Nel panorama letterario inglese, Daniel Defoe è indicato e considerato come il promotore del romanzo. Personalità di grande ingegno, dopo aver dedicato la sua vita scrivendo di saggistica e di politica, l’autore inglese, figura poliedrica anche nella produzione di opere di attualità, si dedica allo studio, alla stesura e alla pubblicazione di numerosi romanzi.
Tra i primi romanzi si colloca Memorie di un Cavaliere, un’opera autobiografica, che riporta le memorie di un gentiluomo inglese cresciuto ad Oxford e allevato in base ai principi della formazione culturale aristocratica del tempo. Il nobile uomo è dotato di grandi virtù quali coraggio, onore, modestia e affidabilità, rendendolo un perfetto cavaliere.
La vicenda del romanzo di Defoe si svolge tra il 1630 e il 1648 e descrive delle imprese militari del gentiluomo inglese al servizio di Gustavo di Svezia e poi di Carlo I. L’opera assume le caratteristiche di un’ autobiografia ma è ricca anche di dettagliate notizie di campagne militari e vicende storiche, presentando il romanzo mediante una narrazione distaccata rispetto alle vicende descritte.
Lo stile informale deriva dalla concezione provvidenzialistica della storia che Defoe descrive e racconta come attuazione di un progetto divino. Nelle Memorie, emerge l’ideale poetico dell’autore: la rivoluzione è necessaria per sovvertire l’ordine costituito. Emerge chiaro il riferimento alla “Gloriosa Rivoluzione” del 1688.
Il Capitan Singleton e l’anno del 1720
Il 1720 è l’anno più importante per la pubblicazione dello scrittore. In seguito alla pubblicazione di Memorie, segue l’uscita di Vita, avventure, pirateria del famoso Capitan Singleton, un romanzo che racconta di viaggi in paesi lontani, commerci e ricchezze che incrociano il mondo audace della pirateria.
La storia di Singleton descrive delle avventure di un trovatello inglese e di un quacquero suo prigioniero, che, durante una delle sue scorribande, ammutina una nave e diventa pirata. Il saccheggio e il contrabbando diventano materia delle sue avventure. Il romanzo è intriso di entusiasmo e spirito di avventura, tematiche che si intersecano con il dibattito storico-politico inglese del tempo di Defoe.
Nel romanzo di Singleton viene esaltato il processo di sviluppo ed evoluzione dell’Inghilterra, paese che opera a livello mondiale conquistando potere e successo. L’avventura del Capitano e del quacquero, la pirateria e le avventure sono simboli e strumenti della Provvidenza per mettere in pratica il piano divino: l’Inghilterra può diventare il paese più ricco e fiorente.
La struttura narrativa segue lo schema delle confessioni e la vicenda si colloca su due livelli, il viaggio di Singleton attraverso l’Africa e le sue avventure come pirata. La critica considera le due parti come autonome anche se nel testo si percepisce un legame sottile tra i due segmenti dell’opera: un costrutto complesso ma efficace dal piano narrativo.
In Capitan Singleton, come nel Robinson Crusoe, da parte dello scrittore manca la tendenza a far derivare il carattere del personaggio dall’ambiente circostante o a spiegare le avventure vissute come reazione ai torti subiti durante l’infanzia. Le sorprendenti avventure di Singleton possono rappresentare la reazione alla sua vita da orfano in giro per il mondo.
Defoe si rivela scrittore consapevole di ciò che narra e, mediante le sue storie, esprime la sua concezione in accordo con l’ideologia puritana. Fatalistica appare l’interpretazione della vita , secondo cui il fato, o con valore positivo la Provvidenza, presiede il destino degli uomini.
Daniel Defoe: l’individuo e il personaggio
In Capitan Singleton, il lunghissimo viaggio attraverso l’Africa rappresenta la realizzazione della predisposizione al male del personaggio e le sue turpi imprese da pirata. Il personaggio accetta infine la sua natura e agisce soltanto se spinto da avidità e bramosia di guadagno.
Il capitano adotta una nuova concezione: si esaltano la fiducia e l’originalità dell’individuo singolo, che, nelle ultime pagine del romanzo, può realizzare un modello di esistenza superiore. Si porta a compimento lo sperimentalismo che Defoe opera nel suo romanzo. Il passaggio dall’ambito dell’azione alla riflessione, non solo introspettiva, si conclude con la presa di coscienza da parte del singolo: l’individuo scopre di essere in grado di poter utilizzare il suo potenziale – personale, intellettuale e anche economico – come strumento e mezzo di dominio su di un gruppo sociale o su una comunità.
Nei romanzi qui trattati, Defoe compie una discesa nel cuore dell’uomo che si sente malvagio, senza in realtà motivarne il comportamento. In Capitan Singleton, le avventure in posti solitari, la terra d’Africa e l’oceano diventano i luoghi dell’alienazione dell’individuo e del suo rapporto sociale con gli altri. Si percorre, dunque, un viaggio nell’ abisso oscuro dell’interiorità, dominato dalla forza ignota del male.
Il capitano diventa l’individuo predisposto al male. Nella sua storia, l’azione si compie in un altrove sconosciuto, non c’è continuità tra passato e presente, il ritorno in Inghilterra è il ritorno in un luogo in cui l’uomo di Defoe non fa più esperienza e non consuma più il suo tempo, essendo terminato quello dell’avventura e della pirateria.
Valentina Labattaglia
Bibliografia:
- D.DEFOE, Robinson Crusoe, Collins Classics, London, 2013.