Considerata la prima stagione dell’anno, la Primavera è compresa, nell’emisfero boreale, tra il 21 marzo e il 21 giugno; per i meteorologi, essa va dal primo marzo al 31 maggio. Se vogliamo essere “astronomicamente” precisi, la Primavera giunge a riscaldarci dal freddo dell’inverno il 20 o il 21 marzo con l’Equinozio di Primavera, un momento in cui la Natura spinge gli spiriti del Creato all’apertura, al rinnovamento, alla rinascita.
Si tratta di un giorno speciale, durante il quale la luce e il buio si eguagliano (equinozio: da aequus e nox) avvolgendo la Terra nella sua danza di rivoluzione intorno al Sole. Alla danza astrale partecipano tutti gli esseri viventi: le piante rinvigoriscono, un’esplosione di colori e profumi risveglia gli animali che si sono addormentati nel torpore dell’inverno.
Primavera significa giovinezza, l’inizio della vita denso di speranze e sogni. Ecco perché durante la stagione primaverile l’essere umano è più propenso a progettare, ad accogliere la vita nel suo aspetto più luminoso. I poeti si lasciano ispirare, i pittori la ritraggono nella sua massima sensualità, i musicisti ci regalano movimenti che ci toccano l’anima. L’uomo di ogni epoca ha onorato la primavera attraverso antiche tradizioni, che nel tempo hanno assunto aspetti diversi a seconda della cultura e del luogo, ma conservano quello spirito di rinascita che caratterizza questa stagione.
Come celebrare la Primavera: un salto tra passato e presente
La più antica festa di Primavera risalirebbe a circa quattromila anni fa, in una terra antica e misterica: l’Egitto. Sham El Nessim (شم النسيم), letteralmente “annusare la brezza/il vento”, cade il primo lunedì dopo la Pasqua copta e segna l’inizio della primavera, legata ai riti della fertilità e alla stagione del raccolto (Shamo). Plutarco nei suoi Annali ci informa che durante la festa di Sham El Nessim venivano onorati tutti gli dei del Pantheon egizio, ai quali erano offerti pesce salato, lattuga e cipolle. Oggi le famiglie festeggiano questo momento in collettività, partecipando a pic-nic all’aria aperta per godere del vento di Primavera, il quale sembra avere degli effetti benefici.
Nell’antica Grecia, l’arrivo della primavera coincideva con il ritorno sulla Terra di Kore/Persefone, dea dal doppio volto, personificazione della giovinezza e della Regina degli Inferi. Da Omero leggiamo:
Io sono Kore: la giovinezza, l’innocenza, la leggerezza.
Sono la Dea del Fiore, una stagione nella natura e nella vita di ogni donna.
Io ho conosciuto l’oscurità dell’Ade, ho assaggiato i chicchi della melagrana
ritrovando così il mio nome: Persefone, la Terribile,
Silenziosa Signora del Regno dei Morti.
Solo dopo aver varcato la soglia del buio,
traversato il mondo delle ombre, posso risalire alla luce
tenendo fra le mani la sacra melagrana,
simbolo dell’eterno ritorno.
Questa vicenda mitica trova la sua massima celebrazione nei famosi Misteri Eleusini, riti officiati presso il tempio di Demetra nella città di Eleusi. In primavera si svolgevano i “piccoli misteri”, per commemorare il ritorno di Persefone sulla Terra presso la madre. Una vera e propria processione si riversava per le strade della città, accompagnando la statua della dea al tempio mentre si agitavano palme. A questa celebrazione era ammessa l’intera popolazione (a differenza dei “grandi misteri”, ai quali prendevano parte solo pochi adepti), per simboleggiare la partecipazione collettiva degli uomini alla rinascita della Natura.
La cultura della Roma Antica onorava la dea Flora come simbolo della Primavera, in quanto incarnava la vitalità della natura e degli esseri umani, nella capacità di essi di procreare. Infatti, durante le Floralia si era soliti onorare il corpo femminile nella sua nudità. Ad accompagnare Flora in questo tripudio di vitalismo troviamo le dee romane Maia e Feronia, alle quali si attribuiva il potere della fecondità e della fioritura dei boschi. Ogni cultura ha sviluppato un modo del tutto originale di festeggiare il momento in cui lo spirito rinasce dalle ceneri del freddo inverno: che sia Oshun, la dea africana dell’amore e della sensualità primaverile, o Xochiquetzal, la dea azteca dei fiori, oppure Kono-Hana-Sakuya-Hime la dea giapponese del ciliegio in fiore, a dare un volto alla stagione del risveglio, la Primavera continua ad essere celebrata in ogni angolo del mondo.
Una vera e propria esplosione di colori celebra l’arrivo della Primavera in India, dove, durante l’Holi Festival, migliaia di persone vagano per le città ricoperti di vernice colorata. Molto suggestivi sono i festeggiamenti dell’Equinozio di Primavera nel sito maya Chichén Itzá, in Messico, dove si assiste ad uno spettacolare effetto ottico creato dal sole sulla superficie geometrica della piramide Kukulcan, sulla quale prende vita il serpente Quetzalcóatl. Per molte culture la Primavera segna il principio, un vero e proprio capodanno, come quello festeggiato nel primo giorno della stagione dai persiani con la Festa del Fuoco: nella notte dell’equinozio si suole accendere molti falò con l’intento di scacciare il male.
In Romania ed in Moldova si celebra il Mărţişor, “piccolo marzo”, per accogliere l’inizio della stagione. Gli uomini omaggiano mogli, sorelle e madri con delle piccole spille fatte di fili intrecciati di colore bianco e rosso, dei veri e propri amuleti indossati sulla giacca per tutto il mese di marzo, considerati dei doni propiziatori. Questa antica pratica sembra rifarsi ai culti agrari e rituali legati alla rinascita della natura, portatrice di abbondanza e fertilità. A Parigi, l’evento si celebra con il binomio poesia-primavera: appassionati e poeti si riuniscono nell’affascinante città in onore della primavera, omaggiata con versi provenienti da tutto il mondo.
Anche la religione cattolica partecipa al fervore della Natura con la Pasqua, la cui etimologia deriverebbe dal nome della dea norrena Eostre, personificazione della Primavera. La dea lunare Eostre veniva raffigurata sotto forma di Donna-lepre mentre regge l’uovo cosmico. Con la diffusione del Cristianesimo, la festa di Eostre venne assimilata alla Pasqua e con essa anche i simboli che la caratterizzavano.
I simboli della Primavera e i riti del mese di Marzo
Miti di amore, morte e rinascita si ricongiungono in questa stagione, che possiede in sé i segreti della conoscenza e delle forze che regolano l’universo, le quali trovano espressione attraverso una serie di simboli.
Pianta sacra all’Equinozio di Primavera è il trifoglio, associato al triskele, la ruota sacra a quattro braccia. Usato da San Patrizio per diffondere in Irlanda il significato della Trinità, per i Celti il trifoglio era venerato come simbolo della triade mente, corpo e spirito e del suo equilibrio. Il trifoglio è il simbolo della fertilità per la sua capacità di sintetizzare l’azoto atmosferico nel terreno restituendo allo stesso la fertilità.
Altro elemento diffuso nella bella stagione è l’uovo, simbolo universale della rinascita e del Cosmo. Esso rappresenta la fecondità, la vita eterna e la resurrezione. L’uovo è associato al Femminile, per la capacità della donna di produrre l’ovulo che, fecondato, darà origine alla nuova vita. Per tale ragione, troviamo un richiamo all’uovo sia nella forma rotondeggiante delle statue rappresentanti la Grande Madre, sia nei luoghi di culto ad essa dedicati. All’uovo consegue il simbolo della Fenice, che deponeva ed era al tempo stesso l’uovo cosmico. Infatti, la leggenda narra che l’Uccello, prima di morire e rinascere dalle sue ceneri, creava un nido a forma di uovo dentro il quale si adagiava per poi rigenerarsi.
Con l’arrivo della Primavera scorgiamo le mimose, simbolo di purezza, sensibilità e libertà. In base a un’antica usanza, un rametto d’Acacia (Mimosa) veniva donato da ogni giovane alla ragazza che gli aveva fatto palpitare il cuore, per sottolineare la delicatezza e allo stesso tempo la vitalità di questo fiore, divenuto presto simbolo di femminilità.
La stagione della rinascita conserva ancora oggi alcuni rituali, concentrati nel mese di Marzo, in onore di Ostara. La Wicca durante l’Equinozio celebra la discesa della dea sulla Terra, portando con sé luce e fertilità. Ci sono molti modi di celebrare Ostara con gesti ritualistici, come aprire le finestre per lasciare entrare la brezza primaverile, danzare all’aria aperta avvertendo l’energia della natura, al suono di tamburelli (che oggi ricorda la Tarantella meridionale); decorare la casa con fiori di stagione e candele disposte in cerchi, dormire per le stesse ore di buio e di luce. Un’altra attività per rappresentare la stagione è creare l’ingranaggio con ramoscelli di salice piegati a forma di cerchio, fino a formare delle ruote.
Buon Equinozio di Primavera con Marzo di Salvatore Di Giacomo:
Marzo: nu poco chiove
e n’ato ppoco stracqua:
torna a chiovere, schiove,
ride ’o sole cu ll’acqua.
Mo nu cielo celeste,
mo n’aria cupa e nera:
mo d’ ’o vierno ’e tempeste,
mo n’aria ’e primmavera.
N’auciello freddigliuso
aspetta ch’esce ’o sole:
ncopp’ ’o tturreno nfuso
suspireno ’e vviole…
Catarì!…Che buo’ cchiù?
Ntiénneme, core mio!
Marzo, tu ’o ssaie, si’ tu,
e st’auciello songo io.
Giovannina Molaro
Bibliografia:
Devon Scott, I Giardini Incantati. Le piante e la Magia Lunare, Venexia Edizioni, 2006.
Sitografia:
http://www.zingarate.com/foto/tutti-i-festival-di-primavera-nel-mondo/chichen-itza.html
http://www.cronacheesoteriche.com/CronacheEsoteriche/festediPrimavera.jsp