La nostra Penisola è ricca di edifici architettonici rappresentativi. Ogni regione ha quel qualcosa che lo rende unico e tra questi spicca la Basilica di San Marco. In realtà, per poter capire il valore dell’architettura veneziana e la sua differenza sostanziale rispetto all’architettura delle altre città italiane occorre analizzare la situazione economica, politica e commerciale di Venezia, unica tra le città europee non di fondazione romana o preromana. Venezia vive in simbiosi con la laguna e nonostante le asperità del terreno vacillante, riesce a diventare una delle città più importanti del mondo. Repubblica marinara oligarchica, solidi rapporti commerciali sull’Adriatico e con i paesi orientali, Venezia è una città caratterizzata da una profonda cultura.
In questo contesto si inserisce la Basilica di San Marco. Essa fu costruita per la prima volta nel IX secolo per accogliere le spoglie di San Marco trafugate da Alessandria d’Egitto; gravemente danneggiata da un incendio nel 976, fu ricostruita nel 1063 sotto il dogato di Domenico Contarini e i lavori furono portati a termine nel 1093. L’edificio sorse come quasi cappella palatina al servizio del doge e dei cittadini per la celebrazione della gloria veneziana.
La forma interna della chiesa rispecchia la Basilica dei Dodici apostoli di Costantinopoli, distrutta dai turchi durante la conquista della città nel 1453, e dunque aveva una pianta centrale come un martyrion. Attualmente, ha un impianto a croce greca di grandi dimensioni. La Basilica ha delle peculiarità ovvero per accedervi occorre oltrepassare un atrio che abbraccia la la Basilica su tre lati e che funge da nartece ed endonartece. Gli spazi si articolano in tre navate su cui si sovrappongono gli arconi che sostituiscono i matronei; l’iconostasi, ovvero una struttura architettonica formata da colonnine architravate poggiate su transette e realizzata dai fratelli Dalle Masegne tra il 1394 e il 1397, divide il presbiterio e spacca l’unità della navata centrale.
La cupola è un elemento accentratore, tuttavia non è unica ma coesistono ben cinque cupole e ognuna di essa attira a sé lo spazio per cui nell’insieme si ha un effetto di decentramento. Lo spettatore, una volta entrato, si smarrisce tra le numerose suppellettili sacre, tra le tarsie marmoree della pavimentazione colorate e soprattutto dai tappeti musivi, rivestendo interamente la superficie interne della chiesa.
Anche l’esterno è caratterizzato dalla policromia dei mosaici i quali, grazie anche alla spiccata presenza di archi inflessi di ispirazione araba volute anche per ricordare Alessandria d’Egitto, dove era avvenuto il martirio di San Marco, contribuiscono a dare all’insieme un aspetto eterogeneo.
L’architettura di Venezia è particolare, ricca di pieni e vuoti, cromatica e mutevole; apparentemente uguale nelle sue espressioni, invece è assolutamente straordinaria per il suo fondersi con l’arte bizantina fredda nel mosaico e dinamica nelle forme.
Serena Raimondi