo album della band. Sarà anche l’ultimo loro album, ma gli darà fama ed importanza imperitura. Nonostante il gruppo, dilaniato dalle critiche, fosse già sull’orlo dello scioglimento, riuscì a partorire un album, marchiato Virgin, che cambierà per sempre la storia della musica.

Il significato dell’operazione sta tutto nell’atteggiamento con cui i Sex Pistols si rapportavano al mondo della musica: dal punto di vista tecnico, infatti, già i Ramones avevano espresso l’essenza punk nel loro album omonimo. I Sex Pistols, però, furono il gruppo punk per eccellenza nello stile di vita, uno stile rappresentato al meglio nella loro unica opera.

La band si sciolse nel gennaio dell’anno successivo, durante un tour statunitense disastroso, caratterizzato dall’autodistruzione di Sid Vicious. Rotten fondò i Public Image Ltd. mentre Sid morirà l’anno successivo di overdose.

I Sex Pistols lasciarono un lascito enorme, contraddistinguendosi come una delle band più contraddittorie della storia del rock: una gigantesca operazione commerciale il cui messaggio era di invitare gli ascoltatori a smascherare le ipocrisie della società coeva.

Davide Esposito

Bibliografia

  • La grande truffa del Rock ‘n’ Roll, in E. Guaitamacchi, Storia del Rock, Hoepli 2014