Ave Cesare! scritto, montato e diretto da Joel ed Ethan Coen, registi quattro volte premi Oscar (Non è un paese per vecchi, Fargo), è una pellicola ambientata durante gli ultimi anni dell’età dell’oro di Hollywood. Un fantastico dipinto della realtà dietro alla cinepresa interpretato da un cast stellare: Josh Brolin, George Clooney, Ralph Fiennes, Tilda Swinton, Channing Tatum, Scarlett Johansson, Jonah Hill e Frances McDormand.
Strutturato in parte come un noir, in parte come una sequenza di scatole cinesi in guisa di pellicole, la commedia racconta la storia di Eddie Mannix (Josh Brolin) capo della produzione della casa cinematografica Capitol Pictures, per cui agisce anche come fixer, alla prese con numerosi problemi e potenzialmente scandalosi riguardanti gli attori-immagine dello studio. Uno dei suoi interventi da fixer è convincere l’attore più in voga del momento, Baird Whitlok (George Clooney), a completare le riprese del kolossal cristiano Hail, Caesar! A Tale of the Christ.
Tutto procede a meraviglia fino al rapimento di Whitlok da parte di un gruppo che si fa chiamare “Il Futuro”. Nonostante ciò, lo show deve continuare: il regista Laurence Laurentz (Ralph Fiennes) è alle prese (ottenendo pessimi risultati) con un nuovo film, di cui il protagonista, nei panni di un damerino, è la stella nascente del Western Hoby Doyle (Alden Ehrenreich).
Nel frattempo si rivolgono a Mannix anche la casta diva dei Musical, DeeAnna Moran (Scarlet Johansson), che si rivela in realtà una donna dissoluta a cui bisogna trovare presto un marito per nascondere una gravidanza indesiderata e il ballerino di tip tap, Burt Gunney (Channing Tatum), potenzialmente perfetto come attore, viene scritturato solo per ruoli frivoli senza spessore. Tutto questo chiacchierare viene infine mediato dalla stampa, qui rappresentata da due sorelle gemelle, Thora e Thessaly Thacker entrambe interpretate da una deliziosa Tilda Swinton.
Dietro il disincantato cinismo, dietro il gusto per la parodia e la sottilissima ironia che serpeggia per tutto il film, i Coen tradiscono un sentimento d’innegabile nostalgia per un cinema-mondo che, per fortuna o purtroppo, non tornerà più. In esso profondono non solo tutto il loro amore per la settima arte, ma anche la loro abilità registica e narrativa, realizzando un divertissement ironico, surreale e anche molto interessante, soprattutto nella misura in cui buona parte dei personaggi presenti nel film (o degli eventi di cui essi sono protagonisti) è ispirata a fatti realmente accaduti nella Hollywood degli anni ’50.
Criptico per tanti versi e confusionario per altri, Ave Cesare! è stato ignorato agli Oscar e frainteso da una stragrande maggioranza di pubblico. E’ cinema al cinema, capace di incantare con gli effetti magici e le storie incredibili, fatte di cartapesta e magnifiche silhouette, riuscendo in più a nascondere miserie, tradimenti e ottusità del mondo brulicante che tutto ciò produceva. Un circo di giostranti incapaci che crea sogni e elude speranze. Le musiche di Carter Burwell riescono però a distendere l’intreccio e la fotografia capace di richiamare i tempi gloriosi del Technicolor e di immagini dal sapore antico e quasi ingenuo è brillantemente condita da un make-up sfarzoso in voga all’epoca.
I Coen firmano così un film che va ad aggiungersi ai classici del loro repertorio, che per gag e trovate torna in linea con i loro più grandi successi, divertendo e sicuramente divertendosi nel mettere a nudo una Hollywood che probabilmente poco è cambiata, dove gli sceneggiatori sono fondamentali ma sono messi sempre in secondo piano, il pubblico vede quello che vuole vedere, i registi hanno molteplici interessi, ma sono consapevoli delle responsabilità che hanno. La finzione è vera, fuori come dentro al film. Un omaggio vestito da parodia, dove l’amore per questo mondo è sentito quanto criticato.
Silvia Di Maio