L’estinzione è un fenomeno associato alla morte ed al declino: le specie scompaiono dalla faccia della Terra, lasciando (talvolta) solamente tracce fossili, indizio del loro passaggio nella storia naturale del mondo.
Le estinzioni di massa in particolare rappresentano eventi tragici per la biodiversità, perché sono estese globalmente, e soprattutto perché sono conseguenze di collassi ecosistemici, sui quali crollano tutti i livelli della piramide ecologica.
Quando si verifica un simile avvenimento, le nicchie ecologiche si liberano, per lasciare posto ad una radiazione successiva, che può sfruttare la mancanza di competitori per affermarsi come dominatori del proprio ambiente. Ciò successe con l’estinzione del limite Triassico Giurassico, al termine della quale cominciò l’ascesa dei dinosauri.
Il mondo prima dell’estinzione del Triassico Giurassico
Sebbene l’estinzione che si verificò nel passaggio dal Triassico al Giurassico fu meno distruttiva per la diversità rispetto alle precedenti tre del Paleozoico (si estinsero il 76% delle specie, contro il 96% della grande moria di fine Permiano), tanto che i paleontologi non le dettero grande importanza, almeno inizialmente, essa rappresenta una transizione biotica importantissima, al seguito della quale le specie che hanno dominato il Mesozoico si sono imposte, conoscendo un successo evolutivo ed una ricchezza di biodiversità eccezionale per ben 165 milioni di anni.
Il Triassico (da 225 milioni di anni fa a 190) è il periodo con il quale inizia il Mesozoico, una sorta di Medio Evo della Terra, durante il quale il mondo ha subito grosse modifiche a livello della configurazione geografica. Tra i continenti, ammassatisi nella mega-struttura della Pangea, cominciano ad aprirsi varie fratture, che li porteranno poco a poco all’isolamento. Il clima era per lo più caldo e secco, con la presenza abbondante di aree desertiche, nelle quali cominciarono a formarsi delle oasi verdi. Si diffusero le prime piante senza fiori.
Per quanto riguarda la fauna, grossi cambiamenti coinvolsero pure la componente animale marina. I trilobiti e i principali coralli paleozoici si erano estinti nel Permiano, ed i mari passarono sotto il dominio dei molluschi (soprattutto cefalopodi come ammoniti e belemniti) e dei pesci. Nel Triassico si evolsero infatti le forme più moderne di condritti, che riuscirono a sfruttare tutti i vantaggi della leggerezza offerta dallo scheletro cartilagineo, e osteitti, che svilupparono la vescica natatoria.
Grande successo evolutivo fu incontrato anche dai rettili, sia in ambiente acquatico che, soprattutto in un secondo momento, terrestre. Prima dell’estinzione del Triassico-Giurassico si documentano infatti i più grandi anfibi Labirintodonti (tetrapodi tra i più antichi), ma è innegabile che i veri dominatori fossero i Terapsidi, sinapsidi (animali con una sola finestra temporale) antenati dei mammiferi.
Estinzione Triassico-Giurassico
L’estinzione del limite Triassico-Giurassico cancellò il 76% della biodiversità del Pianeta. Essa conobbe due picchi, durante i quali il tasso di estinzione fu alto e molto diffuso, il primo all’inizio del Norico (circa 220 milioni di anni fa), e il secondo, che rappresentò il tracollo definitivo, durante il Retico, 208 milioni di anni fa.
Inizialmente le maggiori perdite riguardarono i cefalopodi, e soprattutto le ammoniti, e i tetrapodi terresti. I cefalopodi erano la principale fonte di nutrimento di rettili acquatici quali Notosauri e Placodonti, che conobbero quindi un rapido declino. La tendenza evolutiva dei brachiopodi di spostarsi verso acque sempre più profonde proseguì anche in questa mass extinction.
Con l’estinzione del Triassico-Giurassico si ebbe un turn-over della fauna di tetrapodi non acquatici. Con la scomparsa dei grandi Labirintodonti e degli altri tetrapodi le nicchie ecologiche furono occupate dai coccodrilli, dagli anfibi moderni, dai mammiferi, cominciarono a differenziarsi, ma sopratutto, cominciò l’ascesa dei dinosauri, che domineranno tutto il resto del Mesozoico.
Le cause scatenanti individuate sono molteplici, a cominciare da un clima arido, che avrebbe portato un cambiamento sostanziale della flora, con grosse conseguenze anche faunistiche, a cui sarebbe seguita la regressione marina, con un evento anossico di grande portata.
Secondo molti geologi, i problemi sarebbero stati causati da cambiamenti dell’attività orogenetica, figli o di un impatto con un corpo extraterrestre o, più probabilmente, di un vulcanismo molto spinto, del quale esistono molte prove.
Lorenzo Di Meglio
Bibliografia
Micheal J. Benton – Paleontologia dei Vertebrati – Franco Lucisano Editore
Sitografia
http://www.bbc.co.uk/nature/extinction_events/Triassic%E2%80%93Jurassic_extinction_event