The Boy and the Beast è l’anime movie in uscita il 10 maggio in Italia ma rilasciato in anteprima al Napoli Comicon 2016. Mamoru Hosoda ancora una volta ci rivela di come piccole realtà quotidiane, grandi dilemmi e parentesi fantastiche siano le formule vincenti.
La storia è sostanzialmente semplice da comprendere, il protagonista si chiama Ren e il film ci narra delle sue sfortunate vicende che lo accompagnano dall’infanzia all’età adulta, infatti sin da bambino si ritrova completamente solo a causa della morte della madre e alla conseguente fuga. In preda alla rabbia e all’odio si accascia ormai rassegnato, ma è proprio allora che capita l’inaspettato e il piccolo Ren si ritrova catapultato in un mondo di animali antropomorfi (bakemono), qui si ritrova a fare la conoscenza di Kumatetsu, maestro di kendo dalle sembianze di un orso. I primi tempi non sono facili e passano turbolenti, Ren ribattezzato Kyuta diventa l’allievo di Kumatetsu ma gli allenamenti sono spesso sul filo del rasoio e pieni di tensione, non mancano i momenti in cui la strana coppia si trova a scontrarsi. Kyuta è molto riluttante nei confronti di Kumatetsu ma un giorno vedendolo in azione sul serio cambia atteggiamento e a suo modo inizia ad apprendere e a mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti.
Gli anni passano e Kyuta ormai non è più un bambino ma un ragazzo maturo e ormai cosciente di aver superato anche in forza il proprio maestro; ritorna inconsapevolmente al mondo da cui era venuto, ossia la Shibuya dei giorni nostri. Kyuta ora ritorna a farsi chiamare Ren ed è qui che possiamo notare una di quelle particolarità che contraddistinguono la regia di Momoru Hosoda, ossia la grande cura dei dialoghi e dei dettagli che caratterizzano la vita quotidiana, difatti Ren si trova a fronteggiare cose del tutto nuove per lui come leggere un libro in biblioteca o andare ad istituto paritario per conseguire il diploma. La sfida più grande per Ren però ora rappresenta l’incontro col suo padre naturale, ciò scatenerà in lui tante domande:”Chi sono? Chi voglio essere? Qual è il mio posto?”. Domande che tormentano Ren/Kyuta e che sottolineano l’essere un anime movie di formazione, tema già ripreso in “Wolf Chidren” dello stesso Hosoda ma con un soggetto diverso.
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Tornando alla vicende di Ren, l’unica persona che riesce a calmarlo è Kaede, una ragazza conosciuta in biblioteca e che si dimostra subito comprensiva e disposta ad aiutarlo nell’insegnargli a leggere, quest’impegno terrà Ren sempre più lontano dal mondo dei bakemono. Il giorno del duello fra Kumatetsu e Iozen Ren è assente, preso da una delle sue tante fughe, ma ritorna giusto in tempo per dare l’incoraggiamento decisivo a Kumatetsu, il quale riusciurà a sconfiggere Iozen ma il colpo di scena è dietro l’angolo: Ichirōhiko, ossia uno dei due figli di Iozen, ferisce gravemente Kumatetsu e divorato dall’oscurità erra fra le dimensioni ma non si allontana più di tanto, ora il suo obiettivo è farla pagare a Ren quindi lo vediamo comparire a Shibuya e la sua mutazione in un’oscura e abissale balena non fa che sottolineare l’odio e la vendetta che ormai hanno assorbito del tutto Ichirōhiko.
Cosa fare? Ren pensa a soluzioni drastiche come assorbire tutto il male di Ichirōhiko per poi sacrificare se stesso per evitare il peggio e per proteggere Kaede, ma in questo film i colpi di scena non mancano e l’aiuto più grande arriva da un redivivo Kumatetsu, ora nuovo leader spirituale e quindi col potere di potersi trasfigurare, decide di diventare una katana, la “spada nel cuore” di Ren, che riempirà i suoi enormi vuoti e gli darà la forza di sconfiggere il male di Ichirōhiko.
Il finale definitivo vede un Ren finalmente sereno e con le intenzioni di condurre una vita normale accanto al padre naturale e con dentro al cuore il suo papà-orso Kumatetsu. Ichirōhiko invece si risveglierà immemore circondato dalla sua famiglia bestiale che nonostante tutto non ha mai smesso di volergli bene.
****** END SPOILER ALERT ******
The Boy and the Beast è un film d’animazione di un regista che sin dalle sue prime creazioni non ha mai smesso di stupire con le sue fantasie e con le sue rappresentazioni talvolta oniriche e psichedeliche. Ha saputo creare scenari non facili da dimenticare e che talvolta hanno richiamato paragoni ad Hayao Miyazaki, ma se quest’ultimo crea mondi e storie totalmente staccate dalla nostra realtà quotidiana Mamoru Hosoda non se ne distanzia mai totalmente.
“La famiglia è dove il nostro cuore sente di stare”. Questo film sembra quasi volerci dire che la famiglia reale, quella vera, sono le persone con cui siamo cresciuti e a cui dobbiamo ciò che oggi siamo; sono coloro che ci vogliono bene e che ci accettano per quello che sono. Le diversità possono aspettare se ci sono legami più forti, l’importante è saperli affrontare insieme. Sono questi i messaggi che traspaiono dai 120 minuti di The Boy and Beast, una pellicola sicuramente da visionare.
Vincenzo Marino
The Boy and the Beast
The Boy and the Beast The Boy and the Beast