Cleopatra. analisi dell’album dei The Lumineers

CLEOPATRA

“Cleopatra” è il nuovo album dei The Lumineers uscito appena tre giorni fa, dopo vari ascolti non nascondo delle perplessità. Dopo un album strabiliante e molto gradevole da ascoltare, da molti catalogato come neo-folk, banjo-pop, etc. etc. la band di Denver ritorna con un nuovo album ma con poche innovazioni a livello di sound, mentre le tematiche che fanno da colonna portante sono l’amore e la vita e i relativi cambiamenti.

The Lumineers

Il pezzo uscita in anteprima è “Ophelia”, abbastanza catchy nelle intenzioni e che riprende quel filone “folk” che tanto va di moda negli ultimi anni ma che a livello di idee più di tanto non dice: chitarre acustiche, qualche passaggio di piano e percussioni minimali che scandiscono i quarti. No. Poteva andare bene nel 2012 con “Hey oh” ma ora siamo nel 2016 e il passo avanti del trio è stato davvero corto, molto probabilmente “Ophelia” come singolo non bisserà l’enorme successo che ebbe “Hey oh”.

L’altra donna presente nell’album è “Cleopatra”, pezzo che riprende sostanzialmente la formula compositiva di prima e anche esso riprende il tema dell’amore, anche se qui non si tratta più di un primo amore ricordato con nostalgia, ma l’amore mai afferrato e vissuto con rimpianto per tutta una vita.

 

LONG WAY HOME

Canzone più interessante è sicuramente “Gun song”,  le parole raccontano di un figlio che scopre la pistola del padre ma i versi che ho trovato più interessanti sono questi:” things I knew when I was young, some were true and some were wrong”, ed è proprio così, il mondo che crediamo da ragazzi talvolta e molto spesso non è quello che poi vediamo da grandi, e rendersene conto fa parte di un percorso di crescita e di cambiamento.

“Gale song” invece parla di un amore che è costretto in qualche modo a finire, si fa riferimento in modo più o meno velato ad una partenza, ad un addio forzato,  che si spera possa essere solo un arrivederci:” So when you hear my voice and when you say my name may it never give you pain”, i due innamorati si rincontreranno? purtroppo non ci è dato saperlo. ”long way home” ossia lontano da casa parla di una lontananza metaforica, una persona soffre in un ospedale e chi gli sta accanto ci dice che gli è fisicamente vicino ma che la persona malata e sofferente non è presente con la mente, anche se nelle ultime rime si capisce che “at last I was sure, that you weren’t far away from home”, il malato riprende per dei brevi momenti conoscenza e chiede della morfina, quindi il narratore della canzone pensa che dopotutto “non era così lontano da casa.”

The Lumineers

Molto interessante invece è il piccolo brano strumentale che ci accompagna verso l’ultima parte dell’album ossia “Patience”, Steve Ulvang, che fra gli altri strumenti, suona anche il piano e lo fa tanto bene creando una piccola gemma in un mare di arpeggi acustici, un crescendo che si apre e poi sfuma nel breve tempo di un minuto e mezzo circa, passaggi come questo mi fanno chiedere cosa avrebbero fatto i The Lumineers se avessero avuto maggiore spregiudicatezza e maggior voglia di sperimentare.

The Lumineers

THE LUMINEERS

Complessivamente un album in linea con quel piccolo mondo folk-pop che negli Stati Uniti e in Europa dilaga a macchia d’olio, dopotutt0 i The Lumineers sono molto vicini a gruppi come Mumford & Sons, Of Monsters And Men, The Head And The Heart, etc. etc., e con quest’ultimo album hanno dimostrato di volerci rimanere. La loro scelta sarà premiata? Personalmente la mancanza di un netto cambiamento o evoluzione mi ha fatto storcere il naso.

Per i fan italiani i The Lumineers saranno in Italia il 20 luglio a Brescia e il 21 luglio a Pordenone, biglietti acquistabili su ticketone.  Cliccando questo LINK invece potete ascoltare per intero Cleopatra.