Tutti lo chiamano Maestro, appellativo reverenziale, forma di rispetto guadagnato, titolo appropriato per un grande artista quale è Gianni Pisani.
Gianni Pisani: portavoce, capostipite, membro rappresentante di una forma di produzione artistica molto innovativa, sviluppatasi nel periodo post bellico a partire dagli anni ’50 del Novecento e progressivamente evolutasi.
Questa neonata creatività avrà origine sostanzialmente dal territorio napoletano, il quale entrerà lentamente in contatto con le più note ed affermate correnti artistiche affermate a livello internazionale come: Pop Art, Body Art e vari altri esempi tenendo però in considerazione solo il sostrato di base di ciascuna di esse al quale veniva affiancandosi una evidente individualità soggettiva e strettamente legata a concezioni di carattere biografico e non solo.
Gianni Pisani è una personalità molto eclettica che ha ricoperto un ruolo da protagonista in tutto il panorama artistico napoletano prima e nazionale ed internazionale poi. Visceralmente appassionato d’Arte si trova a scontrarsi con la visione poco concorde del padre nei confronti dei suoi interessi che ricadevano conseguenzialmente anche nei confronti dei suoi percorsi scolastici.
Dopo una altalenante frequentazione di ambienti liceali approda finalmente presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli dove riuscirà ad esprimere tutta la sua personalità e della quale diverrà poi insegnante ed anche direttore; è stato allievo di Emilio Notte. L’Arte di Giovanni Pisani sembra quasi una contraddizione ideologica giustificata e corretta, è un’ Arte dell’agire ma anche del ragionare, ciascuna delle sue creazioni immobili o mobili, concrete o sottoforma di azioni provocatorie, aveva un significato preciso alle proprie spalle, spesso non sempre compreso.
La maggior parte di questo genere di eventi che creavano scalpore nasceva dalla cosiddetta Galleria Inesistente, il nome già esplica bene le sue caratteristiche. Si trattava della riunione di più artisti quali D’arola, Caputi, Barbati, D’Arista, Palligiano, Ruotolo e molti altri, i quali erano tutti membri partecipi di questo gruppo che dal punto di vista fisico non esisteva ma dal punto di vista intellettuale, ideologico, razionale era sempre molto attivo e fomentava la nascita di diverse azioni che creavano scalpore, curiosità o in alcuni casi non venivano neppure riconosciute come forme d’arte pensando trattarsi di forme di protesta di tutt’altro genere.
Lo schema creativo di Giovanni Pisani non ha nulla di precostituito di preesistente, lui stesso parla dell’effimero valore di un’emozione che dura pochissimo nel tempo e che deve essere sempre colta nel miglior modo possibile. Vita, Morte, Sessualità, Contrapposizione, queste sono le tematiche tipiche della produzione del Pisani, tematiche che in qualche modo cercano di indagare e di mettere l’uno di fornte all’altro quanto esista dell’uomo dal punto di vista materico, biologico e quanto invece esista dal punto di vista sensitivo, nel caso specifico dal punto di vista soggettivo dello stesso Giovanni Pisani.
Un interrogativo perenne sull’esistenza dell’essere umano, sulla sottile distanza che esiste tra la vita e la morte e come si possa abbandonare l’una facilmente così da raggiungere in maniera tanto inaspettata quanto altrettanto facilmente l’altra.
La città di Napoli, l’assessorato alla cultura del Comune di Napoli, il Museo Donnaregina MADRE, il Palazzo delle Arti di Napoli PAN e molte altre istituzioni e sedi diversificate hanno deciso di celebrare il valore artistico di Gianni Pisani tramite l’inaugurazione di una mostra dal titolo Uomo che cammina, a cura di Maria Savarese. La mostra inaugurata il 9 Marzo 2016 avrà luogo fino al 7 aprile con una caratteristica particolare, si tratta infatti di un evento itinerante volto a diffondere la conoscenza dell’intero patrimonio artistico napoletano.
Vincenzo Morrone
Fonti: madrenapoli.it, ilmattino.it, comune.napoli.it, exibart.it