Aloe deriva dall’ arabo “aluat” e significa “amara sostanza”, oppure dal greco “als-alòs” ovvero “mare”, dal momento che questa pianta miracolosa tende a nascere in prossimità delle coste, basti pensare alla Sardegna. Sin dal passato, l’aloe è stata considerata fonte di vita eterna, denominata anche “kumani” che vuol dire “giovane ragazza”. Definita in tanti modi: bastone del cielo; il dono di Venere; la guaritrice silenziosa; il medico in vaso ecc., essa è il medicamento più antico ed efficace, le cui magiche virtù sono, però, da parte della medicina convenzionale, rilegate all’ ambito del mito, della leggenda e del folklore.
Aloe vera nel tempo
Le prime testimonianze, riguardo l’uso dell’aloe, risalgono ad una tavoletta di argilla sumera del 2100 a.C. e ad una serie di raffigurazioni sui templi dell’antico Egitto del 4000 a.C.; anche se il documento più dettagliato resta il cd. “Papiro Ebers” del 1550 a.C., dove vi sono scritte delle formule sull’ impiego dell’aloe vera per la cura della salute e benessere. Prove inconfutabili dell’utilizzo e dei benefici del gel dell’aloe comprendono un po’ tutto il mondo: dall’ Europa meridionale al Medio Oriente, dall’ Asia al nord Africa, dall’ Estremo Oriente alle Americhe.
Nella medicina ayurvedica indiana, essa è pienamente riconosciuta come farmaco e, il Kamasutra ne attesta le proprietà afrodisiache. Gli Egizi la utilizzavano nel procedimento di mummificazione, nella cosmesi e anche durante i riti religiosi. Pare che la stessa regina Cleopatra, la quale era solita, come è noto, fare il bagno nel latte di capra, facesse aggiungere nella vasca dell’aloe vera e che, tritata, la utilizzasse anche come collirio per rendere gli occhi più brillanti e luminosi.
Leggenda remota narra che lo stesso Alessandro Magno, su consiglio di Aristotele, avrebbe conquistato l’isola di Socotra, in Egitto, perché in quel luogo vi era un’estesa piantagione di aloe, con la cui linfa avrebbe potuto curare le ferite dei suoi soldati.
Pure la Bibbia cita l’aloe in vari punti, tra cui quello dove si descrive la sepoltura del Cristo, il cui corpo morto viene trattato con una serie di unguenti profumati. Altra testimonianza giunge dalla Grecia, dove il medico dell’esercito romano, Dioscoride, scrisse una sorta di enciclopedia botanica, in cui spiegava le infinite modalità di utilizzo della pianta, sia per uso esterno che interno: dalle ustioni e bruciature, ai problemi gastrointestinali, come rimedio per le emorroidi, problemi gengivali e ben altre 750 cure.
Aloe: altre curiosità
Cristoforo Colombo attestava che quattro sono le piante alla base della vita umana: il frumento che ci nutre, la vite che ci rinfranca, l’ulivo che ci consente di armonizzare i sapori, e l’aloe che ci cura da ogni male. Finanche il Mahatma Gandhi dichiarava: “Mi chiedete quali siano le forze segrete che mi hanno tenuto in vita durante i miei prolungati digiuni: ebbene, esse sono la mia incrollabile fede in Dio, il mio stile di vita semplice e l’aloe “.
A seconda dei differenti popoli e tempi, l’aloe è stata chiamata con varie diciture, tra le quali:
- Pianta dell’immortalità: presso Egiziani ed Ebrei che la utilizzavano soprattutto in campo estetico e per le sue proprietà aromatiche e terapeutiche.
- Magica virtù: presso i Sumeri.
- Pianta miracolosa: dai monaci del Medioevo.
- Elisir di Gerusalemme: presso i Templari che usavano la polpa di aloe, quella di canapa e il vino di palma.
- Giglio del deserto: presso Arabi e Beduini.
- Guaritrice silenziosa: presso gli Indù.
- Rimedio armonioso: in Cina.
- Elisir della longevità: in Russia.
- Fontana della giovinezza, guaritore naturale, pianta del miracolo che in Giappone è associata ad un ideogramma e sta a significare “non serve il dottore”; mentre in Malesia, per il suo sapore amaro, è anche detta “lingua di suocera”.
In definitiva, l’aloe vera è una pianta da sempre molto rinomata e che ritroviamo oggi con maggiore frequenza in una società che sta sviluppando una nuova consapevolezza, attenta al biologico e mirata ad una cultura “green” .
Pasqualina Giusto
Sitografia: