Il concorso un’Opera per il Castello nel 2012 ha proposto come tema ai giovani artisti Lo spazio della memoria. La memoria dello spazio. Furono diverse le proposte fatte per la realizzazione di un’opera che entrasse a far parte della collezione permanente di Castel Sant’Elmo, che diviene esso stesso espositore e elemento che completa il significato dell’opera. La vincitrice del 2012 è stata Rosy Rox, che ha proposto il suo Tempo interiore, un orologio costituito da lame in alluminio e componenti elettromeccanici, da collocare sulla Piazza d’Armi del castello.
“Il presente è il limite indivisibile che separa il passato dall’avvenire” (H. Bergson)
Il tempo ha differenti sfaccettature e nell’ambito filosofico ha caratterizzato numerose riflessioni. In questo caso l’opera ha molte chiavi interpretative, che conducono ad un unico tema, spesso utilizzato nelle differenti produzioni dell’artista: quello della memoria e della sofferenza.
Il concetto di tempo interiore ha una duplice chiave interpretativa: è un tempo che caratterizza lo stato d’animo umano nell’elaborazione di evento e un cambiamento, è un tempo che non può essere scandito e circoscritto, perché va oltre i ritmi e le idee della società contemporanea. Il tempo interiore è anche di tipo storico: l’artista ha guardato l’interno del Castello, in particolare il suo essere stato luogo di prigionia e di torture; ha guardato al passato che ha caratterizzato la struttura, andando oltre il suo essere luogo di bellezza e di passeggio, come viene vissuto oggi.
Tempo interiore: Rosy Rox a Castel Sant’Elmo
L’artista compie però una sorta di esorcizzazione del tempo interiore, che viene catapultato all’esterno, sulla piazza d’Armi. Questo avviene nella realizzazione di un orologio, costituito dalle convenzionali lancette, che però sono delle lame affilate, che denunciano un tempo doloroso e tagliente.
L’occasionale movimento caotico crea un porta temporale, che rievoca il passato del castello, porta al presente perché fa riflettere sullo stato attuale delle cose e conduce al futuro, perché la riflessione è indotta anche dal movimento delle lame che suggerisce un cambiamento.
L’opera è stata realizzata con tre lame di coltelli in alluminio di dimensioni imponenti, che sostituiscono le lancette perdute dell’orologio già presente nella struttura.
La vittoria di quest’opera è stata motivata dalla capacità di comunicare in maniera incisiva una delle tante caratteristiche del Castello.
Rosy Rox ha progettato un’opera coerente con tutta la sua produzione precedente, che è spesso finalizzata alla ricerca di libertà collettiva e personale. Un percorso volto all’espressione del suo giudizio, ma anche all’intento di comunicare con il mondo esterno, coinvolgendolo in questo processo di liberazione. Spesso il materiale utilizzato proviene da un repertorio storico: strumenti di tortura per riportare alla luce i mezzi con cui si compivano le atrocità del passato. Proprio cambiando la destinazione d’uso di questi elementi si compie il processo di memoria e liberazione.
Il tempo interiore propone una riflessione, in cui il passato storico e umano si combinano.
Gli orrori umani compiuti nel Castello escono fuori attraverso il movimento caotico delle lame taglienti, come il caos dei pensieri umani che escono fuori dalle segrete del castello, per rivelarsi alla città, davanti a chi osserva l’orologio.
Non c’è più tempo per rinnegare o nascondersi, perché quel movimento confuso segna l’interruzione del tempo canonico che caratterizza la vita di ogni individuo e l’aprirsi di numerose possibilità.
La collocazione dell’installazione sulla Piazza d’Armi rende impossibile non far cadere lo sguardo sull’opera, che serve da monito per ricordare che la storia è uscita dal buio del castello e che ora è pronta a restituire la memoria.
Fonti: Catalogo: Un’opera per il castello 2012, II edizione, Lo spazio della memoria. La memoria dello spazio, a cura di Angela Tecce e Claudia Borrelli, Prismi, editrice politecnica napoli srl, Napoli, Castel Sant’Elmo, maggio 2013.
Informazioni utili sul Concorso Un’opera per il Castello 2015, Uno sguardo altrove. Relazioni e incontri (scadenza iscrizioni 11 aprile 2016): http://www.polonapoli-projects.beniculturali.it/
Angela Maselli