The Danish Girl è un film del 2015 diretto da Tom Hooper ed interpretato da Eddie Redmayne (Einer/Lili) e Alicia Vikander (Gerda), candidato agli Oscar come migliore attore protagonista, migliore attrice non protagonista, migliore sceneggiatura e miglior costume. È anche un film che ha fatto molto discutere; vediamo insieme perché.
I feel enterely myself. È se stessa adesso Lili, dopo essersi sottoposta a ben due interventi, conscia dei pericoli cui andava incontro; consapevole che sarebbe potuta morire per realizzarsi, ma la soddisfazione di esservi riuscita ha vinto su tutto; i pregiudizi della gente, le ipocrisie, le paure e persino la morte. È una donna forte Lili Elbe, ma c’è stato un tempo in cui si nascondeva, era insicura e timorosa. C’è stato un tempo in cui Lili non si sentiva a suo agio nella pelle che abitava, un tempo in cui era Einar Wegener.
The Danish Girl: trama
Einar Wegener e sua moglie Gerda si guadagnano da vivere dipingendo, e sono entrambi molto bravi, nonostante i quadri di lui siano molto più apprezzati dal pubblico. Gerda è una ritrattista, e benché s’impegni molto per compiere ottimi lavori c’è sempre qualcosa che non va. I soggetti scelti non sono quelli giusti, fin quando non chiede al marito così per scherzo se vuole posare per lei in abiti femminili. È da quel momento che Einer scopre una nuova parte di se stesso, una sfumatura di sé che viveva nascosta fra le pieghe del suo animo e che finalmente stava venendo a galla; Einer freme a contatto con la morbidezza delle calze da ballerina, si guarda con gli occhi di un bambino a cui tutto è nuovo quando scorge le sue gambe fasciate di bianco che facevano capolino dalla gonna di tulle.
Gerda è ancora inconsapevole di tutto, si diverte semplicemente nel vestire il marito come una donna, scegliendo insieme abiti e trucchi, e convincendolo infine a partecipare ad una festa in cui Einer viene presentato come Lili, una loro cugina che abitava fuori città. Ma ciò che Gerda non ha ancora capito è che Lili ormai ha preso il sopravvento su Einer, e che suo marito sta lentamente scomparendo (o forse non è mai esistito?), e quando gli propone di lasciarsi tutto alle spalle, e di chiudere con questa messinscena si ritroverà, invece, di fronte una realtà ben diversa da quanto si aspettava; Einar è sempre stato Lili, ed proprio adesso che ne ha preso consapevolezza non vuole più lasciarsi schiacciare.
Gerda dimostrerà di avere una grande forza d’animo, poiché era sinceramente innamorata del marito, ma proprio in virtù del concetto che l’amore è anteporre la felicità di qualcun altro alla propria, non lo abbandona, trasformandosi nella sua migliore amica, e accompagnandolo lungo il cammino che da lì in poi li attendeva. E d’altra parte, anche la carriera di Gerda sta decollando, la nuova modella che posa per lei ha inaspettatamente riscosso successo..
Lili/Einer: la libertà di essere se stessi
The Danish Girl è un film scomodo, e quanto mai attuale. Una storia scomoda, di un lui che si sente una lei e per questo viene più e più volte etichettato come un pervertito da punire, un diverso da emarginare, poiché se le leggi sociali stabiliscono quale sia la definizione di “normalità” bisogna sottostarsi, e se queste non bastano si ricorre alle famigerate leggi naturali (o divine?); “Dio ci ha creati uomo e donna, ma che potere hai tu di cambiare tutto?” A chi non è capitato di incappare in discorsi simili? Come se l’accettazione di sé passasse attraverso il marginale giudizio di qualcun altro, di un terzo che è estraneo al nostro essere, che ci conosce appena, ma ha la facoltà di decidere quale sia il giusto orientamento sessuale che ciascuno deve avere, o se sia più consono chiamarsi Einar o Lili.
Per questo e altro, The Danish Girl è un film scomodo, perché mette in scena tutta la drammaticità un giovane ragazzo danese, uomo solo nel corpo, ma donna dentro, che trova il coraggio di sottoporsi ad un intervento di riassegnazione sessuale negli anni ’20. Il primo transgender della storia che di fatto si fece operare, in un’epoca in cui questo tipo di intervento era in fase sperimentale e il rischio di complicazioni era elevatissimo. Con Eddie Redmayne nel ruolo di Einar/Lili e Alicia Vikander in quello della moglie Gerda (per la cui interpretazione si è portata a casa un Oscar come migliore attrice non protagonista non molti giorni fa), la pellicola è stata diretta da Tom Hooper, il quale si era già fatto notare, e bene, con la regia del Il discorso del Re, o Les Misérables, in cui peraltro Redmayne aveva recitato.
The Danish Girl è tratto dall’omonimo romanzo di David Ebershoff, a sua volta ispirato alla tragica storia della vera Lili Elbe, divenuto nel tempo un’icona del movimento transgender, e per questo è un film che fa riflettere su una realtà che riguarda tutti da vicino, affinché si possano superare una volta per tutte le differenze di genere, non aggrappandosi, attenzione, molto banalmente al principio dell’amare il prossimo perché è giusto così, e nemmeno perché ciò sia meno vero, ma perché sarebbe fine a se stesso e quindi infruttuoso.
Basterebbe molto semplicemente usare la ragione, rendersi conto di quanto sia stupido discriminare un uomo che vuole diventare donna, una donna che vuole diventare un uomo, un uomo che ama un altro uomo, una donna che ama un’altra donna. Ma siamo ancora tutti fintamente perbenisti per farlo, e perciò Lili Elbe dovrà aspettare un altro po’ per essere davvero accettata, e questo pone un’ulteriore riflessione su quanto abbiamo da imparare sia da lei che da Gerda.
Roberta Fabozzi