Aristotele e il problema dell’eternità del mondo nel Medioevo

Aristotele fu il filosofo per eccellenza del Medioevo. Ma nel suo sistema c’erano anche aspetti pericolosi per la fede, come l’eternità del mondo.

La recezione del sistema aristotelico

Gli studiosi occidentali accolsero con entusiasmo il sistema aristotelico. Il Filosofo offriva infatti, con le sue opere, una guida completa che cercava di comprendere tutto lo scibile umano. Dalla natura del mondo a quello dell’universo, passando per la logica, l’anima e la politica. La filosofia aristotelica risultava attraente anche per motivi religiosi. Infatti oltre a concetti che sembravano accordarsi con la teologia, come quello del motore immobile (identificabile con Dio), c’era anche il fatto che Aristotele aveva descritto il cosmo come un ordine perfetto.

Aristotele e la fiducia nella ragioneeternità del mondo

Un mondo, quindi, retto da leggi fisse che andavano indagate e non dai capricci e gli arbitrii di entità misteriose. Questa idea di ordine era molto radicata nella cultura giudeo-cristiana, tanto che molti ritenevano che le conoscenze del Filosofo (pur essendo un pagano) lungi dal mettere in dubbio le verità di fede, avrebbero invece permesso di avvicinarsi ancora di più a Dio.

Una fiducia nella ragione e nella possibilità di conoscere Dio svelando i misteri del “libro della natura” che, come sostenuto da Edward Grant, sarà uno dei prerequisiti fondamentali per la nascita della scienza moderna.

Tuttavia, come si vedrà in seguito, i filosofi medievali non si accontentarono del sistema aristotelico come qualcosa di definitivo. Se da un lato essi non avevano il concetto di progresso in senso moderno, dall’altro è vero anche che spesso – non fosse altro che per motivi storici – non si nascondevano di saperne anche di più del Filosofo. Lo stesso accadde per la questione dell’eternità del mondo.

L’importanza del dibattito medievale

Il problema dell’eternità del mondo fu affrontato e discusso da tutti quelli che, maestri o semplici studenti, si occupavano di filosofia. Dell’eternalismo aristotelico, infatti, parlava il Commento alle sentenze di Pier Lombardo che fu per lungo tempo il testo di base dei corsi di filosofia naturale. L’incontro col tema era quindi inevitabile e non mancava di suscitare polemiche.

Per questo motivo, sarebbe impossibile stilare un elenco delle opere e degli autori che hanno affrontato il problema dell’eternità del mondo. Una questione che quindi troviamo discussa in una molteplicità di opere ma anche di generi letterari: commentari, somme teologiche, questioni quodlibetali e varie opere specifiche intitolate De aeternitate mundi.

eternità del mondo
Il trionfo di san Tommaso su Averroè (Benozzo Gozzoli)

L’eternità del mondo: più di una semplice questione

Come ha intuito Luca Bianchi, il fatto che sulla questione dell’eternalismo si trovi una bibliografia pressoché sterminata indica che il problema non era affrontato solo per dovere professionale o per esigenze di difesa. Infatti, è chiaro che esso suscitava un interesse specifico anche perché forniva l’occasione per riflessioni che andavano molto al di là del problema stesso.

La discussione sull’eternità del mondo finiva spesso col porre dei problemi essenziali per la cultura medievale, come l’uso che si poteva fare delle opere di Aristotele; il rapporto tra fede e ragione e quello fra filosofia e teologia; lo status di quest’ultima come scienza; i criteri dimostrativi; il concetto di eternità e i suoi vari significati; il diritto di insegnare dottrine contrarie alla fede senza censure (pur senza aderirvi personalmente).

Un punto di vista privilegiato

Sono questi alcuni dei problemi sollevati dal dibattito sull’eternità del mondo che per questo risulta estremamente interessante per lo storico. Esso permette, infatti, di calarsi in un dibattito vivace e stimolante che consente di approfondire anche le prospettive di politica culturale del secolo d’oro della scolastica.

Quindi, la grande produzione letteraria che ha interessato il dibattito sull’eternità del mondo offre un punto di vista privilegiato per lo studio delle tappe dell’evoluzione del pensiero di singoli maestri e delle rispettive scuole. Basti pensare a uno dei maggiori esponenti della scolastica, Tommaso d’Aquino, che fu il più prolifico autore sull’argomento. Egli, infatti, oltre a dedicare un’opera specifica al problema dell’eternalismo ne discusse anche in tantissimi altri scritti, dove sosteneva una posizione agnostica.

Bibliografia:

Bianchi Luca, L’errore di Aristotele. La polemica contro l’eternità del mondo nel XII secolo, La nuova Italia editrice, Firenze 1984.

Grant Edward, Le origini medievali della scienza moderna. Il contesto religioso, istituzionale e intellettuale, Einaudi, Castelfranco V.to (Treviso).

Ettore Barra