L’arte del fregare e dell’arrangiarsi è stata spesso ampiamente celebrata in testi, scritti di varia natura e film. Uno tra questi è l’ultimo lavoro di Nanni Loy regista, attore e sceneggiatore italiano, cagliaritano per l’esattezza, concepito nel 1993, due anni prima della sua morte: Pacco, doppio pacco e contropaccotto.
Il film di Nanni Loy racconta la Napoli arrangiona degli anni Novanta che grazie a organizzazioni certosine riesce a tirare avanti conducendo una vita perlopiù truffaldina. Il cast può vantare nomi come quello di Isa Danieli, Marina Confalone, Nuccia Fumo, Alessandro Haber e Giobbe Covatta.
Il film è suddiviso in dieci geniali capitoli, ognuno dei quali sottolinea la capacità strabiliante di fregare il prossimo o la costrizione a ricorrere a metodi illegali per sistemare la propria condizione dopo essere stati fregati.
È fondamentalmente la truffa la vera protagonista: semplice, veloce e versatile.
Pacco, doppio pacco e contropaccotto, gli episodi:
Le trame degli episodi sono tutte diverse e fantasiosamente concepite, ognuna registra una particolarità e tratta un argomento specifico senza dimenticare il divertimento ed il fantastico riso dietro al quale si nasconde una realtà dura e dolorosa.
La pellicola in fin dei conti può essere concepita come una denuncia. Con astuzia e spirito satirico Nanni Loy ha evidenziato come dietro a Pacco, doppio pacco e contropaccotto esistessero un numero sconsiderato di disoccupati, con figli, case e mogli a carico.
Un numero sconsiderato di disoccupati che rintracciano nell’illegalità, nella vita truffaldina, l’unico modo per vivere. Il film si apre, infatti, con il primo episodio (L’esame) dove un truffatore interpretato da Leo Gullotta monta una messa in scena per provare ed esaminare la preparazione di Gennaro Apicella, altro noto truffatore, con lo scopo di trovare un socio che alla fine sarà promosso.
Gli episodi successivi vedranno, nella maggior parte dei casi, la presenza di costoro alle prese con un divertente fattaccio.
Il secondo caso (Non vedente) è davvero molto singolare: un dichiarato non vedente(Giobbe Covatta) finisce in ospedale in seguito ad un incidente in moto. Chiaramente la sua cecità è fasulla, è stata solo un mezzo per rendergli possibile l’assunzione presso un ente pubblico. Rosario Aruspa però non si lascia passare la mosca per il naso e riesce ad uscire da quella situazione che lo vedeva colpevole addirittura con una promozione ed un trasferimento ad impiego migliore. Come? Rivelando ai suoi colleghi di essere a conoscenza e di aver visto documenti che registrano i loro loschi affari legati a gare d’appalto truccate e tangenti.
“ Adesso sono cecato oppure no? Ditemi voi… “ Dice Rosario ai colleghi.
Questa è una truffa nella truffa, un cane che si morde la coda, un circolo vizioso, un fregami che ti frego!
I truffatori sono proprio in grado di studiare meccanismi e particolari degni di uno psicologo. Ed è proprio Psicologia il titolo del settimo episodio dal quale si evince tutta l’astuzia di Apicella che per piazzare i giacconi di montone a metà prezzo rispetto ai negozi ficca nelle tasche degli orologi di poco valore, lasciando credere all’acquirente di averlo dimenticato e quindi di aver acquistato per sole trecentomila lire un giaccone ed un orologio.
Le truffe sono anche divertenti e pensate nelle sfaccettature più particolari, come nel caso dell’episodio quardo: Il fantasma di via Sanità dove si trova una fantastica Marina Confalone nelle vesti di una fresca vedova. L’episodio denuncia il fenomeno delle così dette mazzette che permettono spesso ai morti di parlare e ai dipendenti comunali di assegnare case in maniera inconsulta.
Per non parlare del decimo ed ultimo capitolo (Pacco, doppio pacco e contropaccotto) dal quale si evincerà la certosina e strabiliante organizzazione di una macchina da truffa ben concepita e strutturata in tre fasi , appunto: 1) pacco, 2) doppio pacco, 3) contropaccotto.
Gli episodi raccontano della capacità della simulazione e della dissimulazione, di giochi divertenti e tristemente tragici che tessono una rete di scherzi, divertimenti e leggerezza la cui ombra si proietta su mostri come la disoccupazione, la fame e la disperazione. Raccontano di una classe dirigente truffaldina e disonesta (ancor di più) corruttibile e marcia.
L’opera di Nanni Loy racconta una realtà ormai circolare se non spiraliforme dalla quale è difficile uscire, dove non tutto è marcio ma chi per una ragione chi per un’altra vive in maniera disonesta.
Racconta della genialità della truffa tutta made in Naples: senza grattacieli e armi sofisticate, solo sottilette di formaggio per farcire pratiche scomode da dare in pasto ai topi o di macchine fotografiche che si trasformano in mattoni o ancora di esattori criminali che vengono fregati da finti poliziotti!
Corinne Cocca