Troppo Napoletano, nelle sale cinematografiche dal 7 aprile 2016, è un film diretto da Gianluca Ansanelli e prodotto da Alessandro Siani. Dopo il successo de Il principe abusivo (febbraio 2013) e Si accettano miracoli (gennaio 2015), i primi due film con la regia di Siani, Troppo Napoletano si prepara ad essere il nuovo campione d’incassi che, con grande probabilità, supererà i primi due.
Nel ruolo di protagonista e voce narrante c’è Gennarino Guazzo, giovanissimo attore che interpreta Ciro, un bambino dell’istituto elementare “Cesare Beccaria”, che proprio fra i banchi di scuola incontrerà il suo primo amore. Forse è troppo presto per parlare di amore vero, come dice Ciro nelle prime battute, poiché è consapevole di essere solo un bambino, e l’amore vero è quello degli adulti, quello con i baci veri, con impegni più seri e responsabilità più grandi. Ma nonostante la sua giovane età e la sua inesperienza in materia, Ciro sa di essere incappato nel suo primo vero amore! Ha il battito accelerato, le palpitazioni, la saliva azzerata e uno strano prurito interiore che gli prende tutto il corpo ogni volta che guarda Ludovica, se questo sentimento così forte, tenero e puro, non è il primo amore, allora non può essere nient’altro.
Come ogni storia d’amore che si rispetti, però, non è sempre tutto rosa e fiori, e l’amore porta anche un po’ di dolore e difficoltà, soprattutto per Ciro. Inizialmente, infatti, diventa un’impresa riuscire a conquistare Ludovica poiché i due sembrano appartenere a due ambienti troppo diversi. Ciro è un bambino della Napoli storica, precisamente del quartiere Stella, nato dall’avventura di una notte fra un cantante neomelodico e una giovane donna del quartiere, Deborah, interpretata da Serena Rossi. Ludovica è una bambina di buona famiglia, benestante ed elegante, cresciuta a Posillipo, il quartiere borghese della città, e appartiene a quell’ambiente che in gergo viene chiamato la Napoli bene. Il padre di Ciro, troppo impegnato nella sua carriera, fra esibizioni canore durante matrimoni, prime comunioni e concerti, non aveva mai avuto tempo per dedicarsi alla famiglia, così, per colmare il vuoto della sua presenza, decide che suo figlio avrà sempre e solo il meglio che egli materialmente gli può offrire.
Fin da quand’era un neonato in fasce, Ciro, riceve regali preziosi ma inadeguati, come cellulari, moto, addirittura una macchina all’età di otto anni, e per finire viene iscritto addirittura nella scuola elementare migliore della città, a Posillipo. La scuola è frequentata da figli di papà e chiattilli, in questo contesto Ciro si sente come un pesce fuor d’acqua. Già, perché i cosiddetti chiattilli, sono quei ragazzini puliti, ordinati, ricchi, che parlano solo italiano e non si scompongono mai, mentre Ciro è spontaneo, spettinato, più verace, in due parole è troppo napoletano per integrarsi in questo ambiente. Ecco il cuore della storia, che affronta in modo divertente, romantico e ingenuo, le differenze folkloristiche e culturali che ci sono fra i diversi quartieri di Napoli. In particolare sono due i grandi gruppi in cui si divide la città: c’è Napoli, con i quartieri di Chiaia, Posillipo e Vomero e poi c’è “Napoli Napoli”, il centro storico della città, che si estende da piazza Plebiscito a piazza Garibaldi.
Una vera e propria divisione geografica, rappresentata nel film e nel trailer in modo divertente, attraverso il disegno di una mappa della città, mirata ad evidenziare una distinzione “culturale” e anche di stile di vita, fra i ragazzini e gli adulti delle due fette di Napoli, che rappresentano due tipi diversi di napoletanità. Questi due orizzonti sembrano lontani anni luce, anche se vivono l’uno accanto all’altro, ma il film vuole proprio andare oltre queste differenze, guardandole e rappresentandole con un occhio ironico, per dimostrare come in realtà si possano mescolare bene i due ambienti e come possano arricchirsi reciprocamente. Se le due metà, quella della Napoli bene e di Napoli Napoli si uniscono, allora si ottiene un unico grande caratteristico nucleo vitale, come due parti di uno stesso cuore! L’amore innocente e senza pregiudizi di Ciro e Ludovica rappresenta l’unione e il senso di appartenenza ad un’unica e bellissima città che è Napoli, con le sue tradizioni, i suoi paesaggi e il patrimonio culturale condiviso da tutti, al di là dei diversi quartieri e delle divergenze che, si spera, possano diventare solo un cliché passato.
Francesca Rybcenko