Taurasi è un piccolo borgo medievale della provincia di Avellino, meglio conosciuto come “terra del vino” e massimo Centro Enologico dell’Irpinia. Esso sorge su una dolce collina, che domina la valle attraversata dal fiume Calore e si trova ad un’altitudine di circa 400 mt. sul livello del mare.
Vanta la presenza dell’antico Castello al centro della piazza intorno alla quale si svolge la vita del centro abitato, le cui prime notizie storiche risalgono al X sec a. C., attestando lo sviluppo del borgo in pieno Alto Medioevo sotto la dominazione dei Longobardi.
Il Toponimo “Taurasi” deriverebbe da “taurus”, infatti il simbolo del paese è proprio il toro che rappresenta la terra e la forza della natura. La leggenda non a caso narra che l’antica tribù sannitica dei Taurasini avrebbe dato inizio, tra il 500 e 400 a. C., alla città-stato in questione e che questa avesse come totem un toro, appunto. La più antica raffigurazione di quest’ultimo risale al 1623 e riproduce l’immagine di un toro rampante su uno sfondo campestre.
Proprio qui a Taurasi, in questo vetusto borgo, ogni anno si rinnovano tradizioni ed eventi di folklore come le Olimpiadi del vino, “Cantine aperte” l’ultima domenica di maggio, l’ “Anguriata “ di luglio e, in particolar modo, la Sagra del vino che si tiene durante la settimana di Ferragosto, divenuta nel tempo “Fiera Enologica Taurasi DOCG” di altissimo rilievo regionale.
Fulcro di attrazione ed interesse per gente proveniente da ogni dove, durante questa manifestazione, oltre all’assaggio di vini pregiati e alle visite presso le rinomate cantine locali, è possibile degustare prodotti tipici del posto passeggiando per i vicoli antichi del paese accompagnati da musiche e balli popolari che allietano le gradevoli serate estive.
Taurasi: il castello longobardo e le chiese
Taurasi è una cittadina cresciuta intorno al centro storico e presenta una riconoscibile architettura medievale semplice e caratteristica che si palesa tra il legno, la pietra, le scale, i vicoli e le strette stradine nascoste all’interno, dove è possibile scoprire porte, chiese, palazzi, abitazioni decorate con portali e stemmi, chiare testimonianze di un remoto passato glorioso.
Lungo la strada che va da Porta Maggiore a Porta Sant’Angelo si apre una terrazza naturale sui bellissimi vigneti qui presenti e sulle rive del fiume che l’attraversa.
Il Castello, attualmente adibito ad Enoteca Regionale, detto anche Palazzo Marchionale, si erge in Largo Duomo ed ha una chiara impronta rinascimentale; ad esso si accede attraverso un gigantesco portale ad arco che presenta lo stemma nobiliare delle casate dei Gesualdo e i D’Este. Dal cortile, poi, attraverso una scala si sale ai piani superiori dove, tra le mura della fortezza vi si trovano illustri personaggi come Torquato Tasso, Carlo Gesualdo ed Eleonora D’Este.
Nel 910 e 995, il maniero taurasino sarebbe stato occupato e distrutto dai Saraceni e ricostruito successivamente dai Normanni, fino a diventare, nel 1381, proprietà di Giacomo Filangeri e passare, nel 1420, nelle mani del conte avellinese Sergianni Caracciolo. Nel 1496, le truppe di Francesco II d’Aragona ne distrussero una parte e fu ricostruito per la seconda volta nella prima metà del XVI sec. . Nel ‘600 fu adibito a Palazzo gentilizio.
Attigua ad esso, vi è la Cappella di S. Pietro a Castello.
Tra le chiese presenti nel paese, si ricordano: la Collegiata di San Marciano patrono di Taurasi; la Chiesa del S.S. Rosario, unita al convento dei domenicani oggi sede del Municipio; la Cappella dei Santi Rocco e Sebastiano.
Taurasi e la tradizione dell’Aglianico
Le sinuose colline che fanno da cornice al paesaggio taurasino sono le protagoniste sede naturale dei rigogliosi vitigni, degli ampi filari di “vitis ellenica” introdotta dai greci nel VIII sec. A. C. nelle loro colonie italiche.
Il clima, il terreno, la vegetazione e l’amore per la propria terra e per la vigna hanno confermato negli anni la vocazione vitivinicola di Taurasi che è divenuto il massimo produttore di vini di altissima qualità nella Media Valle del Calore; basti pensare alle cantine Caggiano e Tecce, tra i più importanti nomi e marchi di rilievo.
L’ Aglianico di Taurasi, il vino forte e robusto, vero e corposo come la gente che con passione e dedizione lo produce, è il vanto dell’Irpinia in tavola, non solo in Italia ma anche all’estero, non solo nel presente ma anche nel passato: Carducci lo definì, ai tempi, un vino “gaudioso”.
Un rosso potente ed elegante tanto da essere definito il Barolo del Sud, con le caratteristiche del migliore Nebbiolo e una formidabile capacità d’invecchiamento nel rispetto delle tradizioni di vinificazione.
Taurasi e vino sono un sinonimo inscindibile ed indissolubile, sono il sunto dell’anima di una verde Irpinia che diviene poesia nel colore, nell’odore e nel sapore di un ottimo bicchiere di vino rosso.
Garanzia d’ eccellenza e raffinatezza!
Pasqualina Giusto
- Fonte Fotografie: Internet