In cosa consiste il famoso Testimonium Flavianum? Giuseppe Flavio ha davvero parlato di Gesù di Nazareth? Se sì, in quali termini?
Giuseppe Flavio, nelle Antichità giudaiche, cita personaggi e avvenimenti raccontati anche nel Nuovo Testamento. Il passo dove si parla di Gesù di Nazareth, però, è stato al centro di una lunga querelle storica a causa dei sospetti di interpolazione. Nel Testimonium Flavianum, infatti, Gesù viene definito come il Cristo nonostante lo storico ebreo-romano non fosse certo cristiano.
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Il Testimonium Flavianum: un’interpolazione parziale?
Una volta riconosciuta la manipolazione del passo, restano due possibilità. Da un lato quella di una interpolazione cristiana limitata all’aggiunta delle espressioni di fede, dall’altra quella dell’aggiunta dell’intero passo, inventato di sana pianta. Quest’ultima possibilità è sembrata da subito alquanto remota: se dell’esistenza storica di Gesù di Nazareth non si è dubitato per circa due millenni, risultano alquanto incomprensibili le ragioni di una operazione del genere.
Peculiarità stilistiche di Giuseppe Flavio
Due elementi sono risultati a sostegno dell’ipotesi di una interpolazione parziale. In primis, si è notato che, eliminando le espressioni di fede, il passo mantiene un senso logico e grammaticale che lo rende indipendente dalle parti più “sospette”. Inoltre, diversi studiosi – come H. St. J. Thackeray – hanno notato peculiarità grammaticali e linguistiche di Giuseppe Flavio, limitatamente ai passi più verosimili.
Chiesa o tribù?
A favore dell’ipotesi dell’interpolazione parziale, c’era anche il fatto che nel passo i seguaci di Gesù siano definiti «tribù», mentre un cristiano avrebbe verosimilmente parlato di Chiesa e di cristiani. Un altro indizio, quindi, della preesistenza del passo, sembrando quella di «tribù» un’espressione di Giuseppe Flavio.
Il passo ritrovato
Se quello che ci è pervenuto è un passo interpolato, come possiamo sapere cosa effettivamente dicesse il passo originale? Nel 1971, il prof. Shlomo Pines dell’Università Ebraica di Gerusalemme, trovò una versione araba del Testimonium Flavianum in un’opera del X secolo, la Storia universale del vescovo siriano Agapio di Hierapolis. Dove si legge così:
Similmente dice Giuseppe l’ebreo, poichè egli racconta nei trattati che ha scritto sul governo dei Giudei: A quell’epoca viveva un saggio di nome Gesù. La sua condotta era buona, ed era stimato per la sua virtù. Numerosi furono quelli che, tra i Giudei e le altre nazioni, divennero suoi discepoli. Pilato lo condannò ad essere crocifisso ed a morire. Ma coloro che erano suoi discepoli non smisero di seguire il suo insegnamento. Essi raccontarono che era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione e che era vivo. Forse era il Messia di cui i profeti hanno raccontato tante meraviglie.
La versione di Agapio
Siamo quindi in possesso di una versione che non presenta più sospette espressioni di fede. Ad esempio, non si afferma più la resurrezione ma si riporta semplicemente quello che i discepoli raccontarono. Questa scoperta, riportata anche da Vittorio Messori in Ipotesi su Gesù (edizione SEI, 2001, pag. 197), ha permesso di limitare l’interpolazione alle sole espressioni di fede, recuperando invece il passo originale.
Essendo Agapio un vescovo, sembra infatti impensabile che abbia mutilato il passo dello storico in senso riduttivo. Il fatto che Agapio sia siriaco sembra proprio indicare che egli avesse a disposizione una copia delle Antichità giudaiche estranea al circuito occidentale, e quindi di un passo su Gesù fedele all’originale.
Una fonte non cristiana sul Gesù storico
L’interpolazione cristiana pare sia avvenuta in Occidente fra il III e il IV secolo. Il copista cristiano dovette trovare irriguardoso il fatto che Giuseppe Flavio parlasse in modo così “laico” di Gesù, così aggiunse quelle espressioni di fede che solo a partire dal XVI secolo cominciarono a destare sospetti. Ad ogni modo l’attendibilità storica del Testimonium Flavianum ne esce confermata. A sostengo di questa ipotesi ci sono diversi studiosi, fra i quali anche David Flusser (storico israeliano ed ebreo).
Pertanto, questa fonte ci conferma quelli che sono i dati essenziali della biografia di Gesù, sia spaziali sia temporali. La cronologia viene confermata dal riferimento alla condanna sotto Ponzio Pilato. Giuseppe Flavio ci informa anche dell’attività di predicazione di Gesù e del conseguente discepolato. Anche questa fonte avvalora, inoltre, le notizie evangeliche della condanna a morte per crocifissione.
Ettore Barra