Lanificio25 sotto le stelle: Tommaso Primo Live in full band

Sabato 27 maggio 2017, il Lanificio25 di Napoli, situato in zona porta capuana, spazio alternativo ed originale diretto da Salvatore Dell’aversano, ha ospitato, anzi, ri-ospitato, Tommaso Primo e la sua musica, le sue fate, le sue sirene, i suoi samurai.

La band al completo sul palco del Lanificio25 ha annoverato: Giuseppe Spinelli e Dario di Pietro alle chitarre, Antonio Esposito alla batteria, Pasquale Benincasa alle percussioni e Luigi Castiello al basso.

Il giovane artista appena ventisettenne, si dedica alla musica sin da ragazzino, per pubblicare sei anni fa il suo primo singolo, “Canzone a Carmela”, al quale seguì uno street tour in giro per l’Italia. Il brano che lo ha reso noto nel panorama degli emergenti napoletani  risale però al 2013: “Gioia”, duettata con Ismael, poeta senegalese. Il 2013 è anche l’anno del primo EP, Posillipo Interno 3, in gran parte un itinerario cantato dei posti più suggestivi e magici di Napoli, meritevoli di essere musicati.

lanificio25
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Ma sono quanto più svariati e disparati i topoi di questa musica: la sensibilità del cantautore sfiora tutti gli argomenti della vita umana senza invaderne nessuno nella maniera che possa diventare ripetitivo o tedioso all’ascolto del pubblico. Dall’immigrazione, all’infanzia, alla guerra, alla morte, alla prostituzione, alla spiritualità, all’amore in ogni sua forma, corrisposto o non corrisposto, provato o solo origliato, all’Africa, alla felicità, al dispiacere, a tutto ciò che colora la variopinta tela dell’animo.

Nel 2015 il primo album, “fate, sirene e samurai”, che attraversa fatti umani tingendoli di un’atmosfera d’incanto che li rende più vicini alle fiabe che alla loro sofferta realtà.

E sembra di vederle materializzate, quando le racconta, le fate brasiliane di Tommaso Primo, i suoi samurai, con tutta la loro cultura orientale, e la nostra Napoli, con le sue sirene, le sue leggende, il suo mare.

Una musica che si tripartisce in differenti culture fondamentalmente diverse ma tutte concentrate sul proprio valore senza prevaricare su quello che le accompagna.

Una musica tutta nuova in un dialetto riscoperto

Un genere underground, rigorosamente in vernacolo. Ma in un napoletano pulito, poetico, universale, accettabile in confronto ai ben più bassi utilizzi fatti di questa lingua nell’ultimo decennio fra cinema e televisione.

Un dialetto tutto da riscoprire, che racconta cose belle, che non esistono ma che qualcuno può cantare e che chi ascolta può vedere.

Un calore immenso ha accerchiato il giovane cantante nello spazio del cortile della lanificio, e un rapporto di empatia e complicità si è creato con il pubblico.

lanificio25
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Ospite d’onore della serata, il maestro Ciccio Merolla, che non ha mancato di offrire il suo contributo all’atmosfera di agio e simpatia del concerto.

Come nel caso dei testi di Tommaso, la meravigliosa novità musicale degli ultimi anni riguarda l’innovazione e la messa in luce di aspetti di questa cultura lasciati un po’ degenerare: la riscoperta di una musica dialettale ma non neomelodica, che parla di libertà, di diritti, di sentimenti, di giorni felici e di giorni meno felici. Che parla di persone e parla alle persone.

Letizia Laezza

Lanificio25- (sito ufficiale)