“Piccola” opera del cinema nipponico underground
Chi non guardava invidioso, prima, alla sua vicenda? E ora in che marosi mostruosi di disgrazie piomba. È vero: non puoi dire sereno chi ha dentro morte, con gli occhi puntati a quell’ora suprema. Deve compiere il valico, prima, oltre la vita: senz’avere sofferto la fitta del male.
Se un bel giorno dovessimo svegliarci alla ricerca di un film sperimentale, coraggioso, libero dall’essere comprensivo e comprensibile (non parliamo di arte elitaria ma arte per gli audaci e gli amanti della settimana arte), che risenta degli influssi cinematografici e letterari europei ma che non sia europeo, un’opera che abbia reinterpretato il mito di Edipo (Pasolini sa), reinserendolo in un contesto post-moderno e non occidentale, un cinema d’autore totalmente indipendente, perché si parla di influssi e di tendenze, non di copie e di citazioni forzate, allora dovremmo guardare in terre nipponiche: in quel caso il nostro occhio scrutatore e curioso ricadrà su Funeral Parade of Roses diretto da Toshio Matsumoto, che dai più nostalgici e poco pignoli, potrà essere ricordato come il Godard d’Oriente. Il film in questione è un opera da far strizzare gli occhi non solo ai cinefili, cineasti e semplici osservatori, ma anche agli amanti e ai cultori della cultura o arte underground, in un senso più ampio e non solo cinematografico; non si esclude però la possibilità che i classicisti e i conoscitori della tragedia greca possano apprezzare quest’opera che come si è già detto prima, osa reinterpretare il mito di Edipo Re di Sofocle.
Poco si sa sul personaggio di Toshio Matsumoto, molto conosciuto negli Usa, soprattutto nella regione del Pacifico, San Francisco in primis. Gli attori del film sono non professionisti, anzi, è molto probabile che quasi tutti gli attori mostrati siano nella realtà ciò che vediamo nel film, in un confine molto labile tra realtà e finzione, tra documentario e narrazione cinematografica. È risaputo che Funeral Parade of Roses colpì particolarmente Stanley Kubrick, che prese dal film di Matsumoto alcuni spunti per il capolavoro Arancia meccanica.
Funeral Parade of Roses, la trama
La storia è incentrata sulla vita del transessuale Eddie, che lavora come intrattenitore in un locale gay gestito dalla sensuale e rispettata madame Leda. Gli eventi porteranno però la storia ad uno sviluppo inatteso per la madame, Eddie infatti non solo riesce a rubare a Leda il lavoro, diventando il nuovo gestore del locale, ma diventerà anche l’amante del suo uomo. Queste perdite portano Leda alla disperazione ed al suicidio. Ormai Eddie vive la sua natura di transessuale senza alcuna inibizione e conduce una vita piena, che ogni persona simile a lui sognerebbe: gestisce infatti un locale molto conosciuto, ha un intenso rapporto con il suo amante, un uomo che si guadagna da vivere in maniera non del tutto lecita, ed una vita che può essere definita mondana, fatta di uscite con gli amici transessuali e feste al locale, ormai Eddie non conosce più la noia. Il destino però deve compiere il proprio percorso e ciò a cui andrò incontro Eddie sarà un epilogo tragico.
Audace, sperimentale ed eclettico
Funeral Parade of Roses è un continuo susseguirsi di scene sperimentali, stravolgimenti del piano narrativo, meta-cinema, documentario, dramma, interviste, scene comiche e surreali, citazioni nascoste (in una scena si sente una voce pronunciare “asa nisi masa“), estremizzazioni dello strumento cinematografico. Lasciando da parte il giudizio sull’interpretazione stravolta del mito di Edipo, del quale però è da premiare il coraggio, quello che fa da padrone ai grandi sperimentatori, Funeral Parade of Roses riesce attraverso questo stile eclettico a raggiungere contemporaneamente due obiettivi: innanzitutto mostrare il mondo omosessuale e transessuale, e in generale il mondo underground, fatto di festini, locali di perdizione, droghe, amori maledetti e anche violenza, molta violenza e infine, dal punto di vista cinematografico, realizza un film dall’altissimo valore sperimentale. Evidente è l’influenza di Godard sull’opera di Matsumoto, dal quale però si distacca innestandosi su una strada autonoma.
Il film è stato criticato per le volte in cui cade nello sterile esercizio di stile senza riuscire a trasmettere emozioni palpabili, potrà essere vero se si intende un film come la sola proiezione di scene lineari e completamente asservito alle volontà dello spettatore poco attento, ma per chi riesce a seguire il film e a stimolare la propria curiosità di fronte a certe sperimentazioni, si ritroverà coinvolto anche sul piano emotivo, riuscendo a percepire la tragedia di questo personaggio interessantissimo quale Eddie, che si fa simbolo dell’essere umano condannato ad un destino tragico e anche del mondo omosessuale.
Funeral Parade of Roses: sconsigliato a chi non è disposto ad accettare un film sperimentale in maniera così drastica, imperdibile per chi non vuole mai smettere di sorprendersi di fronte alla potenza del mezzo cinematografico, soprattutto se il film in questione risale al 1969!
Roberto Carli