La fine degli anni ’70 rappresenta, per il mondo del rock, il momento della “semplificazione“. Con una sorta di rigetto del progressive rock, i giovani vogliono tornare a fruire e a produrre rock nella sua essenzialità. Un rock fatto quindi solo di chitarra, basso, batteria e voce, senza tastiere e fiati, aggiunti dallo sperimentalismo prog. È la voglia di musica più “estrema” tipica del Punk, ma che si estende anche in altri campi: questo è il caso dell’Hard Rock made by AC/DC.
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I Sex Pistols dell’Hard Rock
La stessa stampa inglese paragonò, a suo tempo, gli AC/DC ai Sex Pistols. La loro fu, in effetti, un’operazione dal medesimo sapore. Un ritorno all’essenza di rock che, in realtà, non fu un semplice ritorno al rock originario anni ’50, ma un’autentica rivoluzione, qualcosa di innovativo.
Il rock nacque come musica istintiva, e c’è chi l’ha collegato ai ritmi tribali afroamericani. Gli AC/DC sono autori, appunto, di musica istintiva, “bestiale“. Questa carica istintiva è caratterizzata soprattutto dalla voce di entrambi i frontmen della band, Bon Scott prima e Brian Johnson poi.
Non vi è più l’elaborazione complessa del suono tipica del progressive, non ci sono icone “angeliche” come Peter Gabriel. Gli AC/DC sono Hard Rock grezzo, molto più di quello dei padri fondatori del genere, vale a dire Led Zeppelin e Deep Purple. Rappresentano quindi l’istinto dell’hard rock, che torna, così, dopo esser stato considerato “musica da dinosauri” dagli amanti del Punk, ad essere “musica per teppisti“.
Come i Black Sabbath, Gli AC/DC giocano con gli accostamenti al satanismo, ma trattando quest’ultimo in maniera molto più stravagante e dissacrante: il chitarrista Angus Young si traveste così da “figlio del diavolo”, cosa che per lui significa abbigliamento da studente di college, con pantaloni corti, giacca, cravatta, berretto e cartella.
Ed è con Angus Young che al rock diventa associato in maniera stabile l’headbanging, vale a dire lo scuotimento ossessivo della testa a tempo di musica, dall’alto verso il basso, durante i concerti.
L’Hard Rock diventa con gli AC/DC il genere con cui si può identificare l’uomo di strada, colui che non ha più gli slanci della generazione hippy per cambiare il mondo, ma solamente slanci edonistici, voglia di ubriacarsi e divertirsi. Gli AC/DC cantano questo mood.
Le origini degli AC/DC
Il nucleo della band risale al 1973 quando i fratelli scozzesi Angus e Malcom Young, trasferitisi in Australia, fondarono la band.
L’esordio è del 1975 e presenta Bon Scott alla voce. Nello stesso anno vengono pubblicati sia High Voltage sia T.N.T solo per il mercato australiano. Ormai la formazione si era stabilizzata con gli ingressi del bassista Mark Evans e del batterista Phil Rudd.
Grazie ad un contratto con la Atlantic Records, gli AC/DC iniziano a farsi conoscere oltre i confini oceanici: nel 1976 pubblicano una sorta di best of dei primi due album, con anch’esso il nome di High Voltage.
Il loro primo album ad entrare in classifica si chiama Let There Be Rock ed è del 1977 e ad andare ancora meglio a livello di vendite è l’album successivo, Powerage.
Sempre nel 1978 pubblicano il loro primo live, chiamato If You Want Blood You’ve Got It.
Il successo: Highway to Hell e Back in Black
A far acquisire una dimensione davvero mondiale al fenomeno AC/DC è però l’album pubblicato nel 1979, Highway to Hell. Il terremoto Punk c’è già stato e gli AC/DC continuano a contribuire al ritorno all’essenzialità del rock con un album che vende oltre un milione di copie, accompagnato dall’omonima title track.
Il 19 febbraio 1980 un grande shock colpisce la band: il cantante Bon Scott muore improvvisamente. Gli AC/DC sono tentati dal mettere fine alla loro carriera ma decidono di andare avanti. Al posto di Scott subentra come voce Brian Johnson, allora 33enne.
Il risultato è l’album Back in Black: copertina nera, a simboleggiare il lutto per la perdita di Bon Scott, tranne un bordo grigio a contornare il simbolo della band e il nome in grigio dell’album.
L’album che contiene canzoni iconiche come Hells Bells (con le campane a lutto in onore di Scott), Shoot to Thrill, You Shook Me All Night Long (forse la più famosa) oltre all’omonima title track è un successo straordinario. Con circa 50 milioni di copie vendute è il secondo album più venduto della storia della musica, preceduto solamente da Thriller di Michael Jackson. Eppure non raggiungerà mai la posizione numero 1 della classifica USA.
Gli AC/DC sono ormai diventati un fenomeno mondiale e hanno raggiunto il loro apice creativo.
Gli AC/DC dalla consacrazione ad oggi
Con For Those About to Rock (We Salute You) del 1981 raggiungono la posizione numero 1 negli Usa ma al maggiore impatto nella classifica non corrispose un miglioramento qualitativo. L’apice fu raggiunto con Highway to Hell e Back in Black e da allora gli AC/DC furono solo destinati a calare qualitativamente pur consolidando la loro fama.
Flick Of The Switch (1983) e Fly On the Wall (1985) rappresentano un vistoso calo, mentre Blow Up Your Video (1988) e The Razor’s Edge (1990) una lieve ripresa.
Da allora gli AC/DC pubblicano nuovi album a singhiozzo, come i casi di Ballbreaker (1995), Stiff upper Lip (2000), Black Ice (2008) e Rock or Bust (2014) che poco aggiungono alla loro carriera, ormai consacrati nell’olimpo del rock.
Già in Rock or Bust Malcolm Young è sostituito dal nipote Stevie; Malcolm morì poi nel 2017. Da notare la temporanea esperienza di Axl Rose, frontman dei Guns N’ Roses, come sostituto di Brian Johnson nel 2016.
Davide Esposito
Bibliografia
- Difensori della fede sull’autostrada per l’inferno in E. Guaitamacchi, Storia del Rock, Hoepli, 2014