Giuseppe Camuncoli, conosciuto anche come Cammo, è uno dei disegnatori italiani più talentuosi nell’ambito supereroistico. Sono note le sue collaborazioni con Marvel e DC Comics, disegnando personaggi come Batman e Spiderman. Ha realizzato diverse tavole anche per serie Vertigo importanti come Swamp Thing ed Hellblazer. È uno dei principali fautori del progetto “Batman Europa”, per il quale ha disegnato un albo e tutti i layout dei quattro episodi sceneggiati da Brian Azzarello e Matteo Casali.
Giuseppe Camuncoli era presente al Napoli Comicon di quest’anno e ci ha svelato alcune chicche della sua carriera da fumettista e delle motivazioni che hanno spinto Batman Europa ad essere pubblicato dopo ben 12 anni, passando per i suoi nuovi progetti.
La Cooltura intervista Cammo, Giuseppe Camuncoli
Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente?
“Si, sto finendo l’ultimo numero di Green Valley per Skybound, in Italia è uscito il primo volume ma attualmente in America sta per uscire l’ultimo e quindi sto ultimando quello e sto facendo per Marvel Comics una nuova serie su Darth Vader di Star Wars, che uscirà a giugno.”
Parlaci di Green Valley.
“Green Valley è una storia che parte, all’apparenza, come un classico fantasy, ma in realtà è una storia di ambientazione medievale dove l’elemento fantastico non esiste, nel senso che è un fantasy realistico di ambientazione medievale, e ci sono questi quattro cavalieri che vengono chiamati per sconfiggere questo mago in una terra dove la magia non esiste. Questo mago ha addirittura dei draghi con se e non esistono i mostri in questa terra. La cosa interessante sarà vedere come si svilupperà la storia, partendo dal presupposto che avrà comunque delle pieghe completamente inaspettate. ”
Come è iniziata la tua collaborazione con Marvel e DC Comics?
“Sono andato alla fiera del fumetto di San Diego nel 98′ e avevo iniziato, all’epoca, a fare produzioni in Italia con Bonerest, che è stato il primo fumetto che ho realizzato assieme a Matteo Casali, ho fatto vedere quelle tavole, sono rimasto in contatto sia con Marvel che DC Comics e nel 2000 ho iniziato la collaborazione con DC, precisamente con Vertigo, che poi mi ha portato anche a Marvel nell’arco degli anni. Sono quasi vent’anni che lavoro per Marvel e DC.”
Qual è il personaggio a cui sei particolarmente legato e che più ti piace disegnare?
“Ne sono tantissimi, Batman è sempre stato uno dei miei preferiti e lo disegno più che volentieri, mentre Spiderman è stato uno dei miei personaggi preferiti da quando ero bambino, poi ho fatto sei anni sulla testata, quindi anche lui è uno dei personaggi che mi piace molto. Mi piace molto anche Wolverin, mi sto divertendo molto su Darth Vader, ne sono veramente tanti, ma diciamo che questi che ti ho elencato sono quelli che mi piacciono maggiormente. ”
Posso dedurre quindi che non hai un vero e proprio personaggio preferito.
“Più che il personaggio (da lettore sono appassionato di tantissimi personaggi), secondo me ciò che fa la differenza è la storia, se uno scrittore è bravo, secondo me può tirar su una storia interessante anche su un personaggio sfigatissimo, viceversa, uno scrittore può tirar su una storia brutta anche di un personaggio che mi piace e che è bello visivamente.
Quindi secondo me la differenza negli anni l’hanno fatta gli scrittori e quella che l’idea che sta alla base della storia. Aggiungo che mi piacciono molto i personaggi oscuri, ad esempio Wolverine mi piace, Batman mi piace tantissimo, mentre per Spiderman è un personaggio più solare, però nei sei anni che ho fatto c’è stato il ciclo di Superior Spiderman dove c’è Octopus, che è una versione molto più scura del personaggio, aveva gli artigli e uccideva, lì mi sono divertito veramente tanto, quindi va premiato molto lo spirito che mette lo sceneggiatore nella storia.
Quanto tempo dedichi al disegno?
“Troppo, non riesco a quantificare, a volte lavoro anche di notte. Sicuramente buona parte della giornata la dedico al disegno, inizio la mattina ma capita che non riesco a combinare niente fin quando non arriva il pomeriggio, poi magari faccio due tavole fino ad arrivare a sera. Ripeto, non riesco a quantificare, però tanto.”
Tu hai preso parte ad un progetto molto ambizioso, Batman: Europa, che ha coinvolto autori di spicco come Azzarello, Jim Lee, Matteo Casali. Un progetto iniziato 12 anni fa ma che ha avuto luce solo l’anno scorso. Puoi spiegare il motivo di questa lunga attesa? Ci sono stati dei cambiamenti nel corso dei 12 anni, che hanno portato delle modifiche anche alla storia?
“La storia è rimasta sempre quella, il problema è stato semplicemente la tempistica da parte di disegnatori che magari non hanno trovato l’apertura e il tempo per finire le loro tavole, per cui la storia è rimasta sempre quella, si è trattato solo di far allineare tutto quanto, in modo tale che i disegnatori avessero il tempo di disegnare i loro numeri. Sostanzialmente ciò che è cambiato è stata la linea up, poichè all’inizio dovevano esserci Gabriele Dell’Otto, Venning ed altri disegnatori.
Io finii le tavole tempo prima, che poi in realtà è uscito in ritardo sono stati gli altri disegnatori che hanno dovuto trovare uno spazio per poter finire il loro numero, ma ribadisco che la storia è rimasta sempre quella. Purtroppo quando hai un autore come Jim Lee che ti fa trenta pagine è una persona molto impegnata, soprattutto essendo uno che in DC si occupa anche di publishing, questo avrò sicuramente influito sulle tempistiche, fa parte un po’ del nostro mestiere, a volte pianifichi le cose ma non sempre riesci a farle uscire in tempo. Fortunatamente siamo riusciti a tenere duro e a far si che ognuno riuscisse a completare le tavole e farlo uscire.”
Cosa ne pensi del Napoli Comicon come fiera?
“L’adoro, sono venuto forse a una delle primissime edizioni nel 98′ quando vinsi il primo premio con Matteo Casali per le autoproduzioni con Bonerest. Continuo a venire ogni anno ed è uno dei festival a cui vado volentieri ed è bellissimo vedere come sia cresciuto in questi anni e che sia diventato da un settore, fenomeno qualsivoglia, ristretto a un fenomeno di massa coinvolge tutta la città e non solo, ed è bellissimo.
Funziona veramente bene, in tanti anni non ho mai avuto nessun tipo di problema, anzi, secondo me il festival di Napoli è uno dei pochissimi che dà veramente tantissimo risalto alle mostre, agli autori internazionali, e questa cosa da sempre, anche quando si svolgeva a Castel Sant’Elmo, per cui da questo punto di vista è rimasto sempre quello, poi ovviamente si è ampliato e anche il numero di visitatori e con esso è cambiato anche il tipo di visitatore e la location.”
Simone Capuano con la collaborazione di Carlo Carpio