Laurie Anderson: vita, morte e rinascita

Napoli, si sa, è una città contraddittoria, che muore e vive, dove coesistono episodi di degrado e parentesi di rinnovamento e valorizzazione. Questo 2016 ha visto rinascere in terra partenopea il chiostro cinquecentesco di Santa Caterina a Formiello, trasformato nell’Ottocento dai Borbone in lanificio per la produzione di uniformi militari, successivamente in una specie di centro commerciale, infine in deposito di legname. Lasciato per anni in una grave incuria, dal 2012 è diventato oggetto di un intervento di restauro promosso dalla Fondazione Made in Cloister grazie al quale il complesso è stato trasformato in degna sede espositiva che gode della calda luce mediterranea. E proprio questa luce ha affascinato l’artista statunitense Laurie Anderson che alcuni anni fa, in compagnia del suo defunto marito Lou Reed, visitò il chiostro abbandonato, eleggendolo poi a luogo ideale per accogliere la sua mostra dal titolo The withness of the body, a cura della Fondazione Tramontano Arte, con il matronato del Museo MADRE di Napoli ed il il patrocinio del Consolato generale USA per il Sud Italia, visitabile dal 28 Maggio fino al 30 Settembre 2016 ed inclusa nella programmazione della XXI Triennale del Design di Milano.

Laurie Anderson: performance e sperimentazione

Classe 1947, originaria di Chicago, ma da sempre newyorchese, Laurie Anderson è l’artista poliedrica per eccellenza, una performer capace di sfruttare le infinite possibilità della multimedialità, di carpire l’importanza del video come strumento per documentare, conservare e trasmettere al futuro, dedita anche alla scrittura e alla musica.

Laurie Anderson, inaugurazione della mostra The Withness of the body Napoli, Chiostro di Santa Caterina a Formiello Fonte: www.artribune.com Napoli
Laurie Anderson, inaugurazione della mostra The Withness of the body
Napoli, Chiostro di Santa Caterina a Formiello
Fonte: www.artribune.com

Dopo la laurea in scultura alla Columbia University di New York, ha esordito nel campo dell’arte performativa, rimanendo sempre legata alla musica ed in particolare al violino che imparò a suonare fin da piccola, suo compagno in molte performances ed oggetto di manipolazioni tese a potenziarne ed alternarne il suono. Ha anche brevettato uno strumento, il Talking Stick (Bastone Parlante), un barra metallica capace di riprodurre suoni in base a come viene mossa o toccata grazie a circuiti elettronici installati all’interno, ed ha prodotto O Superman (for Massanet), singolo di sapore minimalista, poi un intero album intitolato Puppet Motel, della straordinaria durata di circa 12 ore. La costante e profonda volontà di mettersi alla prova, di abolire i labili confini tra campi diversi, l’ha portata a collaborare anche con altri musicisti, con scrittori e registi, confrontandosi con la poesia ed il cinema.

The withness of the body: vita, morte e rinascita.

La mostra napoletana ci mostra l’altra faccia del percorso artistico della Anderson, l’arte figurativa, attraverso disegni realizzati a carboncino e acrilici su tela. Inoltre l’artista ha inserito anche oggetti pregni di significato, come i fogli di un calendario che fanno ricordare cosa è successo in un mese e cuscini “parlanti” sui quali bisogna appoggiare la testa per sentire le storie che hanno da raccontare. The withness of the body non è altro che una storia, il racconto di un ciclo di vita, di morte e di rinascita, la cui fonte di ispirazione sono figure che hanno fatto parte e segnato profondamente la vita dell’artista e che purtroppo l’hanno lasciata: il marito Lou Reed, la cagnolina Lolabelle, la giovane nipote Theodora, venuta a mancare proprio questo Maggio. Un’autobiografia visiva, un’indagine sul corpo e sul difficile equilibrio tra fisico e spirituale, in cui affiora la credenza nella vita dopo la morte, nel Bardo Todol buddhista, cioè i 49 giorni durante i quali chi è morto subisce una trasformazione e torna a rivivere in una forma diversa. Non è così anche per il chiostro di Santa Caterina che è morto, ma è rinato in una veste completamente nuova?

Laurie Anderson, The Bardo as experience by my dog, Mostra The whitness of the body Napoli, Chiostro di Santa Caterina a Formiello
Laurie Anderson, The Bardo as experience by my dog,
Mostra The whitness of the body
Napoli, Chiostro di Santa Caterina a Formiello Fonte: www.napoli.repubblica.

L’apice di questa riflessione mistica è raggiunto dall’opera che l’artista ha realizzato solo due giorni prima che fosse inaugurata la mostra, come in una sorta di illuminazione. Essa rappresenta un sogno ricorrente fatto dalla Anderson in cui c’è Laurie che in ospedale partorisce la sua cagnetta, un momento di dolore fisico e sacrale: se il quadro è cronologicamente parlando l’ultima opera, esso però rappresenta  idealmente il principio di tutto, la nascita, che è agli antipodi della morte e di qualsiasi rigenerazione post mortem. Lo stile delle opere rivela una certa rapidità di esecuzione, una spontaneità non sciatta che deriva dalla lunga carriera di performer della Anderson e dall’istinto che è alla base delle esibizioni musicali.

Tra grumi ed esplosioni di energia affiorano frasi concise, le persone della vita quotidiana, gli oggetti che ne fanno parte, con prevalenza del bianco e del nero perché questi sono i colori che meglio risaltano alla luce naturale del chiostro rinato.

Emanuela Ingenito